Emergenza Coronavirus: abbattere i tetti di spesa per la sanità

Le scuole chiudono i battenti, non si sa ancora se in questi 10 giorni il personale scolastico sarà tutelato, stesso discorso vale per gli autisti degli scuolabus che hanno diversi datori di lavoro. L'ordinanza andrà riscritta  ampliando le tutele, nel frattempo si palesano i limiti del sistema sanitario, solo quello pubblico, dopo anni di tagli, è impegnato nella emergenza. Dati alla mano crescono i contagi e la chiusura delle scuole diventa un provvedimento indispensabile per arrestare la diffusione del contagio.  Abbiamo già detto e scritto che stiamo pagando anni di tagli alla sanità pubblica, delle mancate assunzioni, del depotenziamento di medicina preventiva e del lavoro. 

Ad oggi mancano circa 7500 medici  ospedalieri da qui fino al 2025:circa 4200 medici addetti alla medicina d’emergenza-urgenza, quasi 2000 nella medicina interna e circa 1400 in anestesia, rianimazione e terapia intensiva.  A queste carenze vanno aggiunti tecnici di laboratorio , infermieri e oss, la soluzione ad oggi è quella di raddoppiare i carichi di lavoro, assumere dall'interinale e allungare per i medici l'età lavorativa fino a 70 anni come previsto dal decreto milleproroghe 

Sono tutte misure emergenziali che dovrebbero tuttavia indurre il Governo, e il sindacato, a cambiamenti di rotta come il potenziamento della sanità pubblica, la soppressione di leggi regionali costruite ad arte per favorire la convenzione con il privato, promuovere da subito nuove assunzioni fuori dai tetti di spesa, investimenti nella sanificazione dei plessi ospedalieri e dei luoghi pubblici, costruzione di nuovi ospedali, determinando infine la soppressione del numero chiuso per l'accesso alle facoltà di medicina e specializzazioni varie.  Sarebbero decisioni non solo sagge ma necessarie per le quali val la pena , una volta per tutte, rompere la gabbia dei tetti di spesa costruitaci dalla Ue.

 E uscire da questa gabbia potrebbe essere determinante per la nostra salute e le nostre stesse esistenze