Prorogare le graduatorie nel pubblico impiego non è più un tabù

Prorogare di un anno le graduatorie dei concorsi pubblici, ampliare le facoltà assunzionali negli enti locali e risorse ulteriori a quelle già stanziate per i contratti? Non è detta l'ultima parola, dal cilindro del Governo , l'illusionista presidente Renzi potrebbe far uscire qualche euro in piu' in aggiunta alla miseria già prevista. Il governo farebbe campagna elettorale per il sì, il sindacato che subisce di tutto e di più canterebbe vittoria Se ne parla da giorni e i correttivi alla manovra finanziaria di fine anno potrebbero andare nelle direzioni sopra evidenziate incassando il consenso di un sindacato che ormai negli enti locali è diventato lo zerbino delle amministrazioni locali, indisponibile a trattare sugli argomenti salienti e interessato solo a concludere accordi decentrati per cantare vittorie di Pirro E su questi punti il Governo metterebbe tutti d'accordo, dalla opposizione ai sindacati. La questione delle graduatorie concorsuali da rinnovare è di grande importanza anche se gli enti locali fanno sovente ricorso alla mobilità da altro ente, nello spirito della riforma Brunetta che ormai mette d'accordo l'intero arco parlamentare e gran parte dei sindacati della falasa meritocrazia Nei fatti la proroga delle graduatorie sarebbe un atto di giustizia visto che i continui blocchi delle assunzioni nei settori pubblici rischiano di vanificare la idoneità concorsuale . Se sulla proroga delle graduatorie dovrebbe esserci scontato l'emendamento, altro discorso va fatto per l'aumento delle risorse destinate ai contratti (ma qualche euro in vista del 4 dicembre non si negherà a nessuno .... fermo restando che tali importi non cambieranno la miseria dei rinnovi contrattuali) e per le nuove norme in materia di assunzione. Difficile che si torni al turn over al 100% per gli enti locali sotto i 10 mila abitanti come i piccoli comuni richiedono da tempo Di certo stanno venendo alla luce le contraddizioni del Governo in materia di pubblico impiego tra rapporti che sanciscono la crisi del sistema sanitario e enti locali che necessitano di personale per erogare servizi

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