Sulla statalizzazione delle scuole comunali dell'Infanzia: la parola ai delegati del sindacato di base
Questa la lettera inviata alla stampa dai delegati rsu del sindacato di base al comune di Pisa
L’Amministrazione comunale, sulla stampa locale, celebra il
percorso di statalizzazione iniziato due anni or sono e oggi, con la
complicità della Regione Toscana, in dirittura di arrivo
Ma poi la validità amministrativa di un percorso non dovrebbe essere scontata per la realizzazione dello stesso?
Andiamo ai fatti ossia
- niente dice l'assessore Munno su alcune questioni dirimenti come l'ascolto delle famiglie, dei comitati genitori e della città per i quali le scuole dell' infanzia comunali hanno sempre rappresentato un patrimonio anche affettivo
- Munno e con lei il Sindaco, continua a non rispondere alle stesse
domande: come verranno impiegate le cospicue risorse che si liberano
dal bilancio? Verranno tutte ma proprio tutte usate per l’istruzione?
Per un organico sviluppo di qualità e quantità dei servizi per
l’infanzia accessibili a tutte le famiglie o i soldi risparmiati con la
statalizzazione verranno destinati a piu' usi per raccogliere facile
consensi ? Dov'è il progetto di potenziamento dei nidi annunciato?
- Parliamoci chiaro: fino ad oggi, in due anni, cosa ha fatto la giunta Conti in questo settore? Ben poco ascolto verso le scuole, verso direzioni scolastiche, insegnanti e famiglie, stanno smontando il patrimonio cittadino delle scuole d’infanzia senza alcun investimento organico sui servizi educativi e amministrativi del settore, pochi interventi sull’edilizia scolastica comunale. L'idea della Giunta è ridimensionare il bilancio di spesa per educazione e istruzione senza per altro una visione complessiva
- La decisione, per noi insensata, di statalizzare le tre materne mette in difficoltà i
comuni limitrofi, una decisione assunta con arroganza nella conferenza
educativa d’area tanto da impedire la nascita di nuove sezioni della scuola pubblica. La logica è perversa, per statalizzare le scuole materne
comunali non si apriranno altre scuole pubbliche in provincia dove
magari ce ne sarebbe maggiore bisogno e cosi' facendo la scuola pubblica nel suo complesso esce indebolita . Pisa si è dimostrata insensibile ai bisogni dei
comuni piu' piccoli (governati dal centro sinistra) quando nel passato,
da parte dei comuni della provincia di Pisa non c'è stato alcun
ostruzionismo verso le richieste della Cascina governata dalla Lega. Sulla istruzione e sulla sanità a guidare l'operato degli amministratori dovrebbero essere ben altri principi.
- Per ultimo, ma non per ordine di importanza, una considerazione: nel Paese al tempo di Covid, quando sarebbe necessario aumentare il numero di insegnanti nelle scuole statali di ogni ordine e grado per la riapertura a settembre, il Comune di Pisa che fa? Assorbe risorse statali per sgravare il proprio bilancio e le nega alle altre scuole statali del territorio. E tutto cio' accade perchè l’Ufficio scolastico regionale glielo permette
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