Alex Zanotelli: contro la guerra e il riarmo, boicottare le banche armate.
Alex
Zanotelli: contro la guerra e il riarmo, boicottare le banche armate.
Intervista di
Laura Tussi a Alex Zanotelli
di
LAURA TUSSI
Alex Zanotelli interviene con
decisione sul tema delle banche armate per sostenere la campagna di
sensibilizzazione sugli investimenti non etici degli istituti finanziari e per
difendere la legge 185 dagli attacchi del ministro Crosetto e della lobby delle
armi. L'esortazione di Zanotelli contiene due inviti fondamentali, uno alla
consapevolezza e all'informazione e un altro alla disobbedienza civile.
Pochi giorni fa si è tenuto un
incontro organizzato dall’AIAD – la
Federazione Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa – alla presenza del ministro
Crosetto, che si è detto favorevole a modificare la legge 185 perché sta
bloccando troppo la vendita di armi. Le reazioni a questo attacco non si sono
fatte attendere e uno dei primi a intervenire è stato Alex Zanotelli: «Non ho
mai visto un Governo italiano così prigioniero del complesso militare
industriale di questo Paese e questo è gravissimo», ci ha detto.
Le esportazioni militari aumentano il
proprio quantitativo in maniera esponenziale. La spesa bellica e i sistemi
d’arma sono esportati nei paesi che oltraggiano i diritti del genere umano.
Le banche finanziano questo sistema
guerrafondaio e la trasparenza del commercio e dell’export degli armamenti è ai
minimi storici. Quando ha preso avvio la campagna di pressione sulle banche
armate e in cosa consiste?
Sono
arrivato a una sola conclusione ormai.
Non
ho mai visto un governo italiano così prigioniero del complesso militare
industriale di questo Paese. Spaventoso. Ma davvero dentro lo stesso governo
questo prostrarsi alla Leonardo è impressionante. Veramente. Mai visto. Questo di
solito era riferito agli Stati Uniti. In Italia siamo arrivati alla stessa
identica situazione.
E
questo è gravissimo. Proprio l'altro giorno si è tenuto un incontro fatto a
Roma dalla Aiad che è l'associazione del comparto Militare italiano. Tra
l'altro era presente Crosetto. Ha detto che lui vuole cambiare e modificare la
legge 185 perché sta bloccando troppo la vendita di armi.
Inoltre
è molto preoccupato per le banche etiche perché diventa difficile adesso
trovare soldi dalle banche che si sentono accusate di non essere etiche. Per
cui lui ha deciso di fondare una grande nuova banca che investa soltanto nel
militare. Quindi siamo davvero messi malissimo.
Penso
che diventi fondamentale in questo momento proprio l'invito a tutti a evitare e
soprattutto boicottare le banche armate. E veramente siamo arrivati a un punto
di parossismo totale.
Con
la guerra in Ucraina verranno prodotte molte armi. La guerra in Ucraina andrà
avanti perché è importante produrre armamenti e poi smaltirli subito. E si
procede così. Sempre.
Soprattutto
quello che mi preoccupa di più non è tanto la società civile, che purtroppo non
è molto cosciente, ma mi preoccupa il problema delle comunità cristiane. Il
livello dovrebbe essere molto chiaro: non possono lasciare i loro soldi in mano
alle banche che investono nella produzione di armi. Quel povero Gesù di Nazareth
era il profeta della nonviolenza. Il grande teologo Enrico Chiavacci, al
Concilio Vaticano Secondo, ha detto una cosa molto chiara. Un cristiano è
obbligato a sapere dove tieni i propri soldi e in quali banche. E come quella
banca usa quei soldi. E' un dovere questo fondamentale per ognuno di noi. Quello
che mi sconcerta di più è questo silenzio da parte delle comunità cristiane. E
anche da parte delle parrocchie, delle diocesi, dei vescovi. Non riesco a
capirlo. Ormai noi cristiani siamo talmente conformati al sistema economico,
finanziario, militarizzato e ne facciamo parte. Accettiamo come una cosa
normale che i nostri soldi vengano investiti in tutta questa infernale
produzione. Penso che sia importante un appello alle comunità. A tutti i
cittadini perché davvero devono incominciare veramente a fare una scelta
sostanziale.
Non
vogliamo la guerra. Siamo per la pace.
