La parola agli operai : il caso Stellantis

 Rinviamo alla intervista rilasciata  a Futura Società da DELIO FANTASIA, lavoratore e delegato alla Stellantis di Cassino licenziato mesi or sono.

Stellantis: la parola a un licenziato politico (futurasocieta.com)



Stellantis chiede aiuto all'Italia ma in questi anni ha solo distrutto posti di lavoro delocalizzando produzioni e siamo fermi a 300 mila veicoli l'anno, cifre veramente risibili se pensiamo agli anni sessante e settanta. Ma Stellantis è indietro sulle innovazioni tecnologiche e sulla produzione di nuove vetture ecologiche, arranca più di altri marchi europei, negli Usa sta licenziando molti operai depotenziando alcuni stabilimenti.

Impianti fermi, produzione a singhiozzo, ampio utilizzo della cassa integrazione per impiegare operai e operaie pochi giorni al mese, la crisi di Stellantis colpisce non solo le maestranze della multinazionale ma tutto l'indotto meccanico. Il crollo della produzione in Italia è attorno al 40%, la crisi mette a rischio gli stabilimenti in Italia ma anche l'indotto 

Federmeccanica e Assistal  intanto presentato intanto la loro piattaforma  per il rinnovo contrattuale, mettono sul piatto pochi soldi per 4 anni e non 3 come avvenuto fino ad oggi

Aumenti contrattuali ? Pochi e a seconda dei livelli produttivi, dell'andamento dell'inflazione e solo guardando al codice Ipca 

Intanto gli operai scioperano il 18 Ottobre, un appuntamento importante a cui partecipare che va ben oltre le piattaforme presentate dalla Cgil.

I processi di automatizzazione auspicati dai sindacati confederali avvennero anche negli anni ottanta con il toyotismo e in quel caso solo il sindacato di base e la sinistra sindacale colsero la pericolosità del just in time, della nuova metrica del lavoro. E poi, in Italia, quando sono avvenuti gli investimenti tecnologici è rimasta inalterata non solo la mole di lavoro ma anche molti dei processi tradizionali di sfruttamento  che coesistevano con i processi tecnologici. E' caratteristica propria del modo di produzione capitalistico italiano ad esempio esternalizzare ad aziende alcune produzioni, poi quando entra in crisi la fabbrica madre tutto il resto va a rotoli come si evince dalla desertificazione industriale attorno a quelli che un tempo erano i grandi stabilimenti meccanici.

In sostanza, in ambito sindacale, si chiede al governo Italiano di fare come in Germania e tirare i processi innovativi,  ma in Germania i rapporti tra sindacati e aziende sono ben diversi, il sindacato talvolta è anche azionista (e quindi in una ottica di collaborazione e non di conflitto) ma presenta al contempo innumerevoli contraddizioni come la tendenza a favorire la classica aristocrazia operaia e assai meno i precari pensando di autoridursi i salari con la settimana corta e così aiutare le imprese evitando gli esuberi.

 Manca in Italia una analisi seria sull'utilizzo avvenuto degli ammortizzatori  sociali da parte dei padroni.

La Fiom  chiede un intervento statale per sostituire i vecchi mezzi con quelli nuovi a basso impatto ecologico,  nel frattempo  Il Ministero della Difesa ha commissionato a Stellantis milioni di euro di autovetture di vario genere,  l'aiuto statale va al settore militare. E' forse questa la soluzione del problema?

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