"Prima gli ultimi". Sabato 10 novembre corteo antirazzista a Roma: decine di migliaia i presenti.
Sdegno
per il fermo e le perquisizioni dei pullman dei manifestanti.
Si
è svolto sabato pomeriggio a Roma, contro il decreto Salvini e il
disegno di legge Pillon, il corteo antirazzista, promosso da Baobab
Experience, al quale hanno aderito circa 400 tra associazioni,
partiti e movimenti di tutta Italia.
Appuntamento
alle 14 in Piazza della Repubblica, ma molti manifestanti sono
arrivato in ritardo perché i loro autobus sono stati fermati e
perquisiti e gli occupanti schedati dalle forze dell'ordine sulle
autostrade nei pressi della capitale (vedi video e foto).
Nonostante questi pesanti fatti che hanno turbato e indignato i
convenuti, il corteo, vivo allegro e colorato, si è snodato in modo
ordinato e pacifico per le vie del centro storico romano, per
concludersi verso le ore 18 in una gremita, oltre ogni previsione,
Piazza San Giovanni.
Presenti
moltissimi militanti, attivisti e comuni cittadini, anche con
bambini al seguito, che hanno sfilato dietro ai camioncini dei Cobas,
di Rifondazione e di altre organizzazioni, dai quali venivano diffusi
musiche multietniche e interventi. Particolarmente nutrita e
organizzata la comunità Curda che ha ravvivato il corteo con
striscioni, bandiere e slogan contro la repressione attuata dal
presidente turco Erdogan ai loro danni, anch'essa una forma di
razzismo e di segregazione.
Primus
inter pares
lui, Mimmo Lucano, il sindaco prima arrestato e poi sospeso di Riace,
uno dei pochi che ha avuto il coraggio di alzare la testa di fronte
al governo pentaleghista, per difendere la propria opera di
accoglienza.
"Oggi
scorrerà un fiume di solidarietà, di associazioni, di movimenti, di
persone semplici, di tanti zero,
come ci ha definiti Salvini, che marceranno nel nome di una umanità
solidale che deve essere riaffermata per contrastare l'attuale onda
nera che attraversa il mondo". Questa l'accalorata di
dichiarazione di Mimmo, presente sin dal concentramento in Piazza
Repubblica assieme a Moni Ovadia e ad altri esponenti del mondo della
cultura e dell'associazionismo. Numerosi i ragazzi extracomunitari
che hanno espresso la loro preoccupazione per la crescente ondata di
odio e per l'intollerabile escalation di aggressioni fisiche e
verbali registrate ai loro danni da giugno a questa parte (mettere
link)
Un
segno di speranza, questo corteo, espressione di una società civile
ferita dall'imbarbarimento culturale e dal razzismo dilagante,
sdoganato dalle scellerate politiche di odio e intolleranza,
propagandate dall'attuale governo tramite modalità verbali
aggressive che stanno provocando un mutamento antropologico nella
società italiana.
La
diffusione del seme del razzismo rappresenta un grave fattore di
rischio poiché esso attecchisce con facilità facendo breccia nelle
ancestrali paure dell'essere umano.
Solo
lavorando per promuovere l'accoglienza, l'inclusione e l'integrazione
è possibile prevenire e contrastare queste pericolose derive che una
classe politica indegna del proprio ruolo fomenta senza valutarne le
rischiose conseguenze.
Serena
Campani - 11 novembre 2018
Gruppo
Insegnanti di Geografia Autorganizzati
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