SALVINI + DI MAIO = IMPOTENZA ?


RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA  Tiziano Tussi
 
… e lì fra saldi, offerte e novità
con lei l’inverno era l’estate
era più dolce la mia pena ...
(Gino Paoli 1974)
 
I ga mangiaat el vitel
in pansa a la vaca.
(proverbio cremonese)
 
IL primo esergo è un passaggio di una canzone di
Gino Paoli del 1974 che ben illustra la situazione
attuale, naturalmente Paoli lo cantava in tutt’altro
contesto. Saldi, offerte, novità: ogni momento ve
n’è una. E gli elettori del governo giallo-verde si possono
così appellare a questo o a quello, per sperare, sperare
che i propri beniamini non siano così incapaci come
paiono essere. Giampaolo Pansa nella trasmissione
Otto e mezzo, siamo al 18 settembre, ci dice che questo
governo, retto da un incompetente, Di Maio, e un
prepotente, Salvini, finirà male: colpo di stato militare per
toglierli di mezzo. Vengono in mente le previsioni di Asor
Rosa sul colpo di stato dei carabinieri di qualche tempo
fa, aprile 2011, dalle colonne de Il Manifesto, nell’anno
dello sbriciolamento dell’ultimo governo Berlusconi. Non
avvenne allora, vi fu un altro sommovimento che portò al
governo Monti, con Napolitano deus ex machina.
Neppure ora sembra probabile. Ma è interessante
quello che un signore che si colloca in un crinale di
indipendenza di pensiero politico, può dire. In ogni caso
che il governo, un triciclo, o tri tandem, dove uno dei tre
anche se non pedala va bene lo stesso, logicamente è il
nostro Primo Ministro Giuseppe Conte, mentre gli altri due
determinano la velocità, o almeno ci provano, ed il primo,
Salvini, gira il manubrio dove crede. È’ vero, per ora li
hanno fatti giocare con i mattoncini Lego della politica e
dell’economia. Per questo ho messo la citazione di Paoli,
saldi-offerte-novità. Vi sono assurdità elementare, proprio
relative alle quattro operazioni dell’aritmetica di base,
soprattutto la moltiplicazione. E dato che nessun di questi
può paragonarsi al Buon Gesù, la moltiplicazione dei pani
e dei pesci non gli può riuscire. Anche Berlusconi glielo
ha già detto, che è tutto dire: 1000 euro circa per 6 milioni
di poveri fa 60 miliardi di euro l’anno solo per il reddito
di cittadinanza. Ma sia a loro, sia ai loro elettori queste
quisquiglie non paiono portare problemi. E via di seguito.
Il secondo esergo è un bel proverbio cremonese che ci dice
di un’azione che consuma addirittura ciò che non è ancora
nato, il vitello che la vacca deve ancora partorire e che è
già stato impegnato, mangiato. Il deficit qualcuno lo deve
ripienare e con prestiti, ma se questi non ci saranno nella
misura sperata? El vitel in pansa a la vaca! Quindi non ha
detto una totale assurdità Pansa. Per ora il governo pesta
l’acqua nel mortaio, non aggredisce il capitalismo e non lo
vuole certo fare. Ma gioca ai suoi confini. Qualche soldino
qua e là. Per il resto a morte negri e puttane, anche se
bambini, ciechi o ammalati, anche se il razzismo conviene
ai nostri sfruttatori locali – pomodori, uva, costruzione di
case, commerci di ogni tipo, servizi vari: insomma gridare
forte per sfruttare fortissimamente. E i sondaggi ci dicono
che questi hanno ancora, la Lega in particolare, il vento
in poppa. Ma il vento di quanti? Oramai siamo arrivati ad
un corpo elettorale che si situa attorno al 50%. Il 30% del
50% quanto fa? Il 15, in verità. Niente di più di quanto
un medio partito degli anni 70/80 riusciva a fare, quale il
PSI di Craxi. Non pare uno sfracello. E allora sotto con le
sparate elettoralistiche.
Significativo è comunque che chi vota non sa più dove
sbattere la testa. Così come le elezioni parziali o nazionali
di alcuni Paesi europei ci dicono. A destra, partiti più o
meno nazisti, o la rinascita dei Verdi (?) o addirittura
in Belgio partiti di estrema sinistra, come il Partito del
Lavoro (PTB) o il Partito marxista. Paiono questi, aspetti
episodici. Quello che non c’è, quello che non si vede è
un indirizzo politico-culturale di indirizzo. Sullo scenario
europeo manca ciò che in altri momenti, la classe di
riferimento dal punto di vista culturale, intellettuali, più o
meno organizzati, producevano: cultura politica. Ognuno
se ne sta, i pochi rimasti di vaglia, a lavorare nel proprio
a livello di teoriche cose. Il resto vada pure sprofondarsi
nell’ignoranza più completa, come la nostra scuola,
ad ogni livello, sta vivendo. Chissà cosa ancora deve
accadere per vedere sulla scena italiana ed europea
qualche corrente di pensiero e di azione che possa
indirizzare la società imbarbarita da milioni di smartphone
ad uscire da questa fase e ad entrare o rientrare in una
fase umana. Senza appunto mangiare il vitello in pancia
alla mucca.
 

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