Industria 4.0? Prima distruggiamo il vecchio welfare e rivoluzioniamo le politiche industriali.

Merito e competenze, innovazione, modelli d’impresa sono specchietti per le allodole e i pennuti siamo noi che cadiamo nella trappola ideologica del nuovo.

 I prossimi mesi saranno importanti per gettare le basi dei processi di ristrutturazione che per altro sono partiti da anni, con l'innalzamento della età pensionabile, la distruzione dell'art 18 e passeranno attraverso la riscrittura dei contratti, l'estensione al pubblico delle regole sulla rappresentanza, la ulteriore contrazione del diritto di sciopero.

Prima di procedere con costosi investimenti, i padroni vogliono che tutto sia a posta, non ci siano normative favorevoli ai lavoratori,  siano ridotti gli spazi di agibilità sindacale, si possa criminalizzare il dissenso e il conflitto alla occorrenza.

Sono queste le regole tanto care ai padroni che parlano di certezza del diritto e delle regole declinandole a senso unico e a loro esclusivo vantaggio. Sta qui il nodo delle semplificazioni, una parola magica con la quale si possono cancellare diritti e tutele acquisite.

Una volta ottenuti gli sgravi fiscali, come potranno utilizzare il jobs act per favorire Industria 4.0?
Come intervenire sulla litigiosa compagine politica perchè nella fiera dei programmi elettorali non venga promesso cio' che non verrà mai concesso,  specie se mette a rischio le regole della austerità (ma lor signori parlano invece di tenuta dei conti pubblici)?

Vediamo allora quali sono i punti salienti del programma padronale

1 la riduzione del diritto di sciopero facendo approvare una delle tante leggi già depositate nella ormai passata legislatura
2 Ulteriore attacco allo statuto dei lavoratori nell'ottica dello “Statuto dei lavori” elaborato da Marco Biagi
3 Formazione nei luoghi di lavoro e una revisione del sistema educativo e formativo  funzionale alle esigenze dell’economia, quindi rafforzamento del lavoro gratuito, dell'apprendistato, revisione degli stessi programmi scolastici
4 Subordinare l'istruzione di ogni ordine e grado all'economia capitalistica , piegare la  organizzazione del lavoro ai processi innovativi di cui il capitale ha bisogno, sovvenzionare questi processi con i soldi pubblici, magari con la riduzione del welfare state e l'investimento di maggiori risorse in percorsi formativi a uso e consumo delle imprese.
5 Ripensare lo stato sociale e con esso anche il sistema delle relazioni industriali, rafforzare il welfare aziendale, sanità e previdenza integrativa, il secondo livello di contrattazione a discapito del contratto nazionale, attivare tutti i processi possibili di incentivazione fiscalea favore delle imprese

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