7 lavoratori disoccupati su 10 aspettano oltre sei mesi prima di trovare un nuovo lavoro, molti attendono anni

 Le politiche attive del lavoro, la ricollocazione di quanti perdono il posto è uno degli annosi problemi del sistema italico. Le cause sono molteplici e vanno dalla carenza di formazione, di riqualificazione professionale derivante  anche dallo smantellamento delle Province, alla impossibilità  dei non specializzati  di trovare un lavoro attraverso quelli che un tempo definivamo i collocamenti pubblici perchè questo genere di occupazione è oggi ad appannaggio del sistema delle cooperative  e degli appalti.



Sulle pagine de Il Sole 24 Ore leggiamo che meno del 30 per cento dei senza lavoro riesce a trovare un posto entro sei mesi, ci sono differenze regionali evidenti e così macroscopiche da fotografare un paese  che corre, si fa per dire, a due o tre velocità.

Se trovare un posto di lavoro nelle aree del Nord è relativamente più facile diventa invece una missione impossibile nelle isole e nel Meridione.

Guardando le statistiche capiamo che alcune regioni come Liguria e Lazio presentano dati di ricollocazione decisamente bassi e inferiori anche ad alcune Regioni del Sud.

I dati Anpal dovrebbero far riflettere sul programma Ministeriale adottato, sull'utilizzo dei fondi disponibili e  sui percorsi formativi e di riqualificazione  ma soprattutto  sull'efficacia delle politiche attive nate dopo lo smantellamento delle Province e al contempo chiederci cosa fanno aziende e imprese private per riqualificare il loro personale.

 Ci rendiamo conto che acquisire un diploma e una specializzazione spendibile nel mondo lavorativo necessitano di percorsi medio lunghi e non di offerte occupazionali all'insegna della precarietà, contratti part time e a tempo determinato a decine di km di distanza e con orari assai disagiati.


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