Stanno costruendo un contratto nazionale delle Funzione centrali che accresce le disuguaglianze tra il personale

Il CCNL Funzioni centrali introduce crescenti sperequazioni tra i dipendenti pubblici e presto queste norme si diffonderanno in tutti i comparti della Pubblica amministrazione.

 
Arrivano quindi i «differenziali stipendiali» giustificati con le cosiddette capacità professionali acquisite sul campo. Uffici articolati in operatori, assistenti, funzionari ed elevate professionalità e le elevate professionalità.
 
Si introducono i contratti ad personam con questi «differenziali stipendiali» a premiare  «il maggior grado di competenza professionale progressivamente acquisito dai dipendenti nello svolgimento delle funzioni».
 
Se si volesse motivare  economicamente il personale sarebbe sufficiente prevedere una quattordicesima per tutta la PA e allo stesso tempo non porre alcun limite alle progressioni di carriera al contrario di quanto invece sta facendo la Corte dei Conti imponendo il tetto del 35% del personale beneficiario annualmente delle progressioni di carriera
 
Inutile dire che i sindacati sono a favore della sperequazione salariale come dimostrerà la firma ai contratti in discussione senza dimenticare che i finanziamenti previsti per i rinnovi non consentiranno recupero del potere di acquisto perduto nei 9 anni di blocco della contrattazione.
 
La Brunetta torna ad essere il faro guida del Governo e dei sindacati  con la divisione del personale in quattro aree e la creazione dell'area dell’alto funzionariato tecnico.
 
La prossima tappa riguarderà la revisione degli ordinamenti professionali del pubblico impiego insieme ad una regolamentazione dello Smart Working.
 
Sarà rafforzata quella performance che nel corso degli anni ha solo alimentato disuguaglianze economiche senza portare alcun beneficio ai lavoratori e ai servizi della Pa
 
Non saranno invece incrementati nella maniera dovuta i fondi per il salario accessorio, la contrattazione  dovrà essere contenuta « nei limiti delle risorse destinate a tale finalità» (articolo 3, comma 2 del Dl 80/2021)
 
Se queste sono le premesse, i prossimi contratti della Pa saranno solo a perdere, meno diritti e meno salario, maggiori disuguaglianze e disparità crescenti.

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