Ma
se poi i soldi li depositiamo in una banca che investe in armi e ordigni
militari, il fatto non è coerente. Davvero è necessario aiutare i cittadini a
capirlo questo. E non è facile. Perché chiaramente sono pochi coloro che
portano avanti questo discorso, ma è fondamentale. Altrimenti andremo avanti a
spendere davvero per continuare a costruire armi a non finire. L'anno scorso
abbiamo speso in Italia e abbiamo investito per 32 miliardi di euro in armi. Ma
è pazzia collettiva. Sono tutti soldi che poi vengono tolti alla scuola, alla
sanità pubblica e avanti così. La campagna di boicottaggio delle banche armate
dovrebbe davvero molto motivare la gente a capire che i propri soldi non
possono essere usati per costruire armamenti che ci stanno conducendo
inesorabilmente a questo disastro planetario. Siamo sul crinale del baratro dell'esplosione
nucleare.
E
quindi dell'inverno nucleare.
E
dall'altra parte, ricordiamoci, pesano altrettanto sull'ecosistema queste
guerre che provocano un altissimo tasso di inquinamento e qui siamo davanti all'estate
incandescente. Diventa sempre più evidente che con l' estate incandescente non
si sopporterà più la presenza umana su questo pianeta. E' questo il problema.
E' questo che la gente e tutte le persone, ma in generale i cristiani
dovrebbero certo comprendere.
Vendere armi nelle zone calde, nelle
aree di conflitto armato è vietato dalla legge 185/1990 come anche dalla nostra
Costituzione.
L’export di armamenti è veicolato
verso i paesi impegnati nella guerra contro lo Yemen, verso i paesi come
l’Egitto di al Sisi e la Turchia di Erdogan.
Puoi argomentare queste considerazioni?
Il
problema drammatico. Il Ministro della Difesa Crosetto è molto preoccupato
della 185 perché blocca troppo la vendita d'armi e lui vorrebbe al contrario
accelerarla. E' una legge nata su una lunga battaglia di cui ho fatto parte
all'inizio con la rivista Nigrizia. Poi mi hanno "defenestrato" e
sono andato in Africa. Ma quel movimento, che includeva tantissime
organizzazioni, ha portato poi alla legge 185 che è l'unica legge, l'unica
questa legge 185, è unica anche in Europa, nessun' altra nazione in Europa ha
una legge del genere. E' un piccolo strumento, per prevenire un sacco di
disastri, che abbiamo tra le mani, per cui è fondamentale allora incominciare a
difendere questa legge davvero ostinatamente, ma per difenderla soprattutto è
necessario anche pagare di persona.
I
caricatori del porto di Genova i Calp, ma anche di altri porti, si sono
rifiutati per esempio di caricare le armi sulle navi destinate all' Arabia
Saudita per la guerra contro lo Yemen. I portuali stanno pagando di persona. Sono
incriminati. Rischiano di essere processati. E' necessario correre il rischio
di essere processati. Di avere il coraggio davvero di arrivare a questo. Diventa
ormai fondamentale quello che è la disobbedienza civile.
Proprio
giorni fa ho partecipato a un incontro sul caporalato in Campania e il vescovo
emerito di Caserta Monsignor Nogaro ha detto proprio queste parole che è
arrivato il tempo di gridare che è necessaria oggi la disobbedienza civile. Siamo
arrivati a questo punto. Per cui dobbiamo davvero disobbedire.
Questo
però vuol dire pagando nella propria vita e non è facile. So che questo non è
facile. Ma siamo davvero messi alle strette oggi. Il cittadino che capisce
quanto è folle un po' tutto questo sistema drammatico deve davvero avere il
coraggio. Vale questo per le armi. Ho sempre appoggiato tutte le manifestazioni
di Ultima Generazione e fanno bene a fare quello che fanno perché chiaramente i
governi oggi sono prigionieri del sistema per cui non vi è nulla da fare. Si va
verso il disastro ecologico.
L’idea
di base della campagna di pressione sulle banche armate è valida perché tende a
bloccare questo sistema di commercio di armamenti. In quali modalità?
Le
modalità di questa campagna di boicottaggio delle banche armate è molto
semplice. E' necessario comprendere il problema. Si deve reagire. E' necessario
semplicemente ritirare i propri soldi dalla banca che investe in armi e vedere
di trovare una banca etica, ossia un'altra banca che non investe in armi. E'
fondamentale questa azione. Tutto questo non è facile perché è chiaro che gli
interessi anche spesso sono tanti perché certe banche, come le tre banche
principali in Italia Unicredit, Intesa Sanpaolo e Deutsche Bank danno alti
dividendi che sono molto più vantaggiosi che in altre banche dove non investono
in armi e quindi ognuno anche qui ci perde a livello personale. Alla fine però
a questo punto dobbiamo vedere di cominciare a capire che non si può continuare
così e quindi bisogna davvero muoversi in questo senso.
