SICUREZZA SUL LAVORO: KNOW YOUR RIGHTS! “LETTERE DAL FRONTE” DEL 09/08/16
Invio
a seguire e/o in allegato le “Lettere dal fronte”, cioè una raccolta di mail o
messaggi in rete che, tra i tanti che ricevo, hanno come tema comune la tutela
della salute e della sicurezza dei lavoratori e dei cittadini e la tutela del
diritto e della dignità del lavoro.
Il
mio vuole essere un contributo a diffondere commenti, iniziative, appelli
relativamente ai temi del diritto a un lavoro dignitoso, sicuro e
salubre.
Invito
tutti i compagni e gli amici della mia mailing list che riceveranno queste
notizie a diffonderle in tutti i modi.
Marco
Spezia
ingegnere
e tecnico della salute e della sicurezza sul lavoro
Progetto
“Sicurezza sul lavoro: Know Your Rights!”
Medicina
Democratica - Movimento di lotta per la salute onlus
e-mail:
sp-mail@libero.it
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INDICE
Paolo Dorigo
paolo24101959@yahoo.it
COMUNICATO
FAO COBAS SULLA STRAGE DI LUGANO
ASSOCIAZIONE
ITALIANA ESPOSTI AMIANTO (AIEA) NEWSLETTER LUGLIO
2016
Slai
Cobas per il Sindacato di classe slaicobasta@gmail.com
A
TARANTO, IL 29 LUGLIO È STATA DAVVERO UNA BELLA GIORNATA!
Muglia
La Furia
fmuglia@tin.it
CHE
FINE AVRA’ FATTO MUGLIA LA
FURIA?
Carlo
Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
REPORT
MORTI SUL LAVORO NEI PRIMI SETTE MESI DEL 2016
Federico
Giusti giustifederico@libero.it
IGIENE
AMBIENTALE: NASCONO I COMITATI CONTRO L’INTESA CONTRATTUALE
Federico
Giusti giustifederico@libero.it
COMUNE
DI PISA: CONDIZIONATORI MA NON PER TUTTI
Osservatorio Nazionale
sull’Amianto osservatorioamianto@gmail.com
SULLA
QUESTIONE AMIANTO IN THYSSENKRUPP
AIEA
Paderno Dugnano aieapadernodugnano@gmail.com
BONIFICA
AMIANTO MASSICCIATA STAZIONE NORD PADERNO
Clash City Workers cityworkers@gmail.com
QUATTRO
LAVORATORI DELL’ITALTRANS DI BRIGNANO (BG) LICENZIATI: INIZIA LO SCIOPERO DELLA
FAME
Clash City Workers cityworkers@gmail.com
FIRENZE:
VIDEO INTERVENTO “PUBLIACQUA SIAMO NELLA MERDA!”
Maria
Nanni mariananni1@gmail.com
VIAREGGIO
DAL 9 AL 21 AGOSTO FESTA “PARTIGIANI SEMPRE”
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To:
Sent: Wednesday, July 27, 2016 5:17 PM
Subject: COMUNICATO FAO COBAS SULLA STRAGE DI LUGANO
FEDERAZIONE
AUTISTI OPERAI (FAO COBAS)
COMUNICATO
N.1 RELATIVO ALLA STRAGE DI QUINTO (LUGANO, SVIZZERA)
Quanto
accaduto coinvolge Koinè
SpA,
ma ripropone le due antiche questioni generali che la società
non
vuole affrontare:
-
superlavoro
e condizioni di vita degli autisti;
-
manutenzione
dei mezzi.
Ricordiamo
tra tutti il caso di Cessalto 2008.
Riteniamo
responsabili della situazione gravissima attuale italiana del settore, quelle
organizzazioni sindacali che firmano ogni cosa, che ritengono che ore e
ore ad attendere sotto il sole il via allo scarico, magari in mezzi privi di
aria condizionata, non corrisponda ad ore di lavoro!
Quale
prima organizzazione sindacale aziendale, del tutto ostica all’Azienda
Koiné che da quasi 2 anni ha interrotto ogni trattativa con noi, essendo
solidali con le vittime e le loro famiglie, siamo vicini al collega, che pur
essendo nostro iscritto solo da aprile 2016, ben
conosciamo.
La
stanchezza e/o le condizioni meccaniche possono far accadere stragi come queste
allorquando le condizioni delle consegne calcolate al secondo dalle Aziende e le
condizioni del traffico stradale rendono impossibile rispettare le distanze di
sicurezza.
Riteniamo
che le regole create nel 2006 sulla base della Direttiva Comunitaria 15 del
2002, non siano sufficienti a tutelare la vita degli autisti e degli utenti
delle strade, onde non generare quelle condizioni di stanchezza e di
disattenzione che possono determinare stragi come questa.
Per
esempio il tempo di lavoro nel caso di una coppia di autisti, è fino a 21 ore
continue con 9 ore di riposo per 6 cicli continui che portano la coppia di
autisti in servizio fino a 8 giorni di seguito. La cosa grave è che si continua
a derogare attraverso norme nazionali alle limitazioni alla guida ed al
lavoro.
I
fatti ormai ci danno ragione. Non passa giornata senza che ci siano
ribaltamenti, tamponamenti a catena, anche incendi di camion, una lunga scia di
sangue, sulle cui cause i media e le autorità non danno attenzione. La
stanchezza di una persona che non può avere una vita normale e un normale
ritorno a casa quotidiano, non è ponderabile.
Da
anni contestiamo i sindacati confederali che firmano ogni cosa gli sia richiesta
da Koiné e che hanno collaborato a chiudere le sedi periferiche il cui lavoro
Koiné ha dato a terze ditte, non derivando tali chiusure da perdita di appalti,
ma da calcoli finanziari di abbassamento del costo del lavoro, mettendo così i
lavoratori di quelle sedi come Petre Gheorghe, trasferito sotto ricatto presso
la sede di Madone (BG) da San Giorgio in Bosco (PD), nelle condizioni di dover
dire sempre “sì”.
Dal
punto di vista del codice della strada, è chiaro che un tamponamento presuppone
una responsabilità da parte del mezzo che tampona.
Detto
questo l’accaduto
può derivare da diverse cause, prese singolarmente o
insieme.
Nella
fattispecie, riteniamo che lavoratori come Gheorghe, ordinariamente impiegati in
coppia, siano esposti a vari fattori di stanchezza in maniera
imponderabile.
Ci
auguriamo che siano fatti dalle autorità svizzere ogni genere di verifiche sugli
impianti frenanti (trattore e semirimorchio), sulle condizioni di vita di
Gheorghe e sul tempo complessivo di impegno in cui il lavoratore sta sul mezzo,
dorme sul mezzo, mangia nelle prossimità del mezzo.
Colleghi
di tutta Italia, iniziamo a preparare lo sciopero
nazionale!
Leggete
e diffondete la nostra Piattaforma sindacale!
Federazione
Autisti Operai (FAO Cobas)
Mail:
fao@servicepec.it
sede
legale nazionale: via Argine destro Canale Taglio, 166-167 30034 Mira (VE)
sede
coordinamento regionale Veneto: San
Martino Buonalbergo (VR)
sede
coordinamento regionale Lombardia: via Hermada, 8 Milano
sede
coordinamento regionale Emilia Romagna: Bologna
sede
coordinamento regionale Toscana: via Bezzuoli, 12 Firenze
sede
federata c/o SLAI COBAS via Modena, 21 Mori (TN)
sede
c/o SLAI COBAS via Masseria Crispo, 4 Pomigliano (NA)
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To:
Sent:
Thursday, July 28, 2016 9:19 PM
Subject:
ASSOCIAZIONE ITALIANA
ESPOSTI AMIANTO (AIEA) NEWSLETTER LUGLIO
2016
Il
23 settembre a Roma una giornata di lavoro presso il Senato della Repubblica con
lo scopo di promuovere un primo confronto sugli argomenti che ci sembrano quelli
principali sui quali non c’è accordo fra esperti in materia giurisprudenziale e
processi penali sul tema amianto.
