Il lavoro che cambia: intervista sui processi in atto nella Pubblica amministrazione
d: mancano pochi giorni dall'inizio dell'anno scolastico
L'anno scolastico è alle porte ma sono migliaia i lavoratori e le
lavoratrici precari\e della scuola che attendono la stabilizzazione. E
non parliamo solo del comparto scuola ma anche degli Enti locali, ci
sono comuni che potrebbero avviare le procedure per la stabilizzazione
ma non lo fanno anche grazie all'inerzia sindacale. Poi ci sono
sindacati sedicenti di classe e conflittuali che firmano appelli
nazionali roboanti ma nei loro posti di lavoro sono a dir poco
arrendevoli. La solita prassi incoerente, del resto si contesta la
mancanza di democrazia sindacale ma in alcuni piccoli sindacati di base
si riproducono le stesse dinamiche dei grandi sindacati, dalla gestione
dei soldi ai processi decisionali arrivando perfino a inviare lettere
di diffida ai datori di lavoro per delegittimare l'operato dei delegati
scomodi e indipendenti.
la precarizzazione del lavoro imperversa...
E con la crisi del Covid sempre di piu'. I\le Precari\e nella Pa
sono migliaia, per molti non sono arrivati i 36 mesi necessari per le
procedure di stabilizzazione, contratti a tempo arrestati pochi giorni
prima dalle amministrazioni proprio per impedire il raggiungimento del
requisito.
Negli enti locali poi, in virtu' di anni di tagli e politiche di
austerità, mancano numerose figure professionali indispensabili per la
gestione dei servizi, si sono smantellate le Province raccontando la
storiella delle spese eccessive quando invece, dati alla mano,
raggiungevano meno dell'1% della spesa totale della Pa.
La Pubblica amministrazione è stata il banco di prova , nel passato,
per far passare processi di ristrutturazione come lo smantellamento
delle Province e lo sarà anche nell'immediato futuro attraverso il
lavoro agile e le "riforme" richieste dall'Ue. Chi del resto ha
dimenticato le richieste dell'Europa in nome dell'austerità?
Quale è il ruolo dei Sindaci?
I Sindaci da molti anni hanno assunto atteggiamenti controproducenti
hanno accettato e fatto propri i Patti di stabilità che hanno sancito
il sostanziale blocco del turn over, hanno lesinato fondi al Governo ma
poi puntualmente, anno dopo anno, hanno sottoscritto i contenuti delle
Leggi di stabilità, anche quando imponevano enormi sacrifici ai Comuni e
alle comunità locali. Poi ci sono le ordinanze anti degrado , i piani
di riorganizzazione degli spazi urbani, tutti argomenti non prettamente
sindacali ma sui quali i lavoratori e le lavoratrici dovrebbero puntare
l'occhio per non subire processi decisionali. Noi siamo altresi'
convinti che il punto di partenza sia il diritto alla città analizzato
da Lefebvre (ndr per saperne di piu' rinviamo a un articolo di un
giovane ricercatore
https://www.researchgate.net/publication/337244544_Sul_concetto_di_Diritto_alla_citta_in_Henri_Lefebvre_in_AltroNovecento_rivista_scientifica_della_Fondazione_Micheletti_di_Brescia_n_39_dicembre_2018_online_ISSN_2704-6176)
E il lavoro pubblico?
Sta cambiando il lavoro pubblico ma i processi di trasformazione
investono direttamente la forza lavoro, ad esempio attraverso il ricorso
allo smart working.
E' una autentica assurdità non riconoscere al personale in smart il
buono pasto e la indennità condizione lavoro quando si impongono orari e
rendicontazioni che con il lavoro agile nulla avrebbero a che vedere ma
piuttosto al telelavoro.
Tre anni fa venne approvata la Legge sullo smart ma i contratti,
pubblici e privati, non hanno recepito a livello normativo questa nuova
modalità di lavoro. Il rischio è di trovarci i prossimi rinnovi solo
funzionali a regolamentare il lavoro agile con rinnovi, calcolati con i
codici Ipca, che non permetteranno alcun recupero del potere di
acquisto, anzi finiranno con l'indebolire anche il potere contrattuale.
Gli spazi di agibilità sindacale sono da tempo ristretti per le Rsu,
la tendenza degli ultimi anni è stata quella di limitare il ruolo e il
potere contrattuale delle Rsu soprattutto laddove al loro interno
operano delegati\e eletti\e nelle liste del sindacalismo di base
Al contempo anche le funzioni delle Rsu non possono essere difese in
toto perchè non svolgono sovente un ruolo conflittuale limiutandosi, i
singoli delegati, ad operare come rappresentanti di un singolo ufficio o
direzione. Cosi' facendo perdiamo di vista la rappresentanza
complessiva e si finisce con l'assecondare logiche corporative che si
ripecuotono negativamente sulla forza lavoro.
Molte sono le problematiche riguardanti la forza lavoro nella Pa,
potremmo citare il personale della sanità o dei vigili del fuoco, i
ministeriali o gli enti locali.
Quello che manca è una visione di insieme della Pa e una
rivendicazione che sappia tenere insieme i comparti e soprattutto i
lavoratori e le lavoratrici.
una piattaforma rivendicativa dovrebbe essere una occasione utile
per costruire dei percorsi all'insegna del conflitto, dell'unità e della
ricomposizione, La Cub pubblico impiego si prefige questo obiettivo e a
tale scopo promuoveremo una assemblea on line aperta per raccogliere
proposte , rivendicazioni, richieste . Cio' che vogliamo è riprendere
insieme ai lavoratori e alle lavoratrici della Pa un ragionamento comune
per avanzare rivendicazioni credibili e percorsi conflittuale senza
attendere dall'alto decisioni che saranno solo negative per noi tutti\e
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