La chiusura della biblioteca provinciale di Pisa? L'ennesimo regalo della Legge Del Rio



A Pisa esisteva uno spazio culturale importante utilizzato da studenti medi ed universitari come sala studio e consultazione, uno spazio servito a tanti cittadini\e per leggere testi in prestito o consultare i giornali. Generazioni succedutesi hanno avuto come punto di riferimento la biblioteca della provincia, fraternizzato con il personale che ha gestito questo spazio con scrupolo sentendolo come uno spazio da difendere e valorizzare.
La chiusura della biblioteca comunale è una ferita perchè è stato chiuso un luogo di eccellenza per tutta la nostra comunità.

Quando parlavamo della Legge Del Rio come una catastrofe non sapevamo ancora del corpo forestale soppresso, delle strade e del territorio senza cura e manutenzione, delle politiche di orientamento del lavoro abbandonate al loro destino, eravamo tuttavia consci che i fautori dello smantellamento delle Province avevano una idea della cultura alquanto opinabile come qualcosa di superfluo e di sacrificabile. Diversamente avrebbero difeso  e valorizzato la biblioteca provinciale che oggi, invece, chiude i battenti. Del resto cosa potevamo attenderci da chi ha prima investito e poi tagliato la protezione civile, il servizio viabilità e quello che si occupava dell'edilizia scolastica?

Parlavano di riduzione dei costi ma in realtà pensavano  solo alla moltiplicazione di poltrone di enti e società inutili, dove comunque il denaro pubblico viene speso senza un effettivo controllo da parte dei cittadini, pensavano che una presenza del pubblico nella gestione del territorio, dell'edilizia, delle politiche inerenti il lavoro e la formazione e la stessa cultura fosse un ostacolo da rimuovere sulla strada delle privatizzazioni e per applicare i dettami del libero mercato.

E in nome di questi presunti valori una biblioteca comunale puo' essere sacrificata cancellando decenni di storia e di servizi erogati alla cittadinanza

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