i Cambi di appalto

 Ad ogni cambio di appalto il rischio di perdere salario, ore contrattuali e contributi diventa sempre più concreto" è la denuncia del sindacato di Base Cub che documenta la propria denuncia con riferimento ad alcune situazioni della provincia di Pisa. 



Federico Giusti e Giuseppe Merla della Cub di Pisa ricordano l'appalto dei servizi diversi dall'educativo al Comune di Pisa che ha già portato a numerosi scioperi indetti unitariamente dalle sigle di base insieme ai confederali

"le lavoratrici hanno perso in un anno due mensilità e mezzo, la quattordicesima e la loro paga oraria, cambiando contratto di riferimento, risulta inferiore al passato. La responsabilità è della Giunta Conti che non ha vigilato sulla scrittura del Bando e alla fine la gara è stata vinta da una cooperativa che ha applicato il CCNL delle coop sociali.

 Nulla di illegale ma una autentica beffa per lavoratrici che già non riscuotono nei mesi esclusi dal calendario scolastico e si trovano ora con minore salario e in prospettivi contributi previdenziali più leggeri. 

Una situazione forse analoga a quanto accade a Volterra, in questo caso la Giunta è di centrosinistra, con l'appalto museale. 

"Il bando prevede clausole sociali debolissime, la committenza ha facoltà di decidere perfino il personale gradito da impiegare nei musei, eppure come nel caso di Pisa dovevano esserci atti di indirizzo della Giunta per salvaguardare la forza lavoro" ricorda Giusti della Cub che punta direttamente il dito sul sistema degli appalti:" sono strumenti per ridurre il costo del lavoro esternalizzando il lavoro vivo e così facendo ad ogni cambio ci ritroviamo in situazioni indecorose all'insegna della incertezza e della precarietà. 

" Ma quali sono le soluzioni? Giusti non ha dubbi, i bandi non devono prevedere riduzione di servizi, includere clausole sociali e paletti per scongiurare riduzioni di ore e salariali, stanziare risorse economiche maggiori del passato includendo gli scatti di carriera e anche i rinnovi contrattuali, se la normativa impedisce di imporre all'appaltatore un contratto nazionale, sarebbe sufficiente calcolare il costo del lavoro secondo le tabelle orarie degli enti locali, allora forse si renderebbero conto che esternalizzare i servizi non sarebbe conveniente procedendo con la reinternalizzazione anche del personale


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