Vi racconto di mio figlio disabile abbandonato dallo Stato

  riceviamo e pubblichiamo questo accorato appello


Vorrei segnalarvi, se permettete senza riportare il nostro cognome, una storia di ordinaria follia. Mio figlio G. ha 9 anni, gravemente disabile dalla nascita, da quando è iscritto alla scuola elementare il docente di sostegno arriva in ritardo e non all'inizio dell' anno scolastico. Poi le ore assegnate sono sempre insufficienti anche a a detta degli operatori che lo seguono oltre ai docenti dell'istituto comprensivo. Mi chiedo come sia possibile tanta disattenzione verso la disabilità ma ormai siamo abituati a farcene una ragione e a sopperire a queste gravi lacune del sistema educativo. Il Pei, ossia il piano educativo individualizzato. prevede delle ore che non sempre vengono garantite, ci sono ragioni di spesa e di bilancio che gravano sugli alunni più deboli come mio figlio.

Non è sufficiente il docente di sostegno, per quanto bravo e attento sia, gli enti locali dovrebbero fornire anche un'altra tipologia di assistenza mirante a favorire l'autonomia e la comunicazione del disabile e nei piccoli Enti locali molte volte mancano fondi. 

Vi assicuro che il mio caso non è isolato, ho conosciuto situazioni di genitori che hanno dovuto fare i salti mortali per convincere i servizi scuolabus a gestire al meglio la presa in carico dei figli disabili evitando lunghi giri tra casa e scuola. Mi sforzo di non chiedere l'impossibile ma di mettere in condizione il mio bambino di vivere una vita "normale" al pari dei suoi coetanei ma la sua diversità impone attenzioni e cure che hanno un costo, quel costo ormai viene considerato una sorta di lusso a carico della comunità.

Il mio appello è rivolto alle autorità locali e scolastiche per favorire tutte le forme di inclusione possibili senza trincerarsi a esigenze di bilancio o normative carenti

Se uno Stato non destina risorse economiche  alle politiche d’inclusione coinvolgendo gli enti locali senza demandare in toto agli stessi la soluzione del problema, la società che andiamo costruendo sarà senza dubbio più iniqua e diseguale e a rimetterci saranno innanzitutto i disabili e i figli delle classi sociali meno abbienti


ps rimandiamo a un approfondimento sul tema

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