Eco reati, disastri ambientali e Giustizia

La riforma della giustizia proposta dalla ministra Cartabia è stata oggetto di numerose polemiche nel mezzo dell'Estate ma dopo pochissime settimane è già caduta nel dimenticatoio.
Uno dei gravi e irrisolti problemi è legato agli ecoreati, ai reati commessi per disastro ambientale e nel disprezzo della salute pubblica. Il nostro paese presenta innumerevoli siti inquinati e mai bonificati, mancano stanziamenti adeguati per tutti gli interventi necessari a tutela della salute pubblica. 
Molti dei processi per ecoreati sono a rischio, migliaia di cittadini attendono risarcimenti e giustizia per avere contratto, loro e i familiari, malattie spesso mortali. Processi infiniti con evidenti sperequazioni di mezzi e strumenti a disposizione, gli inquinatori sovente possono contare su avvocati di grido e consulenti strapagati al contrario di comitati e semplici cittadini.
Ridurre i tempi per questi processi puo' essere assai rischioso perchè sono richiesti pareri e studi complesse dal punto di vista tecnico e scientifico, necessitano di tempi piu' lunghi di altri processi.
Molti operai attendono da decenni giustizia o risarcimenti, iter burocratici e giudiziari infiniti ma la lenta macchina della giustizia italiana non puo' mettere sullo stesso piano tutti i procedimenti giudiziari. 
Un vecchio slogan degli anni che furono diceva che la giustizia è veloce quando si tratta di colpire e punire gli ultimi ma assai lenta e macchinosa quando sono in gioco le ifedine penali dei potenti, eppure non possiamo ridurre i tempi per l'appello e la Cassazione entro certi limiti quando sono in gioco interessi pubblici.
 
 La macchina della giustizia dovrebbe essere rapida entro tempi ragionevoli ma per produrre prove nei processi legati ad eco reati e disastri ambientali non sempre la rapidità porta ai risultati sperati come dimostra l'iter giudiziario di tanti casi.In numerosi processi sul banco degli imputati non troviamo solo imprenditori ma anche amministratori  pubblici compiacenti o comunque del tutto subalterni ai dettami aziendali. Una giustizia degna di questo nome dovrebbe impedire che si sfilino dai provvedimenti quanti hanno responsabilità soggettive ed oggettive davanti ai disastri ambientali. E al contempo il pubblico dovrebbe ottenere tempi rapidi per i risarcimenti e le bonifiche con costi elevati e spesso scaricati sulla comunità da parte di chi per anni ha accumulato enormi profitti. 
 
La nostra paura è che con la riforma Cartabia e tempi ristretti non sia possibile arrivare alla conclusione di processi per reati ambientali negando giustizia e risarcimenti alle vittime del profitto, al contempo siamo certi che molto debba essere ancora fatto per addebitare i costi delle bonifiche alle multinazionali che per anni hanno devastato i territori minando la nostra stessa salute 

 

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