ITALIA IL PAESE DELLE STRAGI IMPUNITE.
ITALIA IL PAESE DELLE STRAGI IMPUNITE.
SINDACATO DI BASE CUB PISA
Ormai ci siamo assuefatti anche alle morti sul lavoro,
note di cordoglio e la solita retorica sindacale, le frasi di
circostanza, le solite richieste destinate a infrangersi nel muro di
gomma istituzionale e dei mass media.
Negli anni cinquanta e sessanta infortuni, morti e
malattie provocarono una strage ancor maggiore spesso taciuta nel nome
del boom economico, della ricostruzione post bellica prima. Nacquero
allora le prime legislazioni attente al corretto funzionamento delle
macchine, solo negli anni novanta del secolo scorso la attenzione del
legislatore è passata dai macchinari agli esseri umani. Ma nel frattempo
sono iniziati i feroci attacchi alla legislazione del lavoro, i
contratti sono diventati sempre piu' precari, i salari diminuiti e il
potere di contrattazione sceso ai minimi termini.
Le
scelte operate dai sindacati cosiddetti rappresentativi sono avvenute
all'insegna della subalternità ai datori di lavoro, il testo unico sulla
sicurezza è stato soggetto a continui stravolgimenti per depotenziare
gli aspetti sanzionatori a carico dei datori, i dei lavoratori alla
sicurezza ormai subordinati alle politiche aziendali.
Nel
giorno in cui il governo da via libera al decreto sulla
sicurezza, nel nostro Paese sono state registrate ben quattro morti,
siamo alquanto scettici davanti al solito decreto che non entri nel
merito della organizzazione produttiva senza per altro aggredire con
forza le reali cause degli infortuni e delle malattie che sono legate
anche all'innalzamento dell'età lavorativa, all'incremento dei ritmi,
alla subalternità del sindacato all'azienda, alla assenza di reali
controlli dei siti produttivi e alla possibilità di monetizzare le
inadempienze riscontrate . Poi mancano i fondi statali per ammodernare
le macchine e gli strumenti di lavoro.
Ci pare evidente cogliere delle analogie con quanto accaduto
negli anni cinquanta e sessanta del secolo scorso quando Confindustria e
sindacati confederali erano interessati alla ripresa economica delle
aziende e al profitto piu' che
alla salute dei lavoratori e delle lavoratrici, se non si affronta
questo problema rischiamo solo di produrre interventi legislativi
destinati a fallire come saranno inutili le richieste di aprire immediatamente un tavolo di confronto
per la sicurezza sul lavoro con tutte le istituzioni, altra richiesta di routine dei sindacati rappresentativi..
La morte sul lavoro non è mai una fatalità. Sul lavoro si muore più che in guerra.
In Italia negli ultimi dieci anni i morti per infortuni sul
lavoro sono più di 17 mila e ogni anno sono 1.400 (120 al mese) i morti
sul lavoro mentre decine di migliaia sono quelli per malattie
professionali (solo per amianto oltre 6.000 all’anno, 16 al giorno, uno
ogni due ore).
A questi numeri andrebbero aggiunti anche i morti per la
mancata manutenzione delle infrastrutture, le vittime dei disastri
ambientali che rappresentano un'altra questione collegata ma sovente
sottovalutata.
Nella crisi economica e pandemica si ridurranno i posti di
lavoro alimentando la precarietà occupazionale e salariale, infortuni e
morti sono cresciuti anche nei mesi di lockdown, per questo non possiamo
accontentarci del cordoglio e degli interventi istituzionali che non
affrontano le reali cause di questa strage
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