Una azienda nel pisano invita i lavoratori a votare si.....

Credere obbedire e combattere? Una risposta dovuta al proprietario della Td Group Valerio Castelli, proprietario di una azienda informatica della provincia di Pisa. ricorda i vecchi padroni delle ferriere o quei capitalisti vecchio stampo che facevano il bello e il cattivo tempo nella vita degli operai , con pratiche tese ad 'invadere la sfera privata e la dignità personale per imporre costumi, comportamenti e idee politiche piegando cosi' la libertà individuale alla logica del profitto. La TD Group non sarà la prima né l'ultima azienda che prova a indirizzare il voto dei suoi dipendenti a favore dei promotori del Si, del resto troviamo tutto il mondo imprenditoriale unito in un intento comune, quello di sopprimere qualsiasi libertà di espressione del pensiero e, soprattutto, qualsiasi forma di rappresentanza associativa . Ue e Confindustria parlano di urgenza delle riforme per indirizzare il sistema verso il semipresidenzialismo in una logica di crescita e sviluppo che si ispira alle idee neoliberiste spinte alle piu' estreme conseguenze Da questi pochi fatti si evince che di certo il Si al referendum accomuna Governo e Confindustria ma gli interessi dei lavoratori e delle lavoratrici potranno identificarsi con quelli dei loro padroni? L'accentramento dei poteri, le riforme, la modifica dell'impianto costituzionale tanto per abusare  di una parola stravolgendone il significato e per dare al si una accezione positiva, fanno i nostri interessi?..fanno gli interessi dei lavoratori? Noi pensiamo di No. Td Group infatti non vorra', con la vittoria del Si, occultare alcune scelte imprenditoriali fallimentari che hanno determinato la perdita di innumerevoli posti di lavoro, la perdita di alcune commesse importanti quali Servizio Ict Comune Pisa e Estav, ed il ricorso, da quattro anni, agli ammortizzatori sociali? Ci chiediamo cosa ne pensi allora la  stessa Fiom, sindacato maggioritario presente in Td Group ,di questa sponsorizzazione del Si'. Noi non vorremmo che nei luoghi di lavoro lo schieramento per il No al referendum del 4 dicembre venisse annacquato dal quieto vivere e dalla sudditanza ai padroni che sviliscono la libera forma di espressione dei lavoratori e la loro dignità individuale riducendola a semplice merce di scambio. Ci pare evidente che il solo voto al referendum del 4 dicembre per contrastare i padroni sia il No, perchè le loro riforme sanciscono per noi perdita di diritti e di potere di acquisto e di contrattazione

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