Non vogliamo morire di performance

Da anni la pubblica amministrazione è governata dalla performance ma i risultati sono solo negativi, infatti la valutazione non è stata utile ai fini di accrescere le professionalità ma solo strumento per dividere la forza lavoro mettendola in competizione per ricevere quel salario accessorio che ci spetterebbe per diritto e dovrebbe essere gestito attraverso una distribuzione equa tra il personale.
Il rifiuto della performance  è anche dettato dal fatto che le valutazioni dirigenziali non sono mosse da criteri oggettivi, non esiste un parametro uguale per tutti\e senza mai dimenticare che il salario accessorio è parte della nostra retribuzione e non puo' essere decurtato da pseudo liste di buoni e cattivi. 
La patata bollente, con il nuovo contratto nazionale autonomie locali siglato a fine Febbraio 2018, passa alle rsu e ai sindacati chiamati  a definire criteri generali da inserire nei sistemi di valutazione.
Una patata bollente che il sindacato avrebbe fatto bene a restituire al mittente (Aran e amministrazioni), del resto in questi anni le progressioni sono avvenute senza costrutto e non possono del resto essere governati da criteri oggettivi perchè la performance è stata ideata per dividere i lavoratori, metterli in competizione tra loro. 
 I fantomatici criteri oggettivi non esistono e qualorsa esistessero potrebbero essere soggetti a svariate e opinabili interpretazioni dei dirigenti e delle Po come è avvenuto in questi anni con lavoratori che sovente svolgevano lo stesso lavoro (con la medesima attenzione , con gli stessi giorni di malattia) ricevendo differenti valutazioni e salari accessori diversificati.
  In ogni caso i criteri generali non sono oggetto di contrattazione integrativa perché le leggi vigenti , dal dlgs 265\01 al 75\2017, non prevedono che materie facenti parte delle prerogative dirigenziali siano sottoposti a contrattazione sindacale, per questa ragione quanto scritto nel nuovo contratto è destinato solo a vendere una falsa immagine di democrazia e lancia un messaggio fuorviante secondo il quale avremmo conquistato nuovi spazi di contrattazione. 
Il sindacato quindi non poteva e non potrà, in futuro, intervenire in merito al sistema di valutazione che continuerà ad essere gestito, con la solita discrezionalità, da parte dei dirigenti e con il parere vincolante dell'Organismo indipendente di valutazione dentro cui non troveremo mai rappresentanti sindacali.
 Cosa cambia allora ? 
Praticamente nulla, i criteri generali si ridurranno a principi generici e astratti incapaci di incidere realmente sulla performance
I criteri generali  a loro volta dovranno dipendere dai principi dettati dalle leggi vigenti , ergo non aumentano gli spazi di contrattazione come erroneamente dichiarato dai sindacati complici.
Ma nessuno racconta poi come stanno veramente le cose, per esempio che i cosiddetti criteri dovranno tenere conto anche dello stato di salute finanziario e organizzativo dell’amministrazione che non dipende certo dai lavoratori e dalle lavoratrici ma dagli amministratori e dai dirigenti, dai sindaci che dettano, attraverso il programma di Mandato, gli obiettivi strategici alle direzioni.

 Il programma di mandato sovente non tiene in alcun conto i fabbisogni reali di personale, anzi molti uffici sono oberati di impegni e di carichi di lavoro con obiettivi dettati dalla politica senza quasi mai considerare le condizioni della macchina organizzativa, la formazione del personale, gli organici e i profili professionali.
La efficienza dei servizi è data non solo da organici adeguati ma anche da strumenti di lavoro e percorsi formativi, materie sulle quali non esiste la contrattazione e la possibilità del sindacato di incidere sulle scelte da operare.

Tutto allora si riduce a chiacchere inconcludenti alla fine delle quali amministrazioni e dirigenti potranno decidere senza tenere in alcun conto la posizione del sindacato e dei lavoratori affidandosi solo alle normative di legge che non prevedono alcuna contrattazione. 
Con il nuovo contratto si corre poi un grande pericolo, quello di vedere rsu e sindacati accettare e far proprio il punto di vista dell'amministrazione facendo credere ai lavoratori di avere avuto voce in capitolo in decisioni prese solo dall'alto e scaricate su noi tutti\e . I criteri oggetto di contrattazione ? Non avranno alcuna incidenza sulla valutazione effettiva, il bello e il cattivo tempo lo continueranno a fare dirigenti e Po e queste ultime, se pagate con i soldi del Bilancio, saranno assai piu' selettive nel giudicare i lavoratori divendoli tra i buoni da premiare (quelli disposti ad assecondare ogni volere della amministrazione) e quelli piu' riluttanti a piegarsi ai dettami della politica, soprattutto quando le indicazioni fornite saranno ben poco attente ai servizi pubblici e ai problemi reali che ogni giorno dobbiamo affrontare.
Un altro regalo dei sindacati complici, indisponibili a difendere potere di acquisto e di contrattazione ma sempre pronti a condividere le decisioni della controparte, anche quelle che tolgono salario e diritti.

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