Continua
a leggere
L’esperienza
di Medicina Democratica e Associazione Italiana Esposti Amianto, quali parti
civili nella gran parte dei procedimenti giudiziari che riguardano l’amianto,
dice che la via della giudiziaria è lunga, difficile e complessa, ma che si deve
comunque percorrere per la memoria delle vittime e soprattutto per rendere loro
giustizia.
Medicina
Democratica e Associazione Italiana Esposti Amianto, pur nelle loro diversità di
organizzazione e di direzione, chiedono che dai processi si traggano le dovute
conseguenze in termini di impegno ad eliminare l’amianto e le altre sostanze e
agenti nocivi tossici cancerogeni dai luoghi di vita e di
lavoro.
Rinvio
a giudizio per 27 dei 29 imputati del caso del disastro ambientale e
dell’amianto dell’ex Isochimica di Avellino: dovranno dunque affrontare il
processo (gran parte) dei presunti responsabili, accusati (a vario titolo) dei
reati che vanno dall’omicidio colposo plurimo, alle lesioni dolose, al disastro
ambientale continuato, all’omissione di atti d’ufficio.
La
Corte Costituzionale
ha stabilito che non si applica il “ne bis in idem” sicuramente per i nuovi casi
di morte. In questo secondo processo viene contestato l’omicidio volontario di
258 vittime dell’amianto.
Un
importante studio di collaborazione tra i gruppi di ricerca dei Professori
Francesco Di Virgilio, Mauro Tognon e Giorgio Cavallesco dell’Università di
Ferrara sul mesotelioma maligno della pleura, è stato pubblicato dalla
prestigiosa rivista scientifica “Oncotarget”.
Processo
Olivetti, condanna per l’imprenditore Carlo De Benedetti e l’ex ministro Corrado
Passera. Il giudice del tribunale di Ivrea Elena Stoppini, al termine del
processo di primo grado per le morti da amianto alla Olivetti, ha condannato,
fra gli altri, a cinque anni e due mesi di reclusione Carlo e Franco De
Benedetti, a un anno e 11 mesi Corrado Passera e ha assolto Roberto
Colaninno.
Otto
ex dipendenti del Teatro alla Scala sono morti di cancro per essere stati a
lungo esposti all’amianto. Adesso i loro familiari hanno chiesto di costituirsi
come parti civili nel corso dell’udienza preliminare a carico degli ex sindaci
di Milano, Carlo Tognoli, Paolo Pillitteri, Giampiero Borghini e Marco
Formentini, e di altre cinque persone, tra cui l’ex sovrintendente del teatro
lirico Carlo Fontana.
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From:
Slai Cobas per il Sindacato di classe slaicobasta@gmail.com
To:
Sent:
Sunday, July 31, 2016 10:52 AM
Subject:
A TARANTO, IL 29 LUGLIO È STATA DAVVERO UNA BELLA
GIORNATA!
Le
immagini, i video della grande contestazione alla visita di Renzi a Taranto di
venerdì 29 luglio, testimoniano come operai, lavoratori, tante donne, madri,
lavoratrici, ragazze, come abitanti dei quartieri, giovani, studenti,
appartenenti a tante associazioni in prevalenza ambientaliste, siano stati
numerosi in piazza Garibaldi, per cui lo Slai Cobas per il sindacato di classe
di Taranto aveva dai giorni precedenti lanciato l’appello a portare, in forma
autonoma, libera, individuale e collettiva, le ragioni generali dell’opposizione
alla visita e all’azione del governo Renzi, non solo sui temi centrali della
salute, del lavoro all’ILVA, ma su tutti i temi che ci toccano in questa
città.
70mila
disoccupati, decine di migliaia di precari, quartieri abbandonati degradati,
mancanza di case, di servizi sociali, masse proletarie impoverite che non si
possono neanche curare, una scuola divenuta allucinante per i costi, per la
selezione di classe, per la miseria dei contenuti formativi, per il taglio degli
asili, il taglio degli insegnanti, ecc.; e, per tornare all’ILVA, decine di
migliaia di operai alla mercè dei decreti del governo, che continuano a
infortunarsi in fabbrica e a morire, a subire quotidianamente sfruttamento e
mancanza di sicurezza, in uno stabilimento sempre più a rischio; e che dire
degli operai delle Ditte già massicciamente licenziati, a salario precario; che
dire di ogni comparto industriale della città che affronta problemi di riduzione
del lavoro, di cassintegrazione, di mobilità; che dire del cimitero, dove “i
morti seppelliscono i vivi” e si attende da oltre quattro anni l’inizio di una
qualsivoglia bonifica; che dire dei migranti rinchiusi in un hotspot dove si
muore di caldo e dove si subiscono anche le conseguenze
dell’inquinamento...
E
potremmo continuare a lungo questa lista.
Diteci,
miserabili porci del governo, delle Istituzioni, miserabili parlamentari,
Pelillo in testa, miserabili gestori del Comune e della Provincia, miserabili
della stampa, chi rappresentava il 29 la città? La platea di cortigiani belanti
in giacca e cravatta, difesi da una quantità sterminata di poliziotti in assetto
antisommossa, o le diverse centinaia di persone che sotto il sole cocente dalle
8 del mattino fino alle 16 del pomeriggio, con dignità, civiltà e rabbia hanno
espresso le ragioni e i bisogni veri di vita dei proletari e delle masse
popolari di questa città?
E
voi signori della stampa che parlate dei “200” (in tutta la giornata eravamo
almeno il doppio) che state a vedere se durante le 8 ore, per rinfrescarsi sotto
gli alberi, o per spostarsi da un posto all’altro a braccare il signorotto
fiorentino, in certi momenti erano 50, in altri 300 e più.
Ci
contate? Ma quanto cazzo eravate voi e loro, tutti insieme e messi insieme?
Eravate pur sempre infinitamente meno di noi. Ed è solo la polizia,
probabilmente questa sì più di noi..., che vi ha permesso la passerella e il
diritto di rappresentare, di raccontare la vostra favola della città che cresce,
si sviluppa, diventa centro della cultura, ecc., ecc.
Renzi
parla di insulti. Ma chi insulta chi? Come si permette lui e la sua stampa di
insultare chi partecipava alla manifestazione mettendoci la faccia, non avendo
paura di dire ciò che tutta Taranto voleva dire ieri: “Renzi assassino”. Girate
signori la città, andate nei quartieri, parlate con le masse vere di questa
città, e diteci se troverete uno solo che non si trova d’accordo con coloro che
contestavano.
La
visita di Renzi è stata una patetica fortezza assediata di persone che non
possono neanche permettersi di girare liberamente per strada; e se in maniera
tronfia, arrogante, con facce abbronzatissime e vestiti firmati, ci provano,
anche per soli 50
metri (come il Pelillo di turno) vengono subissati di
fischi, insulti giusti e sacrosanti, vengono assediati e chiamati con il loro
nome, da una città che gli dice chiaro che lui non può in nessuna maniera
parlare a nostro nome.
Pelillo,
uno che vuole campare di “poltrone” a vita, si dichiara preoccupato per le
elezioni (unico suo problema), e ne ha ben ragione... Pelillo: niente di
“personale”. Si fossero azzardati i Vico di turno, così come tutti coloro che
stavano alla corte di Renzi, avrebbero avuto il medesimo trattamento. Perchè con
il decimo decreto si è chiarito chi come Istituzioni, partito, persone, è dalla
parte di Renzi e dei padroni e della continuità della morte di uomini, donne e
bambini in questa città, e chi vuole che l’ILVA continui a produrre inquinamento
e morte in mano a padroni peggiori anche di Riva, tagliando lavoro e
incrementando i profitti.
