NUCLEARE E VENTI DI GUERRA:IL LASCITO DEL 2018
NUCLEARE
E VENTI DI GUERRA: IL LASCITO DEL 2018 di Franco
Astengo
1) Russia: Putin, "Ritiro Usa da Inf.
Garantiremo nostra sicurezza"
Stiamo assistendo al collasso del
sistema internazionale di deterrenza" e c'e' un pericolo di "catastrofe globale"
nell'idea che prende piede in Occidente di "usare armi nucleari di bassa
potenza". Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin, nella conferenza
stampa di fine anno, aggiungendo che "la superiorità russa nella difesa
missilistica è un elemento di deterrenza nella corsa globale agli armamenti e
serve a mantenere la parità strategica". "C'e' una tendenza, ad abbassare la
soglia per l'uso di armi nucleari", ha avvertito, sottolineando che in Occidente
"è apparsa l'idea di usare armi nucleari a bassa carica, che potrebbe portare a
una catastrofe globale". "Se arriveranno i missili in Europa poi l'Occidente
non strilli, se noi reagiremo", ha detto, auspicando che "l'umanità' abbia
abbastanza buon senso per evitare il peggio". "E' molto difficile immaginare
come evolverà la situazione" dopo l'uscita degli Usa dal Trattato
sull'eliminazione dei missili a raggio corto e intermedio (Inf.), ma la Russia
dovrà "garantire la propria sicurezza". Lo ha detto il presidente russo Vladimir
Putin, nella conferenza stampa di fine anno. "Ora gli Stati Uniti stanno facendo
un altro passo, stanno lasciando l'Inf. Cosa accadrà? E' molto difficile
immaginare come evolverà la situazione", ha dichiarato, ribadendo che se i
missili americani verranno dispiegati in Europa, Mosca "dovrà rispondere e
garantire la propria sicurezza".
2) Trump vuole uscire dall'accordo con
la Russia sul disarmo nucleare
Il presidente Usa accusa Mosca di
aver violato l'intesa
Gli Usa vogliono uscire dal Trattato
sul disarmo e sul controllo delle armi nucleari con la Russia. Lo ribadisce il
presidente americano Donald Trump che accusa Mosca di averlo violato. "La Russia
non ha aderito all'accordo, quindi concluderemo l'accordo", ha detto Trump ai
giornalisti a Elko, in Nevada, dove è impegnato in una visita elettorale per le
elezioni di medio termine.
"La Russia ha violato l'accordo, lo
violano da molti anni, non so perché il presidente (Barack) Obama non ha
negoziato o non si è ritirato, e non lasceremo che violino un accordo nucleare e
continuino a costruire armi mentre a noi
non è permesso".
3) Verso una nuova corsa agli
armamenti?
Il Trattato sulle forze nucleari
intermedie (INF) sulle armi nucleari a raggio intermedio fu sottoscritto nel
1987 dagli Stati Uniti e dall'Unione sovietica i cui presidenti all'epoca erano
Ronald Reagan e Michail Gorbaciov. "Lo hanno violato per molti anni", ha detto
Donald Trump, aggiungendo che gli Stati Uniti ora "svilupperanno queste
armi".
L'accordo sino a oggi è stato una
delle pietre miliari del disgelo che portò alla fine della guerra fredda. Grazie
all'accordo furono distrutti 2.692 missili, 846 americani e 1.846 russi. L'Inf.,
frutto di uno storico vertice a Reykjavik tra Reagan e Gorbaciov l'anno prima
della firma, servì a limitare il numero dei missili dispiegati in Europa. Se
è vero che Mosca da anni ormai viola gli impegni presi 31 anni fa, lo strappo di
Washington rischia di riaprire la corsa agli armamenti e di innescare una nuova
"guerra fredda" con Mosca e Pechino.
Il ritorno all’immediato pericolo
nucleare nel confronto tra le superpotenze rappresenta il lasciato più
drammatico di questo 2018 che si sta concludendo in queste
ore.
Intendiamoci bene: non che, nel corso
di questi anni, si sia vissuti in un’era di pace, tutt’altro come storia e
cronaca ci hanno insegnato ma nelle condizioni descritte dagli interventi sopra
riportati si tratterebbe di un ritorno diretto a quell’equilibrio del terrore
che contrassegnò la guerra fredda a partire dai bombardamenti di Hiroshima e
Nagasaki dell’agosto 1945.
4) Il nuovo quadro mondiale e l’impegno
prioritario per il movimento per la pace
Il quadro mondiale sta mutando rapidamente di segno
rispetto alla fase contraddistinta dalla caduta dell’URSS, dall’accelerazione
della globalizzazione, dall’assunzione da parte degli USA del ruolo di “gendarme
del mondo”.
Le guerre esplose in diversi punti del pianeta, e di
nuovo in Europa, presentano un segno diverso: quello della possibilità di essere
propedeutiche o anticipatrici di un nuovo conflitto globale tra superpotenze,
asimmetriche tra loro dal punto di vista della forza militare ma entrambe
impegnate nello svolgimento di una funzione di tipo
imperialista.
L’obiettivo della pace assume una valenza prioritaria,
quasi di sintesi delle contraddizioni di questa fase della modernità: di sintesi
e di riassunto al riguardo delle stesse prospettive di permanenza in vita
dell’umanità sul pianeta.
Prospettive messe in discussione dall’assalto
capitalistico alle risorse naturali, al territorio, all’ambiente. Assalto spinto
fino al punto di alterare equilibri millenari e far presagire una vera e propria
“espulsione” della vita umana dal globo nel giro di qualche
generazione.
Senza la pace non vi può essere “politica” ed è questo
il motivo perché bisogna far ritornare questo punto in cima ai nostri obiettivi
in qualunque punto del Pianeta si lotti per il superamento del
capitalismo.
Sfruttamento dell’uomo sull’uomo, sfruttamento dell’uomo
sulla terra, sull’acqua, sull’aria, genocidi, stermini di massa: un intreccio
mostruoso che trova proprio il suo punto di saldatura nell’idea di guerra
globale.
Il pericolo di guerra è tornato avere una sua logica
razionale e strumentale all’interno del concetto e della pratica della
modernità.
Dentro la globalizzazione era venuta a mancare la
distinzione tra guerra e terrorismo, fra civili e militari, fra Stati e gruppi
armanti “privati” e questo aveva fatto smarrire il senso della piena
internazionalizzazione del conflitto.
5) Conclusione
Oggi è mutata la qualità di fondo della presenza della
guerra in questa fase della storia ed è il caso di riprendere la riflessione su
tre punti : la lotta per la pace come priorità di un’agenda che non dobbiamo
farci imporre da nessuno; l’internazionalizzazione immediata del movimento; la
connessione, sul piano teorico e politico, dell’idea della pace con il complesso
delle contraddizioni riguardanti lo sfruttamento del genere umano (senza
dimenticare la sopraffazione del genere femminile che dura e perdura nella
maggior parte degli angoli del mondo), della natura, della
vita.
E’ questo l’impegno prioritario da indicare per il
2019.
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