Intervento di sgb alla festa rossa del 1 Maggio a Lari



Sindacato generale di base saluta i compagni e le compagne della Festa di Rossa di Lari, oggi 1 Maggio 2018 siamo a Bologna in una manifestazione lanciata a pochi giorni di distanza dal licenziamento di due nostri delegati in Sda, per questo affidiamo allo scritto quel breve contributo che avremmo voluto fornire dal vivo.

La logistica è sempre piu' sinonimo di precarietà, l'ultimo CCNL arriva a due anni dalla scadenza del precedente ccnl con l'intento di sedare e narcotizzare le lotte che attraversano il settore, anche alla luce del successo degli scioperi promossi dal sindacalismo di base del 16 giugno e del 27 ottobre 2017.

Con questo accordo di fine 2017 i padroni hanno consegnato alle segreterie dei sindacati firmatari, cgil,cisl e uil, la titolarità di decidere insieme a loro, attraverso gli enti bilaterali e la contrattazione decentrata, della vita dei lavoratori .
Vogliono svilire e svendere il portato delle lotte dei lavoratori della logistica, in cambio di una sorta di monopolio della rappresentanza sindacale che poi ha partorito questo pessimo accordo che rinvia di un anno la scadenza contrattuale e che per la vacanza contrattuale prevede la solita miseria per altro diluita in piu' trances.

Padroni e sindacati complici parlano lo stesso linguaggio, raccontano di un « rinnovo che arriva in una fase critica per il settore, tanto è vero che, “con grande senso di responsabilità”, verificheranno le condizioni economiche del comparto entro il mese di luglio 2019, prima dell’erogazione dell’ultima rata d’incremento salariale (mediamente 32 € lordi).
  • L'Orario di lavoro e la Flessibilità  sono stati contrastati in ogni magazzino della logistica ma sono invece le basi di questo contratto nazionale fatto passare nonostante la contrarietà di centinaia di magazzini e aziende delle logistica, hanno aumentato gli orari di lavoro applicando le norme del lavoro discontinuo e tutto cio'è reso possibile da accordi aziendali siglati da sindacati complici. Hanno concesso perfino la possibilità alla azienda di decidere da sola come  distribuire la prestazione giornaliera da un minimo di 6 ore ad un massimo di 9 ore senza alcun accordo sindacale per non parlare poi della cosiddetta settimana mobile per la fruizione dei riposi settimanali, Cosicché a fronte di eventuali esigenze aziendali di ripartire l’orario di lavoro su quattro giorni, le aziende potranno modificare l’orario. E sempre per restare al contratto nazionale sono possibili decrementi della retribuzione e decrementi del trattamento di malattia in caso di presunti cali produttivi. 
    • Il fatto che la diversa programmazione dell’orario, attuabile per un massimo di 4 settimane nell’arco di un anno, porti nelle tasche del lavoratore un’indennità di disagio di 50 euro a settimana e di 8 euro giornalieri, è la dimostrazione che in nome della flessibilità lavorativa si impongono condizioni lavorative e di vita decisamente peggiori tanto poi la miseria erogata sarà tolta con la scusa di combattere l'assenteismo. Sono solo alcuni punti di un contratto nazionale che prevede anche l' illusoria clausola sociale in caso di cambio appalto negli appalti della logistica per contrastare le forme di caporalato, in realtà si dà mano libera alle azienda di espellere dalla produzione i lavoratori considerati in esubero, nel caso di non meglio precisate innovazioni tecnologiche, informatiche e di automazione. La logistica è il caso emblematico di come ormai la precarietà non riguarda piu' solo i contratti a tempo o atipici , è una condizione permanente a prescindere dalla tipologia contrattuale.
  • Nei cambi di appalto capita sovente che si perdano tanti posti di lavoro, i facchini piu' combattivi, sindacalizzati e conflittuali sono i primi ad essere colpiti.E' nei cambi di appalto  quindi che si verificano le peggiori nefandezze. Il  cambio di appalto  avviene nei momenti di riorganizzazione o per aggirare le normative con cooperative che cambiano nome ma mantengono spesso la stessa proprietà. Quando ci siamo rivolti dalla direzione territoriale del lavoro i tempi di risposta sono stati troppo lenti, i soci lavoratori spesso ricattati con la minaccia dei licenziamenti e spesso,  a loro insaputa,  finiscono con avallare decisioni di cui pagano le conseguenze. I lavoratori rischiano il licenziamento senza reintegro soprattutto se siamo in presenza di cooperative che dichiarano centinaia di esuberi, fanno firmare accordi tombali a lavoratori che in cambio di una buona uscita rinunciano ad aprire contenziosi. Poi partono le procedure di licenziamento vero e proprio e in queste situazioni è dirimente il ruolo non solo di sindacati complici  ma anche di sindacati compiacenti con le cooperative. Grazie a complicità e compiacenza si perdono posti di lavoro, diritti, salario e agibilità sindacali.
  • Discorso diverso se il cambio di appalti avviene in aziende dove in teoria ci sono maggiori garanzie soprattutto se gli assunti hanno un contratto antecedente al jobs act ma resta il fatto che i continui e ravvicinati cambi di appalto sono uno strumento consolidato per ridurre organici, salari e peggiorare condizioni lavorative e di vita.
  • Emblematico è il caso di sda, azienda dal 1998 di proprietà di Poste italiane, la vecchia cassa depositi e prestiti del nostro paese. Non esiste controllo alcuno dei cittadini su Sda, una azienda perennemente in rosso, mal gestita e con un progetto industriale alquanto discutibile basato sui dettami del Governo tra automazione, industria 4.0, flessibilità. Nella filiera sda ci sono già oggi centinaia di esuberi, vogliono chiudere dei magazzini per costruirne di nuovi automatizzati, per raggiungere questo scopo accrescendo i profitti e il controllo sulla organizzazione del lavoro hanno bisogno di licenziare gli operai piu' conflittuali come i nostri delegati emiliani.
  • Tutto cio' è reso possibile anche grazie al Jobs act  e allo stravolgimento dell'art 18 della Fornero. Hanno cancellato il reintegro sostituendolo con pochissime mensilità di indennizzo, jobs act  e Fornero hanno permesso ai datori di lavoro di cambiare le regole a loro piacimento obbligandoci al lavoro supplementare e creando un clima di paura e di rassegnazione al quale tuttavia i i facchini non vogliono arrendersi come dimostrano gli scioperi, i picchetti e le mobilitazioni oggetto di vergognose campagne di criminalizzazione e di repressioni sempre piu' brutali. Per questo hanno colpito i nostri delegati, per questo dal 1 maggio inizia la mobilitazione contro i licenziamenti e perchè ad ogni cambio di appalto la risposta degli operai sia sempre piu' dura e conflittuale.
Sindacato generale di base invita tutti\e a sottoscrivere la petizione contro i licenziamenti in Sda e a partecipare alle iniziative che saranno intraprese anche sul nostro territorio.

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