Ancora sul 25 Aprile....
IL 25 APRILE A CASTEGGIO
di Tiziano Tussi
Discorso tenuto a Casteggio per il 25 aprile su invito dell’ANPI locale. Tra questo scritto e quanto detto vi sono le solite approssimazioni scaturite dalla differenza tra parlato e scritto.
Il 25 aprile come un riassunto di un periodo di storia tragica, soprattutto verso la fine:
- I° Guerra mondiale
- Dopoguerra
- Presa di potere del fascismo
- Il Ventennio con le sue fasi: presa violenta del potere
acclimatazione del nuovo regime nell’Italia degli
gli anni Venti
gli anni del consenso e del colonialismo
le leggi razziali
alleanze con la Germania ed il Giappone
II° Guerra mondiale
Repubblica di Salò
- La Resistenza al fascismo e liberazione d’Italia hanno tutto questo alle spalle
Due strade:
- Senso della storia: la storia la fanno gli storici ed i loro lavori. Non è estensibile come se nulla fosse stato, altrimenti è altro, forse fantascienza (Philip K. Dick, La svastica nel sole, 1963).
Ma cosa è stato lo decidono i fatti, interpretabili, ma testardi. “I fatti - diceva Norberto Bobbio
- sono più resistenti di ogni idea”. Anche se ogni fatto è interpretabile, ed è giusto sia così – Pirandello ed il sacco-fatto, vuoto senza interpretazione – vi sono argini che non si possono tranquillamente superare altrimenti si scade nella fantasia. Ma alla fine – Engels sul concetto di ultima analisi, lettera del 1890 – si arriva sempre al resoconto. Le strade per arrivarvi possono scambiarsi e dividersi ma il resoconto, quel resoconto, è lì, un fatto. Poi quando tutto sembra finire ecco che ritorna ancora l’interpretazione e si ricomincia, ma il fatto, testardo ci ricorda dove, anche dopo qualsiasi discussione occorre arrivare. Il fascismo ha perso e la Resistenza ha vinto. E meno male è stato così. Un fatto positivo.
- Senso dell’attualità, del presente: la tecnologia si mangia la storia, diventa una nuova religione e come la religione è di permanente attualità. Può cambiare la storia ma non la religione come attualità, che sta triturando la storia mangiandosela. L’evanescenza del reale si configura come opera sempre in atto. Quindi la storia, sotto qualsiasi narrazione, viene vissuta molto lontana. Atti come la Resistenza si stagliano nel profondo orizzonte del passato che non interessa l’attualità. Quindi i giovani sono sempre meno interessati dalla memoria e dal ricordo e non hanno, per le necessità della loro comprensione in vita, di costruire strutture di critica al potere.
Una possibilità di ricomposizione virtuosa potrebbe essere nell’amore: Franco Calamandrei, figlio di Piero, citato in un libro recente (Michela Ponzani, Processo alla Resistenza. L’eredità della guerra partigiana nella Repubblica 1945-2022, Einaudi, Torino, 2023) dice a sua moglie, alla fine dello scritto: Dovevo innamorarmi di te per accorgermi a pieno di quanto sia disumano, mostruoso l’orrore in cui combattiamo.” (p. 189, lettera del 23 maggio 1944)
E come se l’amore fosse l’unico viatico per salvare lo spirito dalla barbarie. Quindi il 25 aprile potrebbe essere un atto d’amore per la vita.
W il 25 aprile.■ORA E SEMPRE RESISTENZA
da Gramsci oggi
Commenti
Posta un commento