LA CONCERTAZIONE è LA GABBIA DEL CONFLITTO E NON SALVERà I POSTI DI LAVORO NELLE FABBRICHE MECCANICHE

Uno sciopero riuscito, Venerdì 18 Ottobre, una riuscita manifestazione a Roma, sono forse l'inizio di una mobilitazione nel settore metalmeccanico?

Nutriamo seri dubbi, del resto un delegato storico del sindacalismo di base proprio ieri scriveva che tutto dipende da cosa faremo a partire dal 19 Ottobre, se esiste la reale volontà di proseguire la mobilitazione senza accontentarsi di qualche tavolo istituzionale.

 
Lo slogan di Fim Fiom e Uil non induce certo a ottimismo, “Cambiare marcia e accelerare verso un futuro più giusto”. Forse è scontata la tacita accettazione delle odierne ingiustizie? E perchè Uilm e Fim si sono adeguate per anni alla volontà Fiat e poi di Stellantis accettando ad esempio delle regole, e dei contratti, tanto iniqui quanto dannosi per la forza lavoro? 




Solo pochi giorni or sono parlavamo della offerta di Stellantis ai marchi cinesi per assemblare in Europa i loro prodotti dove dovrebbero essere lavorate le produzioni di Stellantis che probabilmente sta invece ripiegando su una nuova strategia: completare i prodotti cinesi nei propri stabilimenti in Europa (ad oggi avviene solo in Polonia). L'obiettivo è insomma quello di far lavorare gli stabilimenti sui prodotti cinesi, risparmiare sui costi della componentistica, ridurre i prezzi di fornitura, mettersi al servizio di chi ha già investito nell'auto elettrica dopo avere acquistato quote azionarie di queste imprese.
 
La crisi del settore automotive non nasce da ora ma da quando la Fiat ha iniziato a delocalizzare produzioni, a ridurre ai minimi termini i livelli produttivi, la strategia Marchionne ha sancito il fallimento industriale ma ha assicurato indubbi successi finanziari con grandissimi dividendi degli azionisti.
 
Se leggiamo le note di Fim, Fiom e Uilm ci rendiamo conto della mancanza di una strategia conflittuale ma anche di una lettura alquanto approssimativa della realtà
Ad esempio, all'indomani dello sciopero, in un comunicato unitario, si chiedono "urgenti risposte da parte dell’Unione europea, del Governo. di Stellantis e delle aziende della componentistica" si esige dalla Ue " coerenza nel percorso di elettrificazione" per stanziare " tutte le risorse necessarie a sostenere il settore e a rendere la cosiddetta transizione sostenibile".
 
E al Governo Meloni cosa chiedono Cgil Cisl Uil? Ben poco, si accontentano di  un tavolo con Enti locali e Stellantis,"investimenti in ricerca e più in generale negli enti centrali e invertire la tendenza di cassa integrazione favorendo nuove assunzioni".

Non pensiamo che queste siano le soluzioni alla crisi del settore meccanico, una crisi particolarmente forte in Italia dove Stellantis non fa investimenti ma lascia in cassa integrazione i suoi operai con i vari Governi succubi della multinazionale.

 Esistono soluzioni alternative?  Probabilmente sì ma dovremmo innanzitutto partire da una analisi oggettiva della realtà senza credere che lo strumento concertativo sia ancora una volta di aiuto al rilancio di un settore sui cui la svolta energetica si abbatterà con particolare ferocia.
 

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