Cuba - Raúl Zibechi: «Stato accentratore e poca partecipazione popolare» - Claudia Fanti, 15.07.2021
Cuba. Intervista allo scrittore, giornalista e attivista
uruguayano Raúl Zibechi: «L'embargo si somma a forte crisi economica in
pandemia».
Per lo
scrittore, giornalista e attivista uruguayano Raúl Zibechi, la costruzione di
mondi nuovi non passa per la conquista dello Stato, ma per le organizzazioni di
base, a cominciare da quelle indigene e femministe. Più zapatismo, insomma, che
Cuba. Così, di fronte alle proteste in corso nellisola, non sorprendono le sue
critiche al governo, pur nella netta condanna del ruolo degli Usa e nella
difesa incondizionata della sovranità cubana.
Come interpreti quanto sta avvenendo a Cuba?
In questo
momento si uniscono due problemi: il tradizionale embargo e una forte crisi
economica aggravata dalla pandemia. La contrazione relativa al
2020 è stata, secondo la Cepal, dell8,5%, l’industria
ha registrato perdite pari all11,2% e lagricoltura ha sofferto un crollo del
12%. Il turismo, che nel 2019 aveva registrato quattro milioni di
visite e nel 2020 un milione, nel primo trimestre di quest’anno
ha potuto contare sulla presenza di appena 120mila turisti. Cuba, insomma, è
rimasta senza risorse per importare alimenti (il 70% di quelli
che si consumano). E linflazione che ne è derivata è
favorita da una crescita dei prezzi internazionali degli alimenti del 40% in un
anno. Tutto ciò conduce a una crisi economica e sociale molto
grave che è alla base degli attuali problemi.
Qual è il ruolo degli Usa in queste proteste?
Il lungo
embargo ha provocato problemi di vario tipo. Da un lato, un deterioramento
delle infrastrutture con leccezione del turismo -, evidente soprattutto nei
campi della salute e delleducazione, che hanno subito un graduale
ridimensionamento negli ultimi decenni. Lattuale affollamento negli ospedali,
per esempio, era qualcosa di inimmaginabile nellisola. Dallaltro lato le sanzioni
finanziarie, che non permettono a Cuba di accedere a certe banche occidentali
per realizzare transazioni. E come se non bastasse lembargo, gli Usa non fanno
mancare il loro sostegno all’opposizione, alimentando le proteste contro il
governo.
Ci sono stati errori da parte del governo cubano?
Più che
errori, credo si sia scelto un cammino sbagliato. Accentrare tutto nello Stato,
impedire la partecipazione reale della popolazione, fa sì che, in caso di proteste
come le attuali, queste assumano necessariamente un carattere anti-sistema. Se
cè uno sciopero, per esempio, non si può trattarlo come un tentativo di
rovesciare il governo. È solo uno sciopero, non dovrebbe costituire un problema.
Non può esserci un sistema che non ammetta dissidenze, soprattutto a fronte di
lotte come quelle femministe e anti-patriarcali che nei fatti si presentano
come anti-statali. Pensare che lo Stato sia tutto, che la società non sia nulla
se non è subordinata allo Stato, rende molto deboli dietro una apparente forza.
Durante le proteste un manifestante è morto e altri sono stati arrestati. Nulla di paragonabile ai casi cileno e colombiano
La
repressione c’è, il tentativo di impedire la mobilitazione pure. Ed è
deplorevole che sia stata tagliata internet. Ma non è una repressione criminale
come quella in Colombia, non ci sono centinaia di lesioni oculari come in Cile,
non si registrano desaparecidos. Eppure la stampa internazionale, che non dice
quasi nulla della Colombia, monta uno scandalo su Cuba. Ci sono chiaramente due
pesi e due misure. Tuttavia, che capacità di attrazione può avere un governo
come quello cubano per una popolazione giovane affascinata dalle istanze
femministe o sedotta dal consumo?
Per milioni di persone Cuba è stata sempre un esempio di dignità e un riferimento morale. Cosa potrà avvenire?
Credo che
non avverrà nulla di rilevante. Gli Usa non alleggeriranno lembargo e il
governo cubano non realizzerà cambiamenti decisivi. Per i militanti di una
certa età Cuba continuerà a essere un riferimento importante, soprattutto
etico, ma per i giovani è un po diverso, perché ritengono che nell’isola vi
siano meno diritti e meno libertà che nei propri paesi, anche in America Latina
che non è certo il continente delle libertà. Tra gli attivisti giovani mi pare
che ci sia un maggiore interesse per lo zapatismo, per esempio. In ogni caso,
la sovranità delle nazioni è inalienabile. E anche solo per questo dobbiamo
opporci con forza alle politiche Usa nei confronti di Cuba.
© 2021 IL NUOVO MANIFESTO SOCIETÀ COOP. EDITRICE
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