Noi
pensiamo che a Taranto il 29 sia stata una giornata bella. Bella per la rivolta,
bella per la ribellione, bella per la chiarezza, bella per la determinazione,
bella perchè ha messo in rilievo che a Taranto ormai le città sono due: quella
dei padroni e dei loro cortigiani e quella dei proletari, dei giovani, donne,
masse popolari che vogliono vedere qualcuno che cominci a protestare per davvero
per partecipare via via in maniera progressiva ad una rivolta
popolare.
Hai
voglia che i giornali riempiono il giorno dopo le pagine delle dichiarazioni,
promesse (i fantasmatici milioni in arrivo); hai voglia che si i giornalisti
trasformino in portavoce, propagandisti di quello che dice Renzi e il potere.
Anche loro sanno benissimo che la contestazione del 29 non è che l’inizio, e che
i prossimi mesi lo scontro si farà duro e speriamo non travisato dalla emergente
campagna elettorale, da cui nessuno può aspettarsi niente di buono
comunque.
Certo
ieri i manifestanti potevano essere molto di più e sarebbe stato davvero molto
meglio.
Ma
i sindacati confederali e l’USB dell’ILVA hanno dato il peggio di sé, dicendo
agli operai di rimanere a lavorare, di non disturbare il manovratore, mentre
loro andavano a stringere le mani al signore, o facendo scioperi inutili quando
Renzi non c’era per tenere in fabbrica gli operai quando Renzi veniva. Al Porto
un gruppo di lavoratori ha fatto anche peggio: la foto come pagliacci ridenti
intorno a Renzi, persone che sono in cassintegrazione da una vita e vogliono
forse continuare a vivere di cassintegrazione, mentre il porto muore e ingoia
soldi che non ne assicurerà alcun sviluppo. Ecco, certi operai si dovrebbero
vergognare, anche di fronte ai loro figli, alle loro famiglie!
Certo
anche più dovrebbero vergognarsi i sindacati confederali. Avevano chiesto a
Renzi di andare in fabbrica a incontrarli per illustrargli la loro “fantastica
piattaforma”, e anche per evitare che gli operai andassero a protestare e per
tenere separati gli operai dai cittadini (il gioco di sempre dei dirigenti
sindacali corrotti e venduti dell’ILVA, ai tempi di Riva, durante questi anni
dei commissari e già pronti a mettersi al servizio dei nuovi padroni) ma
nonostante il loro atteggiamento servile e indegno di chiamarsi ‘sindacato’,
sono stati ricevuti solo dalla “sindacalista in carriera” Bellanova e sono
andati a fare la claque a Renzi a porte chiuse con il diritto solo di
stringergli la mano.
Ma
dove devono scappare? I nodi verranno al pettine. I giornali, i decreti, i
programmi dei governi dei padroni li sappiamo leggere tutti e prima o poi gli
operai, grande forza materiale, tireranno le somme e questi signori stiano
sicuri che pagheranno caro e pagheranno tutto.
Il
29 luglio, nonostante il caldo afoso e il periodo estivo a Renzi e ai suoi servi
non è andata bene e noi come Slai Cobas per il sindacato di classe siamo davvero
orgogliosi di aver acceso la scintilla che può e dovrà incendiare la
prateria.
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To:
Sent: Sunday, July 31, 2016 5:21 PM
Qualcuno
se lo sarà chiesto mentre altri si saranno stupiti di non vedere un mio commento
agli Accordi Stato Regioni del 7 luglio 2016.
Beh
sull’Accordo in realtà non sono stato zitto.
Ho
anticipato tutti pubblicando una scheda di riepilogo, condivisa da molti, che ha
dato il via ad un vivace dibattito, peraltro non ancora concluso, avvalendomi
della consulenza di chi l’accordo non solo lo ha letto ma lo ha anche
scritto.
Si
tratta dello stesso “Anonimo” che mi ha fornito la tabella di riepilogo
pubblicata:
Tra
l’altro l’idea di non intervenire era annunciata nel passaggio finale del mio
post, laddove scrivevo che mi sarei riservato di intervenire più a fondo. Ma che
intanto si poteva scatenare la “bagarre”.
Ebbene
sì, lo confesso, nulla di quanto scritto è farina del mio sacco per un semplice
motivo: “io l’accordo non l’ho ancora
letto”.
E
non avendolo letto mi pare giusto evitare commenti su cose che non si conoscono
a fondo. Logico, penserete. Ebbene provate allora a entrare nei gruppi di
specialisti della prevenzione presenti su Facebook e vi accorgerete di quanto il
mio comportamento non sia affatto scontato.
Giovani
tecnici che non solo chiedono cose (e ciò è lecito... anche se una semplice
sbirciatina al testo sarebbe giusto servita ad eliminare i dubbi) ma,
soprattutto, pur con la premessa che loro l’accordo non l’hanno letto per nulla
(o a fondo), non si sottraggono alla impellente necessità di esprimere la loro
“alta e qualificata” (pur se inutile o peggio errata e comunque non richiesta)
opinione sul tema in questione. “Fuffa”!
Ebbene,
intanto aspettiamo che venga pubblicato (signori si intende pubblicato in
Gazzetta Ufficiale e non sul sito della Conferenza Stato Regioni) così almeno
avremo una informazione certa: la data di entrata in vigore dell’Accordo. Poi
nel merito avremo tempo di capire, di chiarire, di criticare o di apprezzare.
Le
porte del mio Blog sono aperte a tutto ciò, con una sola raccomandazione: “NO PERDITEMPO”.
Ed
ancora... l’onorevole Sacconi.
Alcuni
di voi avranno letto la sconvolgente notizia della presentazione da parte
dell’ex ministro del lavoro Sacconi di un Disegno di Legge teso a modificare,
semplificandolo (il nuovo mantra che tutto giustifica), il D.Lgs. 81/08,
cosiddetto Testo Unico Sicurezza Lavoro (TUSL).
La
notizia è stata da più parti commentata in maniera preoccupata. Ci si sofferma
in particolare nella critica alla drastica riduzione del numero di articoli e di
allegati (rispettivamente 306 e 51) e che, secondo il presentatore Sacconi, “si
caratterizza per un’eccessiva complessità legislativa e attuativa”.
Beh
se il problema fosse effettivamente questo, direi che il Disegno di Legge
dovrebbe essere approvato ad occhi chiusi. Basta pensare alle modifiche
intervenute, ai decreti e accordi di attuazione, ai continui rinvii, alle
centinaia di sentenze interpretative, alle decine e decine di interpelli (da
parte della cosiddetta “Cassazione bis”), alle norme regionali che, con
l’intento di semplificarne l’attuazione, su alcuni temi l’hanno resa materia
ormai applicabile a livello della singola regione perché al di là dei confini
territoriali, cambia tutto.
Però
non è solo questo e, secondo alcuni, se passasse una tale riforma, le ricadute
per la tutela dei lavoratori sarebbero gravissime, ma non certo per il minor
numero di articoli e allegati, bensì per il venir meno di sostanziali diritti
per la tutela dei lavoratori.
Peraltro
l’ex Ministro Sacconi, quando era al vertice del Ministero del lavoro nel
governo Berlusconi, ci aveva già provato a modificare la ex 626/94 presentando
una proposta di “Testo Unico” che tra le altre cose si preoccupava di modificare
il procedimento ispettivo e sanzionatorio nel modo seguente: “Se ti becco, ti diffido, ma attento che se
poi NON ti metti in regola, ti sanziono”.
Molti
di voi sapranno che la “diffida” quale strumento a disposizione degli organismi
di vigilanza è stata giudicata incostituzionale dall’Alta Corte, e quindi
eliminata dalla normativa di riferimento. Tanto è che la proposta di Testo unico
di sacconiana memoria venne bocciata dalle Regioni e se ne tornò da dov’era
venuta (nel dimenticatoio).
