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Il reato di terrorismo e il pacchetto sicurezza: fine della democrazia e inizio dell'era securitaria
"L'immigrazione puo' essere viatico di terrorismo" sono le parole
dell' assessore regionale allo sviluppo economico della Regione Veneto
in una cerimonia pubblica di qualche mese fa. E con queste premesse non
c'è da meravigliarsi poi se un Consiglio Regionale si fa promotore della
modifica del codice penale introducendo, con il plauso di alcuni
sindacati di polizia (http://www.uglpoliziadistato.it/wp-content/uploads/2017/09/proposta-di-legge-statale-sulla-modifica-del-codice-penale-per-introduzione-del-delitto-di-terrorismo-tramite-la-piazza-consiglio-regionale-veneto.pdf) , il reato di terrorismo di piazza.
Niente codice identificativo (come accade in molti paesi
occidentali) per i reparti celere impiegati nella repressione di piazza
ma un pesante reato ipotizzato per i contestatori con parlamentari della
destra pronti a fare da gran cassa nelle aule parlamentari per la
rapida approvazione della prosposta di legge.
La lettura della proposta di legge merita attenzione anche sotto
l'aspetto del linguaggio.: il diritto al dissenso pacifico messo a
rischio di delinquenti (cosi' definiti) il cui obiettivo è rovesciare
l'ordine costituito e la pacifica convivenza, manifestanti di
professione il cui fine è solo quello di destabilizzare l'ordine
precostituito rappresentando una minaccia vera e propria per la società.
Neppure negli anni settanta, in cui ogni giorno le piazze del
paese erano attraversate da manifestazioni e contestazioni anche
violente, si era pensato di introdurre il reato di terrorismo di piazza,
non che le istituzioni siano state tenere con gli oppositori (torture
nelle caserme e nei carceri documentati e consegnati alla storia ma allo
stesso tempo rimossi dalla memoria collettiva, uccisione di
manifestanti, terrorismo di trato, strategia della tensione) ma nessuno
era arrivato a tanto, al punto di criminalizzare il diritto a
manifestare. La confinante Francia, paralizzata in queste ore da
proteste contro il caro carburante, non si sognerebbe neppure reati del
genere, in Italia la deriva securitaria non conosce ormai confini.
Chi provoca terrore tra la popolazione e minaccia i civili?
Assistiamo ogni giorno a sgomberi forzati di migranti, campi rom, case
occupate, presidi e picchetti operai, centinaia di denunciati e decine
di arresti, reati pesantissmi previsti dal pacchetto Sicurezza del
Ministro Salvini che prevede il carcere per gli organizzatori di queste
iniziative.
Nei luoghi di lavoro, i codici etici e di comportamento hanno
annullato il diritto di critica dei subordinati verso il datore di
lavoro, pubblico o privato non fa differenza, la costante minaccia del
provvedimento disciplinare, o del licenziamento, ha creato un clima di
paura e di rassegnazione, le Riforme giuslavoriste del Governo Renzi
hanno favorito il potere padronale sui subordinati, una volta licenziati
al massimo potremo ottenere risarcimenti economici di poche mensilità
ma senza tornare piu' nei luoghi di lavoro.
Una repressione a tutto campo che colpisce diritti civili e
sociali, lavoratori, occupanti di casa e antagonismo sociale ma con una
profonda revisione, indispensabile, dei codici del lavoro, civile
(perchè le richieste di risarcimento sono talvolta una minaccia maggiore
di pene detentive) e penale.
La premessa del testo, con cui si propone di inserire nel codice
penale il reato di terrorismo di piazza, è una veloce ed esaustiva
descrizione della realtà secondo l'immaginario fascio leghista, da una
parte i difensori dell'ordine costituito e dall'altra i nemici
dell'ordine e della convivenza civile. Ben venga il diritto al dissenso
se si limita a poche parole (se sbagli un aggettivo scatta la querela e
la richiesta di danni) ma se la protesta diventa, organizzata e di
piazza, se intende portare avanti le proprie ragioni sarà fin troppo
facile scivolare nel reato di terrorismo di piazza.
Reati con pene dai 4 agli 8 anni, pene pesanti se confrontate con
le condanne inflitte agli uomini in divisa giudicati colpevoli di
lesioni e morte ai danni di cittadini, i protagonisti degli abusi in
divisa o di reati di tortura, anzi moli di loro hanno fatto carriera. Il
potere assoluto dei dominanti che calpestano il diritto al manifestare e
anche a difendersi. La lotta contro gli ultimi, iniziata con i daspo
urbani e proseguita con le ordinanze securitarie, con gli agenti di Pm
dotati di manganelli e taser, è questo il modello sociale della Lega .
Vogliamo prenderne allora atto capendo che non possiamo tacere e subire
ulteriormente?
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