Putin in India

 

Putin in India


di Tiziano Tussi

 


Arrivato a Nuova Delhi Putin ha reso omaggio al mausoleo di Gandhi. Fiori sulla tomba e poche parole sul libro dei visitatori. Parole che hanno cercato di stortare verso il comportamento Russo, suo, attuale le modalità etiche ed il comportamento politico del fondatore dell’India moderna. Gandhi emblema del pacifismo mondiale, che scrisse anche ai grandi dittatori come Hitler e Mussolini parole di speranza e di pace. Inutilmente. Ma questo era ampiamente prevedibile, in ogni caso lui le scrisse. E Putin si arroga il diritto di omaggiare e spostare vicino a lui il campione del pacifismo. Una scena emblematica, lo spargimento di fiori sulla tomba, che fa veramente ribrezzo. 

L’arditezza dell’operazione di Putin è quanto mai blasfema e volgare. Certo era a colloquio con il leader indiano, altro bell’esempio di democrazia, ma con questa profferta di vicinanza a Gandhi supera ogni soglia di decenza. Era forse obbligatorio andarvi, dato che era in India, ma lo stridore è risultato enorme. Già il paese di Gandhi, l’India appunto, non se la passa bene con i problemi irrisolti che ha, alla faccia del fondatore pacifista. 

Guerra strisciante con il Pakistan, povertà interna abissale, di fronte ad un accumulo di ricchezza di una parte del Paese, guerra tra le caste, lotta tra indù e musulmani. Insomma un paese pieno di contraddizioni. Mettere anche il modello russo attuale in mezzo a tanta disperazione e vanagloria pare proprio un di più. 

Ma a Putin evidentemente poco interessa della storia e della decenza e perciò anche avvicinarsi al monumento del pacifismo può aggiungere qualche prebenda. Scrive sul libro dei visitatori di Gandhi: uno dei fondatori dello Stato indiano, il grande filosofo e umanista; ed ancora: Gandhi ha sostanzialmente anticipato il nuovo ordine mondiale multipolare più giusto che sta attualmente prendendo forma. 

Nelle sue lettere a Lev Tolstoj, egli rifletteva ampiamente sul futuro del mondo: un mondo libero da diktat ed egemonia, fondato sui principi di uguaglianza, rispetto reciproco e cooperazione tra le nazioni. E questi sono esattamente i principi e i valori che Russia e India stanno difendendo insieme sulla scena internazionale oggi».[1]

Inutile sottolineare la doppiezza gratuita di queste parole.

Un altro inciso: riferisce il portavoce del ministero degli Esteri indiano, Randhir Jaiswal, sul suo profilo X: Putin ha reso “omaggio all’eredità e agli insegnamenti” di Gandhi, ricordando che il Mahatma “aveva diversi legami con la Russia, che fanno parte della storia comune” dei due Paesi.[2]

Per finire: Putin nel suo breve messaggio ha chiamato Gandhi il fondatore dell’indipendente India moderna. Un umanista, un grande lottatore per la libertà. Mahatma Gandi ha portato un insuperabile contributo alla causa della pace nel nostro pianeta attraverso la non-violenza e la verità, l’influenza di questi valori resta rilevante in questi giorni. Mahatma Gandhi ha mostrato il sentiero verso un nuovo, giusto, ordine mondiale multipolare che è il processo che ora si sta formando. Nel suo insegnamento per l’uguaglianza, rispetto reciproco, e cooperazione, l’India oggi, assieme ai popoli del mondo, difende questi principi e valori nelle sedi internazionali, ha scritto in russo.[3] (libera traduzione dall’inglese)

Terminiamo qui. Una montagna di esaltazioni e di scambi e fraintendimenti sul vuoto di valori che stanno attraversando ora sia India sia Russia.[4] Oltre, naturalmente, a guerre indicibili.

 



[1] ilgazzettino.it, 5 dicembre 2025

[2] www.agenzianova.it 5 dicembre 2025

[3] www.ndtv.com 5 dicembre 2025

[4] Può essere utile un libro: Come diventare ricchi sfondati nell’Asia emergente, Mohsin Hamid, Einaudi, 2013

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