Eutanasia degli enti locali


In otto anni sono “spariti” 336 Comuni.  Difficile da spiegare ma in silenzio hanno distrutto posti di lavoro, innumerevoli servizi attraverso continui processi di fusione, ben 85 fusioni , alle quali si aggiungono  incorporazioni con il coinvolgimento di quasi 450 amministrazioni.

Con la fusione e le incorporazioni i servizi non sono aumentati ma diminuiti tra accorpamenti e orari rimasti invariati, la propaganda è servita per trasmettere un messaggio diametralmente opposto alla realtà, ossia che la fusione avrebbe accresciuto l'efficienza dell'ente locale.
 
Da alcuni anni ormai è prassi alimentare l'illusione che solo fondendosi i comuni possano vivere, specie quelli piu' piccoli. La responsabilità è del Governo che ha di fatto bloccato nei piccoli enti le assunzioni, piccoli enti trovatisi negli ultimi 5\6 anni in condizioni di grave difficoltà ; la facoltà assunzionale (100% dei pensionamenti avvenuti nel 2017) non basta a colmare i vuoti paurosi degli organici.
Poi aggiungiamo le sempre minori risorse destinate agli enti locali e il quadro che avremo è quello di Governo e Regioni che spingono verso la medesima direzione, ossia distribuire incentivi e promesse agli enti disponibili a fondersi. 

Non sono poi in gioco solo i servizi ma anche la democrazia perchè per eleggere un consigliere comunale ci sarà bisogno di piu' voti, idem per presentare delle liste.

Fusioni e incorporazioni sono presenti in ogni regione, prevalgono le regioni del Nord ma resta il fatto che dalla spending review del Governo Monti (correva l'anno 2012) il ricorso alle fusione è diventato particolarmente di moda , incentivata economicamente  e motivata da tanti luoghi comuni secondo i quali i piccoli enti sarebbero anacronistici.

 Peccato che in Francia siano proprio i piccoli enti locali l'anima del loro sistema perchè piccolo non è sinonimo di inefficienza. I soli a non averlo capito sono quelli del Pd che in compagnia di settori della destra si ergono a paladini delle fusioni.

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