Taci! Lo spread ti ascolta

I piu' vecchi ricorderanno, almeno dai racconti dei nonni  o dei genitori, la propaganda fascista.Allora non esistevano  social network, al massimo i giornali trasmessi alla radio (per i pochi che ne erano in possesso) o trasmessi al cinema. Ma la parte del leone la facevano i manifesti e  ve ne erano alcuni veramente incisivi come quello che intimava all'italiano di mantenere il riserbo per non essere ascoltato dai nemici. Taci, il nemico ti ascolta.

Oggi basta un algoritmo per catturare informazioni svariate, i nostri stessi gusti vengono indirizzati al mercato, siamo subissati di offerte costruite su misura per ciascuno di noi. Ma in questa epoca di lavoro gratuito capita sovente che stando al pc e navigando in rete o sui social network trasmettiamo informazioni utili per il mercato, ovviamente opportunamente rielaborate.

Non c'è piu' bisogno di un Grande Fratello a controllarci, ogni nostra azione è sottoposta a un rigido controllo, da qui nascono le onnipotenze su Fb, gli imbecilli che dall'alto della loro (nostra) impotenza augurano la morte a chiunque. Comportamenti deprecabili che aborriamo ma rappresentano uno spaccato della realtà contemporanea, la onnipotenza della tastiera che si scontra con la subalternità culturale, politica e materiale.

Quanto è accaduto in Italia negli ultimi giorni segna sicuramente una svolta epocale.

Da oggi in poi, nessuno potrà raccontare la storia di una sinistra dalla parte dei piu' deboli a meno di non ritenere il libero mercato, il liberismo, la Bce e il Fmi amici delle classi piu' subalterne.

Da oggi in poi chi per anni ha cercato di cancellare le parti avanzate della Costituzione (il Pd per esempio) si erge a difensore della Carta, una difesa conservatrice di chi poi la Carta sembrerebbe conoscerla ben poco perchè almeno dovrebbe ripudiare la guerra, smilitarizzare i nostri territori, abolire le leggi che hanno trasformato la dignità del lavoro nel ricatto del jobs act e del lavoro gratuito.

Chi difende la Costituzione dovrebbe spiegare ai cittadini per quale ragione hanno distrutto le Province e con esse smantellate alcune funzioni come la manutenzione delle strade e le politiche di formazione in materia di lavoro.

Chiunque oggi racconti di barbari  Fascio leghisti disposti a portare il paese allo sfascio dovrebbe prima ricordarsi che per anni la sinistra ha parlato di riforme Keynesiane, di investimenti pubblici per sostenere la domanda e il lavoro.

Chi oggi ricorda le posizioni xenofobe dei vincitori delle elezioni dovrebbe almeno ammettere che tutt'oggi sono vigenti le leggi non certo progressiste in materia di immigrazione, quelle leggi che il Pd non ha mai voluto cancellare.
E in materia di libertà collettiva, ricordiamo i daspo che sono espressione di un Ministro del Pd e non di qualche esponente del centrodestra con passato giovanile nelle fila di qualche gruppo fascista.

Non abbiamo perso il lume della ragione ma in qualunque modo la si pensi siamo di fronte a una situazione paradossale con i sindacati schierati dalla stessa parte della Bce e la cosiddetta sinistra fautrice delle politiche del Fondo Monetario.

Ora la sola strada da percorrere è quella di costruire nel paese una forza anti euro e antiliberista, capace di non regalare consensi alle destre, opporsi ai sindacati ormai di regime il cui obiettivo è salvaguardare la previdenza integrativa, i caf e mantenere saldamente quel monopolio della contrattazione che ha indebolito il potere di acquisto e l'agibilità democratica nei luoghi di lavoro.

E per concludere pubblichiamo il comunicato stampa del Sindacato Generale di base
 
No alla dittatura dello spread

Il Presidente della Repubblica sta cercando in queste ore di varare un governo con a capo un uomo proveniente dal Fondo Monetario Internazionale, che molto probabilmente non avrà nemmeno la maggioranza parlamentare. Un governo che nasce esplicitamente in ossequio alle politiche della Unione Europea e dell’Euro ed in contrasto esplicito a chiunque osi solo criticarle.
Come SGB non possiamo tacere su ciò che sta avvenendo nel nostro paese dove le più importanti istituzioni riconoscono come sovrane esclusivamente le decisioni di organismi che hanno prodotto decenni di politiche liberiste contro i lavoratori e contro chi è rimasto schiacciato dalla competizione economica globale.

Le politiche di austerity della UE, della BCE , del Fondo Monetario Internazionale e dei governi che li sostengono, sono state accompagnate in questi decenni dalla non belligeranza e a volte dal consenso esplicito dei maggiori sindacati del paese. Non ci meraviglia quindi che Cgil, cisl e Uil abbiano immediatamente sostenuto la scelta del presidente Mattarella di negare l’accesso al governo ad un ministro, proveniente dall’establishment ma critico con le attuali politiche monetarie europee. In questo dimostrano coerenza.

Che questo sia avvenuto con un ministro indicato da una forza politica con risvolti razzisti e xenofobi, contro cui noi ci battiamo quotidianamente, non cambia di una virgola la gravità dell’accaduto che va contro chiunque voglia rimettere in discussione accordi internazionali che hanno distrutto ogni autonomia decisionale in materia di economia,welfare, politiche del lavoro.

Le preoccupazioni dei mercati, la dittatura dello spread hanno la meglio sulla volontà popolare. E' forse questa la repubblica nata dalla Resistenza al nazi fascismo?

Non una parola è stata detta da coloro che difendono la scelta di Mattarella, contro l'obbligo di pareggio del bilancio in Costituzione, non una parola contro l'anticostituzionale riforma delle Province (il No al referendum contro la riforma della Costituzione avrebbe dovuto indurre a cancellare anche la Del Rio).
Forze sindacali, incapaci perfino di opporsi all'innalzamento dell'età pensionabile contro cui non hanno fatto nemmeno un'ora di sciopero.

Siamo il paese del paradosso dove grande parte della cosiddetta sinistra, o quanti ne sono eredi, stanno dalla parte dei poteri forti ma non si fanno problemi a schierarsi contro gli interessi dei lavoratori e delle lavoratrici

La nostra lotta contro la riduzione del potere di acquisto di salari e pensioni, il saccheggio della spesa pubblica tra privatizzazioni e tagli, la chiusura degli spazi di democrazia, passa anche contro chi vuole imporre la dittatura del mercato e della finanza. Chiunque esso sia.

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