Ora
credo che voi tutti sappiate che un Disegno di Legge parlamentare difficilmente
arriva all’esame del Parlamento, spesso non arriva nemmeno a quello della
competente Commissione (nel nostro caso del Senato) e che quindi del disegno di
revisione del testo unico dell’onorevole Sacconi difficilmente sentiremo parlare
ancora. Un disegno di legge poi che prescinde dalle regole fissate dalle
direttive comunitarie... Beh, credo che per ora ci abbiamo perso anche troppo
tempo.
E
inoltre... il Governo.
Una
buona notizia. E’ roba che riguarda l’attività dell’Amministrazione provinciale
di Bolzano che recentemente ha varato con legge provinciale una norma che, con
la scusa di porsi il “nobile” obiettivo di “razionalizzare e semplificare i
controlli sulle imprese”, in realtà si pone l’obiettivo del depotenziamento dei
servizi di vigilanza (una delle promesse elettorali dell’attuale Assessora al
lavoro Stocker).
Nel
testo di legge approvato dal Consiglio provinciale si rinvia ad un successivo
Regolamento per definire quelli che risulteranno essere, a discrezione della
Polizia Giudiziaria, “gli illeciti amministrativi da sanzionare (quelli che
danno possono a danni irreversibile (?)”.
Per
comprendere meglio la vicenda potete rileggere quanto ho avuto modo di scrivere
nelle scorse settimane/mesi:
http://www.buongiornosuedtirol.it/2016/03/ispezioni-per-latutela-dei-lavoratori-tutto-sotto-controllo
https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=5486826694614810967#editor/target=post;postID=8814107466047592351;onPublishedMenu=allposts;onClosedMenu=allposts;postNum=27;src=postname
Ma
la bella notizia sta nel fatto che il Governo nella riunione del Consiglio dei
Ministri n. 124 del 28 luglio 2016 ha deciso di impugnare proprio la legge
della Provincia autonoma di Bolzano del 24 maggio 2016, n. 10 che presenta
alcuni profili di illegittimità costituzionale e che dovrà passare al vaglio
dell’Alta Corte ai sensi dell’articolo 127 della
Costituzione.
Uno
dei passaggi contestati è proprio quello legato alla “razionalizzazione e
semplificazione dei controlli sulle imprese” che eccede dalle competenze
attribuite alla Provincia di Bolzano.
Ora
vedremo il parere della Corte Costituzionale. Una sola osservazione tocca fare.
Eravamo stati in molti a manifestare contrarietà alla normativa in oggetto per
palese violazione di regole statutarie e della Costituzione nell’evidente
incompetenza della Provincia autonoma nel definire un procedimento che deroga a
principi contenuti nella normativa statale.
Incompetenza.
Quella stessa incompetenza dimostrata dai vertici dell’Assessorato al lavoro
impegnati da anni nel tentativo (peraltro riuscito) di ridurre al minimo il
numero, e quindi l’attività, degli Ispettori del lavoro, con il risultato di
collocare la ricca e felice isola altoatesina- sudtirolese in vetta per quanto
riguarda il fenomeno infortunistico. Primi anche per le “morti
bianche”.
E
infine… le ferie.
Non
aspettatevi in questo mese di agosto un “Muglia La Furia” iperattivo. Ho anch’io
le mie cose da fare. Ma ci sentiremo ancora, non preoccupatevi… oppure l’esatto
contrario, dipende dai punti di vista.
Buone
ferie a chi le deve ancora fare e buon mese di agosto per
tutti.
Franco
Mugliari alias Muglia La
Furia
mail: fmuglia@tin.it
---------------------
From:
Carlo Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
To:
Sent:
Monday, August 01, 2016 9:20 AM
Subject:
REPORT MORTI SUL LAVORO NEI PRIMI SETTE MESI DEL 2016
REPORT
MORTI SUL LAVORO NEI PRIMI SETTE MESI DEL 2016
Sono
375 i morti per infortuni sui luoghi di lavoro dall’inizio dell’anno al 31
luglio. Oltre 800 se si aggiungono i morti sulle strade e in
itinere.
Al
31 luglio 2015 erano sui luoghi di lavoro 385 (-2,6%). Al 31 luglio 2008, anno
d’apertura dell’Osservatorio erano 358 (+4,55%).
Da
quell’anno non esiste nessun calo se si prendono in considerazioni tutti i morti
sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL. Moltissimi morti sul lavoro non
erano assicurati all’INAIL o lavoravano in nero.
Il
35% dei morti sui luoghi di lavoro sono in agricoltura, tra questi ben il 60%
sono morti schiacciati dal trattore che guidavano.
E’
l’edilizia col 18% delle morti al secondo posto di questa triste classifica. Una
percentuale di queste morti sono dovuta a cadute dall’alto.
L’autotrasporto
continua a pagare un forte tributo di sangue con l’8,2%.
Segue
l’industria con l’8%.
Come
tutti gli anni i lavoratori morti nell’industria sono dall’8 al 10%.
Incredibile
la percentuale di lavoratori ultrasessantenni che sono morti sui luoghi di
lavoro in questi primi sette mesi del 2016; sono il 28,2%. A causa della legge
Fornero i morti in tarda per infortuni sul lavoro sono aumentati notevolmente.
Cosa aspetta il Governo a porvi rimedio?
E’
disumano far continuare a lavorare in tarda età chi svolge lavori pericolosi per
se e per gli altri.
Gli
stranieri morti sui luoghi di lavoro sono il 10,9% sul totale.
MORTI
PER INFORTUNI SUI LUOGHI DI LAVORO
NEL 2016 PER REGIONE E PROVINCIA IN ORDINE DECRESCENTE.
I
morti sulle autostrade e all’estero non sono conteggiati nelle province.
Se
guardate qui sotto l’andamento delle regioni e delle province pensate che ci
sono almeno altrettanti morti per infortuni sulle strade e in
itinere.
CAMPANIA
40: Napoli 14, Salerno 10, Caserta 7, Avellino 5, Benevento 4.
EMILIA-ROMAGNA
37: Reggio Emilia 8, Bologna 7, Forlì Cesena 6, Modena 5, Ferrara 3, Ravenna 3,
Parma 2, Piacenza 2, Rimini 1.
VENETO
34: Vicenza 13, Padova
6, Belluno 4, Verona 4, Treviso 3, Venezia 2, Rovigo 2.
TOSCANA
30: Massa Carrara 6, Livorno 6, Arezzo 4, Lucca
4, Prato 3, Pisa
2, Pistoia 2, Siena 2, Firenze 1, Grosseto 1.
LOMBARDIA
27: Brescia 12, Bergamo 3, Como 2, Cremona 2, Milano 2, Monza Brianza 2, Pavia
2, Lecco 1, Sondrio 1.
LAZIO
25: Roma 8, Latina 7, Viterbo 5, Frosinone 3, Rieti 2.
SICILIA
23: Palermo 21, Catania 6, Agrigento 3, Caltanissetta 3, Messina 3, Ragusa 2,
Enna 1, Trapani
1.
PIEMONTE
22: Cuneo 10, Asti 5, Torino 5, Alessandria 1, Vercelli 1.
PUGLIA
17: Taranto 7, Barletta
Andria Trani
5, Foggia 2, Lecce 2, Brindisi 1.
MARCHE
11: Macerata 5, Ancona 2, Pesaro-Urbino 2, Ascoli Piceno
2.
ABRUZZO
11: Chieti 5, Teramo 3, Pescara 2, L’Aquila 1.
TRENTINO
ALTO ADIGE 11: Trento 7, Bolzano 4.
SARDEGNA
10: Cagliari 4, Sassari 3, Oristano 2, Nuoro 1.
CALABRIA
10: Catanzaro 4, Cosenza 3, Crotone 1, Reggio Calabria 1 , Vibo Valentia 1.
MOLISE
6: Campobasso 6.
