Quella aberrazione chiamata sostenibilità finanziaria: a proposito di assunzioni negli Enti locali

Ricordate quando i Governi parlavano del ritorno alla piena facoltà assunzionale negli Enti pubblici dopo anni di blocco delle assunzioni e politiche di austerità?

A distanza di anni iniziamo a comprendere la realtà, ad esempio le intenzioni non sono state seguite dai fatti perchè, ad esempio gli enti locali continuano ad essere assoggettati a regole che ostacolano le assunzioni o ne limitano i numeri e  l'efficacia.

In epoca pandemica molti avevano asserito che la crisi del settore pubblico, sanità in primis, era anche legata al decennale blocco delle assunzioni e a disinvestimenti da parte dello Stato che avevano acuito i ritardi dell'Italia rispetto agli altri paesi europei. Ma anche in questo caso alle parole non sono seguiti i fatti.

Prendiamo ad esempio il nuovo sistema di calcolo delle cosiddette capacità assunzionali dei Comuni che non sono piu' legati al turn over, del resto anche la stessa dotazione organica è stata soppiantata dai piani di fabbisogno che spesso piegano le politiche di personale alle logiche politiche degli amministratori. 

Per assumere si prende in esame la cosiddetta sostenibilità finanziaria basata sul rapporto tra la spesa di personale e le entrate correnti al netto del Fondo crediti dubbia esigibilità

Ci sembra preoccupante questo parametro in tempi nei quali le entrate degli Enti locali sono messe in grave crisi dalla pandemia e dal sostanziale indebolimento delle entrate statali.

In questo modo ogni ente dovrà dimostrare di assumere personale mantenendo sostanzialmente l'equilibrio di bilancio tra entate ed uscite. Detto in altri termini le politiche di austerità restano vigenti, la sostanza non cambia poi di molto e un Ente dovrà prima di assumere accertarsi , e dimostrare il tutto al collegio dei revisori, la sostenibilità finanziaria delle assunzioni per il presente e il futuro. 

Ancora una volta le ragioni del pareggio di Bilancio la fanno da padrone nel senso che non si chiede tanto un pareggio contabile tra entrate ed uscite ma una sorta di equilibrio finanziario da conservare nel corso degli anni il che imporrà politiche fiscali sempre piu' forti e scelte sociali e politiche tali da privilegiare innanzitutto la sostenibilità economica sacrificando interventi sociali e spese non produttive.

Molto dipenderà allora dalla Programmazione dell'Ente nel senso che le assunzioni dovranno avere in cambio un progetto contabile e finanziario che impone fin da ora scelte obbligate e impopolari anche in ambito sociale. E poi siamo certi che lo Stato garantirà anche in futuro le stesse entrate agli Enti locali? Come è possibile pensare a una sostenibilità delle scelte degli Enti locali senza avere certezza che non ci saranno ulteriori oneri, senza un euro in cambio, scaricati dallo Stato sulle comunità locali? Non siamo in presenza di una austerità imposta con sempre piu' forza a Regioni ed Enti locali?

E gli Enti locali con bilanci piu' deboli e organici del tutto insufficienti potranno avviare le assunzioni necessarie? Crediamo che il parametro della sostenibilità finanziaria si possa ripercuotere negativamente soprattutto sugli Enti locali delle isole e del Meridione, una sorta di antipasto dell'autonomia differenziata tanto agognata dal Pd e dal centro destra, per capirlo basta guardare i dati e capiremmo che quasi il 50% degli Enti locali si trova in situazioni critiche e deficitarie.

E di questo passo un Ente locale dovrà inventarsi tutte le forme possibili per avere maggiori entrate e cosi' rendere sostenibile il bilancio con le assunzioni del personale di cui ha fortemente bisogno per continuare ad erogare servizi. In un colpo solo tornano tutte le politiche di austerità che erano uscite dalla finestra per entrare oggi, in trionfo, dalla porta di ingresso . Dopo mesi e anni di promesse il Governo ha deliberato un sistema di calcolo della capacità assunzionale dei Comuni che invece di semplificare l'iter necessario alle assunzioni crea ulteriori rigidità e ostacoli . Le promesse di investire nella Pubblica amministrazione , ancora una volta, non saranno mantenute aumentando burocrazia e creando sempre piu' problemi agli Enti locali

 

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