Pandemia, Green Pass, Lavoro, Diritti

Riceviamo e Pubblichiamo Pandemia, Green Pass, Lavoro, Diritti Ormai da settimane proseguono le manifestazioni contro il green pass, soprattutto in merito al suo collegamento al posto di lavoro. Sappiamo essere un argomento delicato e controverso ma riteniamo doveroso che un’associazione come la nostra –attenta alle problematiche lavorative e alle sue molteplici sfaccettature- si esprima in tal senso. Riteniamo innanzitutto che tale strumento sia servito a coprire molte mancanze che si sono verificate nel controllo di questa pandemia in particolare pensiamo al tracciamento ormai completamente saltato da mesi, il potenziamento della sanità, aver rinunciato da subito alla sospensione dei brevetti sui vaccini ottenuti grazie a poderosi finanziamenti pubblici europei alle case farmaceutiche ,alle cure domiciliari , la sanità pubblica in generale, la telemedicina, la ricerca spinta sui farmaci anti covid, la terapia monoclonale e del plasma, controlli a campione sul posto di lavoro a tutti i lavoratori, edilizia scolastica e medicina scolastica, etc etc etc. Altro punto critico riguarda lo stato di emergenza: la scadenza attuale è il 31 dicembre 2021 e a gennaio 2022 saranno ormai 24 mesi (12 mesi+12 mesi) che sono il massimo consentito (in assenza di una deroga) della nostra Costituzione, noi riteniamo che l’utilizzo del green pass, figlio della situazione emergenziale, non possa andare oltre queste date anche perché se lo scopo del green pass cioè arrivare all’immunità di gregge pari al 90% della popolazione over 12 vaccinabile – in alternativa all’obbligo vaccinale- sarà raggiunto crediamo che quantomeno il suo utilizzo debba essere svincolato dal posto di lavoro che deve essere reso sicuro con continue sanificazioni, uso delle mascherine e lavaggio delle mani, distanziamento etc. Infine riteniamo che il costo dei tamponi quale alternativa al vaccino per l’ottenimento del green pass possa essere ulteriormente abbassato e riteniamo che tale costo debba essere ripartito tra lo Stato e le aziende . Non sempre le soluzioni sono semplici ma richiedono approcci complessi ma necessari per evitare che un problema sanitario possa diventare il detonatore di una rabbia sociale che sta montando nel paese con effetti diversi ma ugualmente devastanti per la nostra democrazia : l’astensionismo dal voto che nelle recenti elezioni amministrative ha raggiunto picchi del 60% da parte di coloro che si sentono ormai tagliati fuori dal sistema e proteste violente di piazza con formazioni fasciste che le stanno guidando mentre invece tali proteste dovrebbero avere un taglio ben diverso visto lo sblocco dei licenziamenti in quasi tutti i settori, l’ulteriore controriforma sulle pensioni, l’attacco al RDC, la mancanza di un salario minimo orario per legge, l’aumento delle bollette di luce e gas, la precarizzazione del lavoro, le continue chiusure e delocalizzazioni di aziende, la fuga dei giovani dal nostro paese, i mancati investimenti su scuola e sanità pubblica. 30 ottobre 2021 Coordinamento Art.1-Camping CIG

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