UMBRIA
5: Terni 4, Perugia 1.
FRIULI
VENEZIA GIULIA 5: Udine 3, Gorizia 1, Pordenone 1.
LIGURIA
4: Genova 2, Imperia 1, Savona 1.
BASILICATA
1: Potenza 1.
I
lavoratori morti sulle autostrade, all’estero e in mare non sono segnalati a
carico delle province.
Consigliamo
a tutti quelli che si occupano di queste tragedie di separare chi muore per
infortuni sui luoghi di lavoro, da chi muore sulle strade e in itinere con un
mezzo di trasporto.
I
lavoratori che muoiono sulle strade e in itinere sono a tutti gli effetti morti
per infortunio sul lavoro, ma richiedono interventi completamente diversi dai
lavoratori morti sui luoghi di lavoro.
E
su questo aspetto che si fa una gran confusione. Ci sono categorie come i
metalmeccanici che sui luoghi di lavoro hanno pochissime vittime per infortuni,
poi, nelle statistiche ufficiali, non separando chiaramente le morti causate
dall’itinere, dalle morti sui luoghi di lavoro, risultano morire in tantissimi
in questa categoria che è numerosissima e ha una forte mobilità per recarsi o
tornare dai luoghi di lavoro.
Anche
quest’anno una strage di agricoltori schiacciati dal trattore, sono già 80
dall’inizio dell’anno, Tutti gli anni sui luoghi di lavoro il 20% di tutte le
morti per infortuni sono provocate da questo mezzo. 132 sono i morti schiacciati
dal trattore nel 2015 e 152 nel 2014.
Contiamo
molto della sensibilità dei media e dei cittadini che a centinaia ogni giorno
visitano il sito. In questi nove anni di monitoraggio le percentuali delle morti
nelle diverse categorie sono sempre le stesse: l’agricoltura sempre la categoria
con più vittime, seguono l’edilizia, i servizi, i metalmeccanici e
l’autotrasporto.
L’INAIL
nel 2014
ha riconosciuto complessivamente 662 morti sul lavoro, di
questi il 52% sono decessi in itinere e sulle strade, ma le denunce per
infortuni mortali sono state 1.107.
Crediamo
che anche per il 2015 ci siano più o meno le stesse percentuali.
Nel
2015 tra gli assicurati INAIL c’è stata un’inversione di tendenza, per la prima
volta dopo tantissimi anni questo Istituto vede aumentare le denunce per
infortuni mortali. Ma le denunce non comportano necessariamente un
riconoscimento dell’infortunio mortale.
Sta
a noi che svolgiamo un lavoro volontario, senza interesse di nessun tipo, far
conoscere anche questo aspetto ai cittadini italiani.
Per
approfondimenti chiedere mandare mail a Carlo Soricelli carlo.soricelli@gmail.com.
---------------------
From:
Federico Giusti giustifederico@libero.it
To:
Sent:
Tuesday, August 02, 2016 12:03 PM
Subject:
IGIENE AMBIENTALE: NASCONO I COMITATI CONTRO L’INTESA CONTRATTUALE
COMUNICATO
STAMPA
La
ipotesi di accordo del 10 luglio 2016 relativa alle aziende pubbliche
dell’igiene ambientale ha provocato proteste anche tra gli iscritti ai
sindacati firmatari (CGIL, CISL, UIL e autonomi).
In
Toscana delegati sindacali Cobas, indipendenti, USB stanno raccogliendo
firme contro questa intesa e tengono a precisare che gli effetti non si
limiteranno solo al settore, per estendersi a tutta l’igiene ambientale e
al pubblico impiego.
Il
timore è che oltre ad aumenti irrisori
e senza recupero del potere di acquisto perduto, il sindacato possa accettare
anche l’aumento dell’orario settimanale tacendo sulle malattie professionali non
riconosciute che riguardano centinaia di operatori del settore; insomma meno
soldi, più lavoro, meno diritti e ben poche tutele per la salute e
sicurezza.
Dopo
2 giornate di sciopero e altre 2 previste per il 13 e 14 luglio (poi revocate),
CGIL, CISL, UIL, FIADEL accettano
“fondamentalmente” le condizioni dettate dalla controparte datoriale
UTILITALIA.
Davide Banti (indotto e cooperative), Federico Giusti (Comune di Pisa) e Tommaso Di Lalla (Geofor) sintetizzano in conferenza stampa le loro ragioni:
Davide Banti (indotto e cooperative), Federico Giusti (Comune di Pisa) e Tommaso Di Lalla (Geofor) sintetizzano in conferenza stampa le loro ragioni:
-
l’aumento
da 36 ore a 38 settimanali dell’orario settimanale di lavoro, in cambio di
qualche ora di permesso, ma a parità di salario dal 1 gennaio 2017: se
calcoliamo il costo di 8 ore di straordinario, l’aumento dei 70 euro del
contratto è inferiore di 30 euro, UTILITALIA guadagna non solo l’aumento
dell’orario settimanale di due ore, ma risparmia su tutto;
-
emblematica
anche l’introduzione del nuovo livello chiamato “S”: nei fatti un salario
d’ingresso inferiore al 1° livello da poter sfruttare per potenziali nuovi
assunti;
-
il
chiaro intento di rivedere in peggio la disciplina delle “malattie brevi” per
ridurre i costi aziendali;
-
dopo
le pressioni di UTILITALIA, è prevista anche una trattativa per rivedere le
normative inerenti il diritto di sciopero con l’intento di limitarne l’uso e gli
effetti;
-
l’introduzione
del decreto Madia (non ancora divenuto legge) nel contratto dove oltre a
prevedere il licenziamento individuale è prevista anche la privatizzazione di
aziende di Acqua, Luce, Gas, Trasporti e Igiene
Ambientale;
-
70
€ lordi di aumenti salariali in 3 anni che rappresentano una vera miseria e i
200 € lordi (non parametrati!) di vacanza contrattuale (per di più erogati in 2
trance) che non sono altro che un’elemosina;
-
si
vanificano sentenze della magistratura che imponevano alle aziende il cambio
divisa in orario di lavoro.
In
agosto parte la mobilitazione dei delegati di base, bisogna spiegare le ragioni
per le quali opporsi a questa intesa nelle assemblee che si terranno ai primi di
settembre.
Rifiutiamo
questa ipotesi di accordo: chiediamo aumenti salariali adeguati che ridiano
potere di acquisto perduto in tutti questi anni e non vogliamo che il nostro
contratto venga usato come esempio al ribasso per altri contratti. Non vogliamo
tornare indietro di anni con questa intesa sottoscritta da CGIL, CISL, UIL,
FIADEL!!!
Per
questi motivi, Banti, Di Lalla e Giusti lanciano un appello a tutte le
organizzazioni sindacali di base, ai loro delegati e alle loro delegate, ai
lavoratori e alle lavoratrici “senza tessera” e anche a chi è iscritto ai
sindacati firmatari: leggete questo accordo e ragionate con la vostra testa
senza giustificazioni alcuna. Se passa questa intesa contrattuale perderemo
diritti, salario e agibilità sindacali, le nostre condizioni di
vita torneranno indietro di decenni
Davide
Banti, Tommaso Di Lalla e Federico Giusti
Contatti:
349 84 94 727
---------------------
From:
Federico Giusti giustifederico@libero.it
To:
Sent:
Friday, August 05, 2016 4:09 PM
Subject:
COMUNE DI PISA: CONDIZIONATORI MA NON PER TUTTI
COMUNICATO
STAMPA
COMUNE
DI PISA: CONDIZIONATORI MA NON PER TUTTI
NEGLI
UFFICI STRATEGICI MA NON PER LA CITTADINANZA
La
denuncia dei delegati RSU e RLS indipendenti sul microclima al Comune di
Pisa.
