Riconvertire i servizi educativi e socio assistenziali in tempo di contagio?

In queste settimane i servizi pubblici sono paralizzati e vanno avanti o in modalità smart o con il personale chiamato in servizio in quanto facente parte dei cosiddetti servizi indifferibili.
Il variegato mondo degli appalti è invece a casa con ammortizzatori sociali che sovente non sono neppure anticipati dai datori di lavoro.

Parliamo oggi dei servizi socio-assistenziali ed educativi-scolastici, ebbene. l'articolo 48 del decreto legge 18/2020 prevede la possibilità che le pubbliche amministrazioni si avvalgano dei lavoratori già impiegati in questi servizi per prestazioni individuali domiciliari o a distanza che dovranno avvenire nel rispetto di tutti i dettami previsti per scongiurare il diffondersi del contagio.

Il nostro ragionamento è molto chiaro e diretto: numerose famiglie sono alle prese con innumerevoli problemi economici e allora potremmo anche ipotizzare che le tradizionali mense possano essere riaperte ed impiegate per la consegna a domicilio di pasti a quanti non hanno la possibilità di uscire e fare la spesa. E' quindi possibile ripensare dei servizi, richiamare in servizio il personale e  co-progettare con le aziende appaltatrici la erogazione di nuovi servizi di utilità sociale previa momentanea riconversione del contratto originario. L'idea di affiancare i buoni spesa con la consegna di pasti o  spesa a domicilio, non è una idea astratta se esiste la volontà politica di costruire questa tipologia di servizi. Se cio' non accade è per la inerzia dei settori pubblici e forse per non assicurare il corrispettivo dovuto per queste prestazioni alternative e di emergenza.

Sarebbe per altro un servizio importante per la collettività considerato anche che presto si aprirà la questione di cosa dovrà essere corrisposto alle ditte appaltatrici per il periodo nel quale i servizi non sono stati erogati senza dimenticare che sempre gli Enti locali avranno meno entrate con la sospensione delle rette

Ipotizzare pertante  prestazioni  alternative e riconvertite metterebbe in condizione le ditte di avere una certa liquidità con la quale pagare la forza lavoro e all'Ente locale un servizio aggiuntivo per la collettività in sostituzione di quello originario.,

Analogo discorso vale per il settore della scuola in convenzione\in appalto, potremmo pensare a delle forme educative a distanza di supporto alle famiglie e ai bambini e alle bambine, una alternativa praticabile agli ammortizzatori sociali.

Cosa intendono fare allora Amministrazioni locali e Stato?

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