E si continua a risparmiare anche sullo smart working?

La circolare 1\2020 della Funzione Pubblica obbliga ogni Ente ad adottare lo smart working ma in gran parte delle situazioni siamo ancora indietro, o mancano i Regolamenti attuativi oppure non siamo ancora passati alla fase operativa, oppure si continua a confondere telelavoro con smart working.

Lo abbiamo detto e ridetto che lo smart non ci piace perchè rappresenta una forma di lavoro alienante e alienato ma in tempi di Coronavirus rappresenta una necessità e una reale tutela per lavoratori\trici con gravi patologie e condizioni di salute precarie.

Ora gli Enti pubblici hanno il dovere di adottare lo smart pena anche erogare sanzioni ai dirigenti inadempienti. Da parte nostra chiediamo agli Enti di operare scelte chiare che consentano la messa in pratica dello smart e non solo favorirne l'adozione a parole. 

Di certo sono 5 anni che gli enti avrebbero dovuto muoversi ma ben poco hanno fatto, soprattutto se pensiamo che l'allora Governo annuncio' , entro il 2018, di volere almeno il 10% della forza lavoro pubblica (3,2 milioni) impiegata con questa tipologia di lavoro flessibile.

Rinfrescare la memoria ai politici è spesso un esercizio inutile perchè di tanti proclami si perde traccia fin dal giorno dopo, ora sono in gioco salute e sicurezza di tanti uomini e donne e uno sforzo di memoria è a dir poco necessario, soprattutto perchè lo smart esclude, nella sua adozione, oneri aggiuntivi per la finanza pubblica (da anni tutto è a risparmio!), si continua a risparmiare perfino con l'emergenza attuale!

 Ma in queste ore viene a galla un'altra realtà, ossia la debolezza delle infrastrutture e del sistema informatico, l'assenza di reti dati collegate in tempi reali, quella arretratezza della Pa di cui abbiamo piu' volte parlato denunciandone i riflessi negativi sulla stessa economia.

Da qui si rendono necessarie poche riflessioni, prima tra tutte la necessità di non risparmiare piu' sui servizi pubblici a favore dei privati e dei tagli di spesa!

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