Da
anni denunciamo, come Rappresentanti dei Lavoratori alla Sicurezza, condizioni
critiche riguardanti il microclima in alcuni uffici con temperature elevati
e disagi, non solo per il personale, ma per la utenza.
Questo
anno speravamo che l’acquisto di 25 condizionatori fosse un deciso cambio di
tendenza, avremmo voluto discutere nel merito e nel metodo della distribuzione
degli stessi privilegiando uffici e servizi con le maggiori
criticità.
Niente
di tutto ciò è avvenuto, né sappiamo quale sia stata la richiesta del nuovo
datore di lavoro per la messa in sicurezza del Comune, né sappiamo le eventuali
risposte e il capitolo di spesa.
Abbiamo
letto (http://pisainformaflash.comune.pisa.it/notizie/dettaglio.html?nId=27853)
che l’assessore Serfogli parla di grande attenzione dell’Amministrazione
Comunale verso la salute e la sicurezza, ma il numero gli incidenti sul lavoro,
a Pisa, non diminuisce e ci risulta che la stessa ASL abbia ripetutamente
sanzionato Palazzo Gambacorti per l’inosservanza delle normative e siano ancora
in sospeso richieste di chiarimenti su numerose questioni, per dirne una
sugli orari di lavoro non rispettosi delle leggi
vigenti.
Recente
è il caso della Sesta Porta con interventi poi realizzati solo dopo ripetute
richieste.
La
distribuzione dei condizionatori, 25 per un costo ciascuno di 526.41 euro è
avvenuta in termini discrezionali, favorendo gli uffici ritenuti strategici
dal Sindaco quali la segretaria generale e il supporto Giuridico (4 ciascuno
nonostante coinvolgano un numero esiguo di personale), lasciando fuori anche
uffici per i quali era stato da tempo richiesto il condizionamento e
costringendoci a un ennesimo esposto alla ASL (il caso specifico è quello dei
servizi educativi).
La
salute e la sicurezza diventano uno spot pubblicitario a uso e consumo della
testata giornalistica del Comune, i condizionator si distribuiscono solo a pochi
e non in base alle reali necessità.
Rappresentanti
dei Lavoratori alla Sicurezza
---------------------
To:
Sent: Saturday, August 06, 2016 09:11 AM
Subject: SULLA QUESTIONE AMIANTO IN THYSSENKRUPP
Agli organi di
stampa.
L’Osservatorio Nazionale Amianto
(ONA) vuole vederci chiaro sulla questione amianto in Thyssen-Krupp Terni e
quindi torna ancora una volta a sollecitare le pubbliche istituzioni a una più
attenta verifica, poiché ben diversamente da quanto sostenuto da alcune parti,
anche politiche ed istituzionali, non è affatto vero che l’amianto sia stato
tutto rimosso nel sito ternano entro la fine del 1992 e al più entro la fine del
1993.
E’ intervenuto Antonio Dal Cin
che, per conto di ONA, ha depositato una istanza indirizzata ai Carabinieri del
Nucleo Operativo Ecologico affinché questa istituzione possa anch’essa
intervenire per far luce sull’intricata vicenda.
In buona sostanza, l’ONA chiede
una verifica sulla situazione legata al rischio amianto in Umbria e in
particolare nello stabilimento ternano della
Thyssen-Krupp.
“La richiesta di una più
approfondita verifica nasce dall’esigenza di tutela non solo dei lavoratori ma
anche dei cittadini. L’ONA torna a chiedere l’istituzione di una commissione
d’inchiesta per far emergere eventuali responsabilità politiche e istituzionali,
al fine di permettere il prepensionamento dei lavoratori del sito Thyssen e di
altri siti umbri, con riconoscimento dei benefici amianto fino al 02/10/03”,
dichiara l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’ONA.
L’avvoacto Bonanni ha da tempo
rivolto un appello pubblico al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e al
Ministro del Lavoro Poletti, affinché i lavoratori umbri possano ottenere i
benefici previdenziali per esposizione ad amianto fino al 02/10/03, al pari di
lavoratori di altre regioni (in particolare, per esempio, i lavoratori
Thyssen-Krupp di Torino hanno ottenuto i benefici fino al 02/10/03, mentre i
lavoratori ternani dello stesso sito fino al 31/12/92, nonostante a Terni ci sia
stato più amianto rispetto al sito di Torino).
Le posizioni del Governo non si
sono fatte attendere. C’è una totale chiusura da parte del Governo Renzi in
danno dei lavoratori umbri, che l’ONA contesta.
L’ONA, inoltre, apprende dalla
stampa la posizione del Governo attraverso le dichiarazioni del Vice Ministro
del Lavoro, Teresa Bellanova, e cioè che vada confermato “quanto già sostenuto
nella vertenza in sede negoziare e parlamentare rispetto alla non possibilità
del Governo di riaprire i termini relativi ai benefici dell’amianto”, riferito
ai siti Thyssen-Krupp di Terni e in generale ai siti umbri con presenza di
amianto.
“Contestiamo le dichiarazioni
dell’onorevole Teresa Bellanova, in quanto il Governo Renzi, diversamente da
quanto sostenuto dal Vice Ministro, per altri siti ha disposto la riapertura dei
termini come per esempio per il sito Isochimica di Avellino, e ciò dopo alcune
riunioni, una delle quali anche presso la segreteria nazionale del Partito
Democratico, come appreso da notizie di stampa” - dichiara l’avvocato Bonanni -
“e allora, perché invece per lo stabilimento ternano della Thyssen-Krupp e per
altri siti non è possibile ristabilire l’equità di un riconoscimento fino al
02/10/03, quando l’amianto è stato presente fino ai tempi più
recenti?”.
“I benefici amianto non sono un
regalo, bensì un risarcimento e non è ammissibile che la loro concessione sia
lasciata alla discrezionalità politica, e quindi per Avellino i termini possono
riaprirsi, giustamente, mentre invece per Terni e per gli altri siti umbri si
perpetui questa discriminazione e il Governo Renzi assuma questa posizione di
assoluto e frontale scontro con l’ONA, le cui rivendicazioni sono state peraltro
sostenute anche dal Movimento 5 Stelle in particolare dal capogruppo in regione,
dottor Andrea Liberati, e da esponenti nazionali, tra i quali l’onorevole
Tiziana Ciprini della Commissione Lavoro e dal Vice Presidente della Camera,
onorevole Luigi Di Maio, ai quali rivolgiamo un appello affinché nella loro
qualità istituzionale vogliano chiedere un immediato incontro con il Ministro
del Lavoro alla presenza di rappresentanze di popolazioni e lavoratori vittime
inermi della presenza di amianto in Umbria” - dichiara Antonio Dal Cin, che in
data 06/08/16 ha inoltrato un voluminoso dossier amianto in Umbria ai
Carabinieri del NOE perché possano dipanare l’intricata
matassa.
06/08/16
Ufficio Stampa Osservatorio
Nazionale sull’amianto
via Crescenzio, n.
2
00193 Roma
cellulare: 331 98 06 771
---------------------
From:
AIEA Paderno Dugnano aieapadernodugnano@gmail.com
To:
Sent:
Saturday, August 06, 2016 11:31 AM
Subject:
BONIFICA AMIANTO MASSICCIATA STAZIONE NORD PADERNO
Buongiorno
in
allegato vi invio comunicato stampa della nostra Associazione in merito alla
questione della bonifica di amianto della stazione ferrovie nord di Paderno
Dugnano.
Cordiali
saluti.
Lorena
Tacco
COMUNICATO
STAMPA
Come
Associazione Italiana Esposti Amianto (AIEA), sul problema dei sacchi pieni di
pietrisco all’amianto, visibili presso la stazione Ferrovie Nord Milano di
Paderno Dugnano nei giorni scorsi, abbiamo interpellato i funzionari dello
Spresal di Garbagnate Milanese responsabili per i lavori della nostra
zona.
