Per quanto ne dica Brunetta si perde potere di acquisto e di contrattazione

Sarebbe utile sapere se l'annuncio del Ministro Brunetta è fondato o una sparata bella e buona perchè 1 milione di assunzioni in 5 anni significano 200 mila ingressi  annui dal 2022 al 2026. Non è dato sapere quanti saranno i pensionamenti o i contratti in scadenza e non rinnovati, quanti posti perderemo per i processi di esternalizzazione dei servizi, si fa presto ad annunciare tante assunzioni quando mancano dati di confronto tra entrate ed uscite.

La Pubblica amministrazione ha subito 9 anni di blocco delle assunzioni e della contrattazione, dati Aran e Istat alla mano siamo in presenza di una progressiva erosione della forza lavoro.

Se poi guardiamo gli aumenti del tabellare, secondo le tabelle redatte dall'Aran, si capisce che i contratti nazionali in arrivo porteranno ben pochi vantaggi, prendiamo il CCNL degli Statali: 59,6 euro lordi al mese per la categoria più bassa fino ai 114,7 euro per quella più alta. 

E parliamo di contratti che saranno rinnovati dopo 3 anni e pochi giorni dopo la firma risulteranno già scaduti, ritardi su ritardi solo per erodere ulteriore potere di acquisto. 

Questa nuova tornata contrattuale poi prevederà interventi peggiorativi su innumerevoli istituti contrattuali e l'area delle «alte professionalità» sembra pensata più per mettere in conflitto tra di loro figure apicali e medio basse che per esigenze reali di valorizzazione del personale. In attesa che questo contratto venga siglato, e a ruota i ccnl degli altri comparti pubblici, registriamo un pauroso silenzio (speriamo non sia anche assenso) tra la forza lavoro, una sorta di attesa messianica che ignora le anticipazioni già diffuse per non vedere gli irrisori aumenti contrattuali e gli interventi nella parte normativa. 

Se poi andiamo a leggere le dichiarazioni di Brunetta, lo stesso che dice agli enti locali di esternalizzare i servizi inutili concentrandosi su quelli capaci di reperire fondi europei, restiamo ancora piu' perplessi nel leggere  di un futuro radioso per gli organici della Pa, tempi vacche grasse per l'occupazione. Davanti ai numeri reali, alle assunzioni di tecnici a tempo determinato, alla promessa fatta ai professionisti di potere lavorare nella Pa e mantenere la iscrizione agli ordini professionali, davanti alle mancate assunzioni in sanità e negli altri comparti, davanti al mancato scorrimento delle graduatorie concorsuali, solo il Ministro può essere tanto ottimista. Ci sembra evidente che siamo davanti al ridimensionamento del pubblico e non al suo rilancio con la complicità attiva, per altro, dei sindacati rappresentativi.



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