Pubblico impiego:digitale panacea di tutti i mali?

In numerosi enti pubblici gli uffici non sono collegati alle banche dati per altro indispensabili per  il loro stesso lavoro. Poi ci sono le sedi decentrate con saltellanti collegamenti alla rete per non parlare poi degli strumenti di lavoro decisamente antiquati. In certi Comuni i pc sono di vecchia generazione, non hanno memoria sufficiente  per supportare gli aggiornamenti, parlare di efficienza della Pubblica amministrazione presupporrebbe prima investire nell'ammodernamento degli strumenti di lavoro, informatici in primis.

Sarà per esperienza diretta che quando leggiamo commenti sul potenziamento del digitale nella pubblica amministrazione restiamo alquanto perplessi proprio per la siderale distanza tra la realtà e le enunciazioni, specie quelle a mezzo stampa

Ora si scopre che digitale comporta anche meno corruzione sarà perchè operando telematicamente si riduce il contatto umano e con esso diminuiscono le probabilità di mazzette.

Una visione distolta che nasce dal pregiudizio rispetto al lavoro pubblico (la corruzione è ovunque) e da una lettura completamente astratta della realtà perchè i fenomeni correttivi sono in continua evoluzione.  Ma soprattutto non si prende in considerazione che la scarsa digitalizzazione è il risultato dei pochi investimenti innovantivi e tecnlogoci. Bisogna ammodernare la Pa per migliorare i servizi al cittadino, farlo in fretta collegando uffici a reti informative (un problema rilevante se pensiamo ai controlli necessari per il reddito di cittadinanza), la digitalizzazione della pubblica amministrazione italiana si rende necessaria per ammodernare i servizi , la lotta alla corruzione non puo' rappresentare l'incipit della nostra riflessione. 

L'ammodernamento della Pa serve per erogare i servizi e motivare il personale, poi verranno le considerazioni sulla trasparenza (e la via informatica è ricca di insidie perchè non tutto è visibile e a portata di mano) ma non ci vengano a raccontare che la qualità della vita e della partecipazione dei cittadini nascono soprattutto dalla digitalizzazione. Pochi in Italia ancora hanno un pc a casa e ancora meno sono quelli che sanno usarlo, la digitalizzazione della Pa è ancora all'anno zero, molte operazioni on line si presentano ancora troppo difficili per una buona parte dell'utenza, se vogliamo favorire questo canale dovrebbero esserci delle postazioni web anche negli enti pubblici ma siamo lontani anni luce.


Poi qualcuno dovrebbe anche spiegarci quanti soldi pubblici sono stati spesi negli ultimi 20 anni per la digitalizzazione e con quali benefici, la nostra impressione è che parte di questi fondi siano stati spesi male e con pochi risultati, il che accomuna la digitalizzazione a tanti altri percorsi innovativi intrapresi negli ultimi decenni.

Ripartiamo allora dai problemi reali e non dalle enunciazioni di principio, ricordiamoci delle 3 I promesse da Berlusconi, informatica, inglese, innovazioni, non dimentichiamo come siano finite (nel dimenticatoio) dimostrandosi l'ennesima promessa tradita, del resto in campagna elettorale si puo' dire tutto e il contrario di tutto.Partiamo allora dai problemi reali e iniziamo ad affrontare le criticità investendo non solo nei processi innovativi ma nelle risorse umane, per esempio con la quota 100 molti dipendenti pubblici lasceranno il lavoro .

 Abbiamo forse la possibilità di una rapida assunzione di nuovo personale per sostituire chi va in pensione? Se guardiamo agli statali e al blocco del turn over per 10 mesi diremmo proprio di no, se poi analizziamo le regole in sanità ed enti locali si capisce che i tetti di spesa per il personale sono ancora in parte vigenti.

 Ha quindi senso la demagogica esaltazione della digitalizzazione in un paese dove non esistono collegamenti alla rete e la formazione del personale è carente?

La risposta è scontata.

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