A
loro volta per reperire ulteriori informazioni, hanno sentito il responsabile
tecnico di Ferrovie Nord Milano ingegner Riva. I lavori sulla massicciata
ferroviaria sono stati eseguiti di notte, in assenza della circolazione dei
treni. Quindi nessun controllo è stato fatto da parte dell’Agenzia di Tutela
della Salute (ATS) relativamente alla sicurezza. E’ stata eseguita una
campionatura con metodo MOCF da cui è emerso una percentuale di amianto compresa
tra 1,3% e 1,7%.
Sulla
tipologia del lavoro effettuato ci è stato riferito che il pezzo di massicciata
da bonificare. veniva prima spruzzato per evitare che si alzasse polvere, e poi
rimosso, con appositi macchinari, meccanicamente.
Il
pietrisco veniva introdotto negli appositi sacchi “autorizzati” con la “A” di
amianto. I sacchi riempiti di notte venivano rimossi giornalmente. A causa di
problemi con l’autotrasportatore però ci sono stati ritardi nella rimozione. Per
questo motivo sono stati giacenti nel cantiere della stazione per più
giorni.
Rileviamo
che i responsabili della sicurezza del lavoro di ATS sono sotto organico e non
riescono a seguire come dovrebbero i molti lavori in corso. Anche per questo ben
difficilmente escono a controllare in caso di segnalazioni, come abbiamo avuto
modo di vedere in altre situazioni.
Dovrebbero,
essere messi in grado di eseguire questi controlli anche i membri della polizia
locale che successivamente potrebbero segnalare eventuali situazioni anomale
direttamente ai tecnici.
Rimane
ignoto al momento dove questo amianto rimosso verrà poi smaltito. Come sempre il
problema della scarsa informazione ai cittadini emerge
sempre.
Ricordiamo
ad esempio che per effettuare correttamente la mappatura dei siti contenenti
amianto del nostro comune, avevamo più volte richiesto che il modulo di
autodenuncia da compilare da parte dei cittadini venisse inviato a tutte le
famiglie, ad esempio con la TARI. Ma a Paderno Dugnano a differenza di altri
comuni della zona, questa scelta non è ancora stata fatta, disattendendo le
indicazioni contenute nel PRAL (Piano Regionale Amianto della Lombardia).
Sempre
in tema di rimozione amianto i lavori di bonifica nelle scuole di Padeno
Dugnano, Gramsci e Don Minzoni sono stati eseguiti. E’ un dato positivo perché
la pavimentazione in vinilamianto è un manufatto pericoloso soprattutto in caso
di rotture. L’amianto contenuto nei pavimenti è un amianto “spruzzato” e la sua
rimozione richiede particolare attenzione, come abbiamo potuto tristemente
appurare, però, nella maggior parte dei casi questi lavori di bonifica si
svolgono senza nessun tipo di controllo.
Ecco
perché da tempo chiediamo (invano) alla nostra amministrazione anche la
costituzione di uno sportello sicurezza e qualità della vita e di una taskforce
(polizia locale, tecnici) preparata sui temi della sicurezza, in grado di
affrontare le situazioni di emergenza, di segnalazione da parte dei cittadini,
in sinergia con Spresal, ARPA e tutti gli enti preposti a questo
servizio.
Invece
assistiamo al solito rimpallo di responsabilità, per cui alla fine, i cittadini
non hanno mai la garanzia che venga tutelata la loro sicurezza e quella
dell’ambiente in cui vivono.
Paderno
Dugnano 05/08/16
Associazione
Italiana Esposti Amianto Sezione Paderno Dugnano
Associazione
Italiana Esposti Amianto &
Ban Asbestos Network
via
dei Carracci, 2
20149
Milano
telefono:
02 49 84 678
fax: 02 48 01 46 80
---------------------
From: Clash City Workers cityworkers@gmail.com
To:
Sent:
Sunday, August 07, 2016 11:17 AM
Subject:
QUATTRO LAVORATORI
DELL’ITALTRANS DI BRIGNANO (BG) LICENZIATI: INIZIA LO SCIOPERO DELLA FAME
Quattro lavoratori licenziati
all’Italtrans in questi giorni. La motivazione? Dopo il recente rinnovo del
contratto sembra non abbiano superato il primo periodo di
prova.
Ma pare che i lavoratori in
questione fossero in realtà assunti già da un paio d’anni prima del rinnovo
del
contratto, e che lavorassero in media 12 ore al giorno, a volte anche durante il
fine settimana. Una condizione non propriamente definibile come “periodo di
prova”. Appare più probabile che la ragione dell’improvviso licenziamento sia
stata un’altra: di recente i quattro lavoratori si erano iscritti al sindacato
di base Slai Cobas, seppur senza che questo avesse comportato
particolari azioni o prese di posizione e questo è stato il pretesto per
lasciarli senza più un’occupazione.
Proprio per protestare contro i
ritmi di lavoro estenuanti e disumani, che a lungo andare possono sicuramente
portare a condizioni psicofisiche insostenibili, i lavoratori avevano deciso di
iscriversi al sindacato. Il costante controllo da parte dell’azienda sulla
produzione mette tutti i lavoratori sotto pressione: il lavoro, sostanzialmente
“a cottimo”, prevede l’impacchettamento di un numero piuttosto elevato di colli.
Tramite un auricolare, il lavoratore esegue gli ordini che una voce elettronica
gli impartisce, correndo da un reparto all’altro per svolgere i propri compiti.
Se non si raggiungono i livelli e i parametri prestabiliti dall’azienda, il
lavoratore considerato troppo lento viene deliberatamente lasciato a casa per
qualche giorno: la pressione del fare tanto e nel minor tempo possibile è quindi
alta, palpabile, e i ritmi di vita diventano
insostenibili.
A questa situazione si aggiungono
gli altri atteggiamenti da parte dell’azienda, come gli improvvisi spostamenti
di turni, i cambiamenti di orari, le modifiche di mansioni (repentini
cambiamenti che, come nel caso della sede di Basiano, vengono comunicati tramite
dei messaggi sul telefono cellulare degli interessati, andando quindi a
intromettersi anche nella sfera della vita privata dei singoli). Nel caso il
lavoratore non fosse disponibile il rischio è quello di perdere il posto di
lavoro. Effettivamente il contratto nazionale per la logistica e i trasporti
consente alle varie aziende di stipulare regolamenti e statuti interni
particolari, e anche di spostare il personale: ma
probabilmente non consente di utilizzare questi metodi per selezionare i
lavoratori e di fatto scartare coloro che pare facciano di meno, o coloro che
possono venir considerati “scomodi” in quanto iscritti a un sindacato di
base.
Per questi motivi, ormai da due
giorni i lavoratori licenziati stanno seguendo uno sciopero della fame,
affiancati da tanti altri. La lotta dei dipendenti dell’Italtrans si è
divisa, nell’ultimo periodo, sostanzialmente in due parti: una precedente al 1°
di aprile, durante il quale si son viste susseguirsi manifestazioni, scioperi e
blocchi del magazzino per un’intera giornata, con lo scopo di mantenere i propri
posti di lavoro e pretendere ritmi più umani; e un’altra parte, successiva al 1°
aprile, in cui si è visto un cambio di appalto e il conseguente subentro delle
due attuali cooperative.
A causa dei recenti scioperi, il
periodo immediatamente successivo al cambio di appalto sembrava potesse condurre
a degli effettivi e positivi accordi; ma di fatto i problemi non si risolsero, e
le richieste dei lavoratori non hanno accennato a interrompersi, tanto che le
forme repressive da parte dell’azienda si sono fatte sempre più evidenti, fino
ad arrivare al licenziamento.
Oltre a queste complicanze,
durante il corso dell’anno, i lavoratori hanno inoltre cercato di ovviare ai
problemi ignienico-sanitari all’interno dell’azienda, e si è presentato un
esposto all’ASL: tramite questo si è riusciti a risolvere alcuni dei problemi,
nonostante ancora la situazione non sia delle migliori.
