Banche salvate con i soldi nostri

CHIARO COME LA LUCE DEL SOLE


Che cos'è l'effrazione di una banca di fronte alla fondazione di una banca?”
(B. Brecht)

Con il salvataggio delle banche Venete e del Monte dei Paschi di Siena, lo Stato ha salvaguardato non i piccoli risparmiatori ma i profitti del capitale privato socializzandone le perdite che ricadono interamente sullo stato (e su noi). Ma il piano salva banche permette alle stesse di licenziare migliaia di dipendenti. Chi ha combinato il disastro potrà dormire sonni tranquilli e a pagare saranno ancora una volta i cittadini con le tasse e i lavoratori che perderanno il posto.

Sarebbe stato possibile fare altro?
Intanto nazionalizzare le banche, aprire una commissione di inchiesta trasparente e perseguire eventuali responsabilità, invece l'ennesimo colpo di spugna salva managers.

Chi ha salvato le banche ogni giorno spende 100 milioni di denaro pubblico in armamenti e missioni militari, sono gli stessi governanti per i quali impedire il diritto di sciopero è una priorità assoluta, governanti che ai tavoli dei rinnovi contrattuali si presentano proponendo elemosine travestite da aumenti.

Del resto , dopo 9 anni di blocco contrattuale, nel Pubblico Impiego si guadagna altro tempo perchè non ci sono i soldi per i 3,2 milioni di lavoratori e lavoratrici.

Intanto sono piu' di 30 i miliardi di euro spesi dal novembre 2015 per salvare le banche senza considerare le migliaia i posti di lavoro persi con gli appalti (per esempio delle pulizie) rinnovati al massimo ribasso il che determina ulteriori perdite occupazionali.

Non ci sono i soldi per rinnovare i contratti, per rafforzare ed estendere gli ammortizzatori sociali, non ci sono fondi per la ricostruzione delle zone terremotate, si innalza l'età pensionabile e in prospettiva lavoreremo per un assegno da fame fino a 70 anni di età.

Ma i soldi per salvaguardare i profitti speculativi finanziari si trovano e non si bada a spese.

Due pesi e due misure ben distinte che confermano, per chi avesse ancora dei dubbi, la natura padronale di questo Governo e dei sindacati che firmano con lo stesso ogni genere di accordo

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