Per
fare questo per arrivare a che sia efficace la campagna, penso che ci siano due
fattori fondamentali. Finora abbiamo lanciato questa campagna con Pax Christi e
le tre riviste Nigrizia, Missione Oggi, Mosaico di pace, ma non basta. Stiamo
premendo per esempio a livello di chiesa. La chiesa italiana faccia un passo in
avanti a questo livello. Non è possibile questo continuo investimento in armi e
spero davvero che si riesca a arrivare a questo boicottaggio delle banche
armate.
Ma
poi ci vorrebbe anche per la società civile la capacità da parte almeno di
alcuni giornalisti di rilanciare con forza tutta questa azione, perché molta
gente non sa nulla di queste cose. Sono nella totale ignoranza, per cui questo
è fondamentale. Questa campagna davvero si deve rilanciare con grande forza.
Solo così mettiamo in crisi il sistema. L'altra cosa che chiaramente è ancora
più dura sarebbe una disobbedienza civile di tanti che lavorano in fabbriche d'armi
che si rifiutino di continuare a fare il proprio lavoro. Purtroppo il problema è
che questo sistema in cui viviamo è un sistema che non ha nessun valore e
ideale. Ho scritto recentemente in occasione del funerale di Berlusconi che l'amoralità,
cioè non moralità di Berlusconi è diventata l'etica del popolo italiano.
Purtroppo
questo è il problema.
Il
problema fondamentale è che non ci sono più valori e non più ideali e questo
richiede soprattutto da parte della rete della Chiesa che, nelle esperienze
religiose, occorre tornare davvero a formare una coscienza di valori perché i
cittadini mi sembra che abbiano perso la percezione di quello che sta avvenendo
e bisogna arrivare alla coscienza di principi che è fondamentale.
Sfiora di molto i 9 miliardi e mezzo di
euro il valore delle operazioni segnalate dalle banche italiane relative al
commercio di armi.
Le riviste missionarie Nigrizia,
Mosaico di pace e Missione oggi come denunciano il fatto che gli istituti di
credito si sono messi al servizio delle aziende belliche?
In
generale le tre riviste sono molto chiare sulla denuncia di tutto questo. E' incredibile.
Nove miliardi di utili. Praticamente di una gravità estrema. Utili fatti sulle
armi. Fatti sulla pelle e sul massacro di tanta gente. Alla fine è fondamentale
dire che le tre riviste continuano in questa loro denuncia però non è
sufficiente. Sono tre voci e tra le riviste missionarie che non hanno gran peso
alla fine nella società italiana. Ci vorrebbe davvero che qualche televisione
seria o qualche grosso giornale iniziasse una campagna fondamentale per questo
livello di denuncia. Ma chiaramente il problema è che sono tutti parte del
sistema e basta vedere un giornale e chi lo paga, da dove ricevono fondi
economici e quindi diventa veramente difficile. Penso che anche questa è una
vera e propria missione. Sono un missionario e a volte sembra sempre di parlare
al deserto. Ma è importante continuare a declamare la nostra posizione. Invitare
tutti davvero a incominciare a riflettere su come usano e come i propri soldi
vengono usati. Vale per le banche armate; vale anche per chi investe in fossili:
le aziende e anche le banche. E' la stessa cosa; perché sono le due realtà che
ci stanno portando alla possibilità che la presenza umana non ci potrà più
essere in futuro per l'esplosione nucleare o per l'estate incandescente. Per
cui diventa un problema anche l'investimento sui fossili. E' difficilissimo fare
passare queste scelte. E' una lotta costante, ma dobbiamo continuare senza
stancarci.
Anche il PNRR sarà sempre più
proiettato all'investimento e produzione di armi?
Aumenta
la produzione di armi e si tolgono i fondi dalle scuole, dalla sanità, dalla
cultura, dall'istruzione.
Il
PNRR cioè il piano nazionale di ripresa e resilienza si utilizza per le armi e
chiaramente toglie anche la spina alla sanità, ma anche a Bruxelles adesso non
so cosa abbiano deciso effettivamente. Perché sembra che la proposta di uno dei
programmi è che il PNRR venga utilizzato per le armi e non so come il
Parlamento Europeo abbia votato con discussioni che stanno andando avanti, ma è
chiaramente qualcosa di estremamente grave questo. Il PNRR dovrebbe servire
alla società, alla società civile e soprattutto servire a portare avanti la
scuola. Sto vedendo a Napoli il disastro scolastico che abbiamo, ma altrettanto,
non soltanto a livello di scuola. Ma la sanità. E' pauroso il crollo della sanità.
Così i fondi vanno a finire in armi e non ci sono più per tutto il resto. Questa
è una cosa assolutamente grave.
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