Che la pace non soccomba alle logiche di guerra
Agenda ONU 2030:
la pace vive!
di LAURA TUSSI
Partendo dai grandi padri partigiani e dalle grandi madri costituenti della
democrazia.
Pedagogia della pace, didattica della storia, narrativa della memoria,
ecodidattica sono locuzioni di senso e significato che implicano un interesse
nei confronti della storia passata, della tutela dei grandi beni comuni della
pace, della memoria e dell’ambiente.
Pedagogia della pace, didattica della storia, narrativa della memoria, educazione
alla pace e alla nonviolenza, ecodidattica, ossia educazione ambientale, sono
locuzioni di senso e significato che implicano un interesse nei confronti della
storia passata, della tutela dei grandi beni comuni della pace, della memoria e
dell’ambiente e dell'ecosistema nella sua complessità, ma anche
dell'antifascismo e della lotta per i diritti umani di tutte le genti e i
popoli e le minoranze.
Partendo dai grandi padri partigiani e dalle grandi madri costituenti della
democrazia da Stéphane Hessel a Giuseppe Pinelli a Edgar Morin a Giovanni
Pesce, da Tina Anselmi a Teresa Mattei a Nilde Iotti e molte altre nostre
stelle polari della Costituzione e della Resistenza, abbiamo concepito il fatto
e elaborato l’idea, nel corso del presente storico contemporaneo, di vivere in
una terrestrità sistemica e complessa che ha creato il genere umano e che tutti
gli essere umani devono farsi portavoce e attivisti della tutela e della
salvaguardia dell’ambiente circostante come bene supremo e prioritario.
La pace e la memoria sono i veicoli e i vincoli di questa tutela protettiva
dettata da un amore cosmico tra esseri umani e la memoria storica insegna gli
errori che l’uomo ha compiuto nella storia e la necessità di una pace duratura:
pace e nonviolenza come supporto ai grandi problemi dell’umanità, alle
emergenze che incombono sul genere umano come la miseria, la guerra, la tutela
ecologica, lo Stato sociale, la disuguaglianza sociale mondiale.
Quindi nonviolenza non come semplice assenza di guerra, ma come azione
attiva e strategia vincente contro tutti i ‘virus’ che incombono e affliggono
l'umanità e annichiliscono l'assetto di nostra madre terra. La costituzione
nata e dettata dai nostri padri e dalle madri costituenti è la stella polare
del nostro agire, della nostra azione strategica nonviolenta quotidiana. La
terra non ha bisogno di un nuovo patto costituzionale, perché la storia dei
secoli e la storia contemporanea hanno insegnato e lasciato in eredità le
costituzioni nate dalla Resistenza Antifascista: le carte della terra, le Cop
per il clima, l’Agenda Onu 2030, il TPAN, ossia il trattato Onu per il disarmo
nucleare universale che è valso a tutti noi attivisti il premio Nobel per la
pace 2017.
In base ai dettami imposti da questi patti costituzionali noi esseri umani
possiamo agire con il tramite di una strategia nonviolenta per proteggere il
nostro futuro e l’avvenire di tutti gli ecosistemi terrestri, per prevenire il
collasso del sistema mondo, del nostro villaggio globale e della terrestrità
del cosmo circostante.
La memoria è la storia che guida nel percorso e nel cammino della
nonviolenza per non ripetere gli errori e gli orrori che l’uomo ha compiuto nel
corso della storia. La didattica dell’ambiente e l’ecodidattica forniscono gli
strumenti per affrontare le sfide del Terzo millennio per tutelare il nostro
habitat dalla costante della minaccia e dell'emergenza di catastrofi climatiche
e nucleari.
Il rischio di un inverno e di un’apocalisse nucleare sono sempre più
imminenti dato l’avvicendarsi sempre efferato della corsa agli armamenti e del
riarmo nucleare, per cui le spese militari nel mondo sono in continuo
incremento e fomentano pericoli e disastri per l’umanità come ad esempio il
fenomeno apocalittico di un inverno nucleare: basterebbe lo scambio di alcune
gittate nucleari tra due paesi belligeranti, ad esempio, India e Pakistan, per
dare sfogo a un inverno nucleare, ossia il collasso dell’assetto climatico
terrestre per cui si assisterebbe a una trasformazione climatica
dell’ecosistema che provocherebbe almeno un miliardo di morti e innumerevoli
carestie e soprattutto l’inquinamento radioattivo che porta la morte
inesorabile di ogni forma di vita. Dalla scuola deve partire un percorso
progettuale di educazione ambientale e di cittadinanza attiva e globale per una
presa di consapevolezza dei rischi imminenti che contrastano l’umanità e il
pianeta intero.
L’obiezione alle spese militari e nucleari è un atto di coraggio
importantissimo, una presa di posizione che deve coinvolgere tutte e tutti e
ciascuno e nessuno escluso. La scuola in primis e l’associazionismo culturale e
di impegno civile come l’Anpi -Associazione Nazionale Partigiani d’Italia
devono porsi come veicoli fondanti di questa azione strategica nonviolenta,
valida e indispensabile per la tutela del nostro imminente futuro.
Perchè non c'è più tempo.
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