Al fine di aprire un tavolo delle
trattative è stata inviata una richiesta al Prefetto, poiché ai lavoratori
Italtrans pare assurdo che sia di per sé ammissibile una tale violazione dei
diritti della persona, come pare assurdo che vengano attuati atteggiamenti
antisindacali e di repressione, oltre a un potenziale rischio di chiusura
di uno dei magazzini, a discapito dei lavoratori e delle loro famiglie a carico.
Per ora la Prefettura non ha dato
alcuna risposta, e per questo, tra la manifestazione di venerdì scorso e le
altre mobilitazioni che stanno avvenendo in questi giorni, i lavoratori non
hanno alcuna intenzione di fermarsi. Gli
obbiettivi rimangono l’ottenere non solo delle risposte da parte della
Prefettura, ma anche e soprattutto delle condizioni di lavoro e contrattuali
migliori e l’immediato reintegro dei lavoratori recentemente
licenziati.
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From: Clash City Workers cityworkers@gmail.com
To:
Sent: Sunday, August 07, 2016 11:17 AM
Subject: FIRENZE: VIDEO INTERVENTO “PUBLIACQUA SIAMO NELLA MERDA!”
L’estate
addosso non è una bella
canzoncina o un film in uscita per i lavoratori che spesso vedono peggiorare
ancora di più le loro condizioni di sicurezza e salute nei mesi caldi.
E’ quello che sta
succedendo in Publiacqua (azienda
privatizzata dal Comune di Firenze), nell’impianto
di potabilizzazione dell’Arno, dove le RLS denunciano da tempo l’insalubrità
dell’aria che si respira!
Spesso ci siamo
sentiti definire “il popolo del no”, quelli sempre contrari a priori, ma delle
proposte serie in realtà le abbiamo: ispezione immediata dell’ASL e
trasferimento dei lavoratori! Altrimenti ci vadano i dirigenti superpagati a
lavorare nell’impianto dell’Anconella! Continua così il semestre rosso di lotta
annunciato dall’USB Publiacqua di Firenze, qui di seguito video intervento e
comunicato dell’USB
PUBLIACQUA: SIAMO NELLA
MERDA
Il caso dei Lavoratori
Pianificazione - Dispacciamento - Telecontrollo
Spesi quasi due milioni delle
bollette dei cittadini per far migrare un centinaio di addetti presso un
impianto industriale (Potabilizzatore Anconella Firenze), dove, a nostro avviso,
in base al Testo Unico sulla sicurezza DL 81 dovrebbero esserci solo personale
di conduzione dell’impianto.
Dopo i problemi di quest’inverno
con il biossidio (lavoratori con bruciore agli occhi e problemi alle vie
respiratorie) oggi siamo alla presa con odori nauseanti negli ambienti di lavoro
(possibile provenienza fogne e fanghi).
Per
la direzione aziendale “no problem”: bene come USB proponiamo di spostare i
lavoratori in direzione generale e trasferire i dirigenti e membri del consiglio
di amministrazione in questi uffici!
Pensiamo che sia giunta l’ora di
incrociare le braccia e andare tutti insieme e uniti sotto la Direzione
aziendale e rivendicare la collocazione di tutti gli addetti in ambienti di
lavoro sicuri e salubri.
Se i lavoratori lo vorranno, USB
c’è!
Firenze, 6 agosto
2016 USB Publiacqua
QUESTE LE ULTIME
SEGNALAZIONE PERVENUTE AI DELEGATI ALLA SICUREZZA RLS
26 luglio 2016
08:23
Buongiorno,
è da diversi
giorni che all’interno della sala dispacher è presente un odore
nauseante.
I colleghi mi
dicono che anche l’altra settimana ci sono stati episodi di
“puzza”.
Stamattina l’odore
è particolarmente insopportabile.
Attendiamo con
fiducia che vengano presi provvedimenti e con l’occasione vi ricordiamo di
risolvere tutte le questioni ancora in sospeso.
Grazie
26 luglio 2016
18:07
salve vi volevamo
segnalare che nella sala è presente un forte odore di fogna e fanghi,
proveniente dalle bocchette di diffusione dell’aria.
Siamo stati
costretti ad aumentare la temperatura per far si che si fermassero le ventole e
aprire le finestre, riscaldando ulteriormente l’ambiente e il disagio
lavorativo.
Saluti
5 agosto 2016
09:08
Buongiorno,
sono appena entrata al lavoro e nella sala c’è un odore nauseante.
sono appena entrata al lavoro e nella sala c’è un odore nauseante.
Ieri l’odore era
solo dalla parte dei pianificatori oggi si espande anche da
noi.
Mi domando se è
corretto che io rimanga alla mia postazione di lavoro a respirare questa
schifezza o se le organizzazioni sindacali possano chiedere che i lavoratori
siano immediatamente spostati.
Credo che a
nessuno faccia piacere, a di là della pericolosità o meno, dover respirare
puzzo!!!
Saluti
---------------------
To:
Sent:
Sunday, August 07, 2016 11:26 AM
Subject:
VIAREGGIO DAL 9 AL 21 AGOSTO FESTA “PARTIGIANI SEMPRE”
Vi aspettiamo, diffondete.
Ciao,
grazie.
Maria
FESTA
POPOLARE DAL 9 AL 21 AGOSTO
del
Circolo “Partigiani Sempre” Tristano Zecanowski “Ciacco” con Lotta Unità e il
Coordinamento Comunista Toscano
Viareggio -
Darsena Pineta di Levante (tra Stadio dei Pini e Palazzetto dello
Sport)
Martedì 9
agosto ore 18.00: in apertura della Festa il ricordo del compagno Fabio
Giannecchini “Fabietto”
DIBATTITI:
martedì
16 agosto - ore 21.45
Sulla
questione internazionale: imperialismo e resistenze
partecipa
Manlio Dinucci, saggista e giornalista
venerdì 19
agosto - ore 21.45
sulla
questione sindacale: controriforme padronali e conflitto
operaio
PRESENTAZIONE
LIBRI
giovedì 11
agosto - ore 17.45
“La
Francese” la lunga vita di Giovanna Mayne di Virginio Monti. Partecipa l’autore
venerdì 19
agosto - ore 17.45
“Mai senza
rete” 13 autori sulla salute e la sicurezza del lavoro. Partecipa Simona
Baldanzi
sabato 20
agosto - ore 17:45
Amianto:
morti di “progresso” di Michele Michelino e Daniela Trollio. Partecipano gli
autori
SPETTACOLI E
CONCERTI GRATUITI (ore 21.45)
martedì 9:
Kinnara - Cover De André
mercoledì
10: Leo Boni - Blues
giovedì 11:
Elisabetta Salvatori in teatro “Scalpiccii sotto i platani”
venerdì 12:
Coro d’Assalto “Garibaldi” - Canti popolari di lotta
sabato 13:
Nait Orkestra con Manolo Strimpelli - Musica Folk
domenica 14:
M.U.S. - Musica e ritmi del Sud Italia
lunedì 15:
Contratto Sociale - Canti popolari di lotta
mercoledì
17: Giorgio Dolce - Musica brasiliana
giovedì 18:
Maran Oriental Ensemble - musica etnica
SABATO 20:
BANDA BASSOTTI - MUSICA SKA
domenica 21:
I Carlito Brigante - Musica latino-americana
E la Festa
continua a sostegno di disoccupati e disoccupate
lunedì 22:
CarnevalDarsenaSciò - Spettacolo in omaggio di Egisto Malfatti
martedì 23:
A. Benedusi e J. Gori - Canti popolari e teatro
Tutte le
sere Cucina, Bar, Libreria, Stand
Bar dalle ore 18.00
Cucina dalle ore 19.45
Circolo
Partigiani Sempre
Lotta
Unità
Coordinamento
Comunista Toscano
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