Camere di Commercio, il Governo, la riforma e gli inganni
Camere
di Commercio, il Governo, la riforma e gli inganni
Nel
prossimo Consiglio dei Ministri, previsto per venerdì 29 luglio,
approderà il decreto legislativo sulla riforma delle Camere di
Commercio.
Il
testo girato in questi giorni (ad oggi non smentito dalle fonti
ufficiali) desta preoccupazione e rabbia nei\lle dipendenti di tutto
il sistema camerale (CCIAA, Unioni Regionali, Aziende Speciali e
Aziende del sistema, in totale oltre 12.500 persone).
Il
Governo getta in pasto all'opinione pubblica e alle impresa una
riforma che di riforma non ha niente, se non i tagli alle
funzioni/servizi forniti alle imprese e al personale.
Una
riforma che non preveda innovazioni, implementazioni e
miglioramento/efficientamento dei servizi non puo' definirsi tale,
specie se comporta la riduzione di sedi sul territorio e di
lavoratori siamo proprio su un'altra strada!
L'intenzione
del Governo, già palesata nel 2014 è il “superamento” (vedi
lettera di Confindustria del 7/4/2014 indirizzata al Presidente del
Consiglio dei Ministri Renzi) del sistema camerale, senza
un'indicazione chiara di chi (privati? Associazioni di categoria?)
poi andrà a fornire i servizi alle imprese finora elargiti dal
sistema camerale in modo gratuito o a prezzi calmierati.
In
questi due anni, nessun incontro tra rappresentanze dei lavoratori ed
esecutivo, che ha mantenuto rapporti esclusivamente con
Unioncamere Nazionale.
Considerato
che l'attuale bozza del decreto ricalca in toto le
dichiarazioni/intenzioni del governo, qual'è stato – se c'è
stato – il ruolo di Unioncamere in tutto questo?
Come
lavoratori pensiamo che tale ruolo sia stato esercitato più
nell'interesse delle associazioni di categoria (che guardano con un
certo appetito alle funzioni/servizi tolti alle Camere) che del
sistema camerale?
Un
sistema privato delle sue entrate (al 2017 -50%) e delle sue funzioni
è destinato ad implodere, tanto che il decreto prevede una
riduzione drastica del personale senza peraltro tutelarlo con
passaggi verso altre amministrazioni pubbliche come è avvenuto per i
dipendenti delle Provincie e della Croce Rossa; oltre alla fetta di
tutto il personale delle Unioni Regionali, Aziende Speciali privo
anche della minima tutela (la cosiddetta mobilità con 2 anni di
stipendio all'80%).
Per
questo, i lavoratori della Camera di Commercio di Pisa – insieme
a tutti i lavoratori del sistema camerale - hanno indetto per
venerdì 29 luglio p.v. in concomitanza con il Cdm (consiglio
dei ministri), un'assemblea del personale alla quale sono stati
invitati i parlamentari del territorio, i consiglieri regionali, i
politici locali e gli organi di stampa.
L'iniziativa
che si replica in contemporanea in tutte le camere della Toscana ed
in gran parte delle camere delle altre regioni, si prefigge
l'obiettivo di denunciare lo stato di agitazione e di sensibilizzare
i politici presenti.
Come
lavoratori elavoratrici rivendichiamo le nostre professionalità
denunciando il concreto rischio (per le imprese) di chiusura dei
servizi sul territorio, oltre ad una inevitabile privatizzazione
degli stessi con conseguente aumento dei costi.
E'
un colpo basso di questo esecutivo, fatto nel periodo delle ferie
(per dare meno nell'occhio), verso il pubblico, i lavoratori e
perfino contro le stesse imprese .
Cobas
camera di commercio, delegati rsu e lavoratori indipendenti
Commenti
Posta un commento