45 ANNI FA:LA STRAGE DI PIAZZA DELLA LOGGIA
45 ANNI FA: LA STRAGE DI PIAZZA DEL
LOGGIA di Franco Astengo
Ricordare, a 45 anni di distanza, l’attentato
di Piazza della Loggia deve rappresentare un impegno di grande importanza nell’attualità.
Lo scopo di mantenere la memoria deve essere
quello di combattere attraverso il revanscismo fascista.
Il revanscismo fascista è tornato a
presentarsi esponendo ancora una volta il proprio armamentario di morte e
godendo di privilegi e coperture da parte di forze politiche che stanno al
Governo e ne imitano modelli di comportamento, atteggiamenti, linguaggio
instillando anche e soprattutto la mala pianta del razzismo.
Razzismo come fattore culturale e
politico sul quale addirittura si fonda l’identità della Lega.
E’ questa dell’intolleranza e del
razzismo la mala pianta che dobbiamo combattere oggi come allora, come avvenne
negli anni’70 quando lo stragismo rappresentò una pericolosissima presenza
costante nelle vicende italiane: a partire dalla prima strage, quella
fondamentale di vera e propria “svolta” rappresentata, il 12 dicembre 1969,
dagli ordigni esplosi nella Banca dell’Agricoltura a Milano.
All’epoca era l’Italia che cercava una
via faticosa e complessa di crescita della democrazia nell’attuazione ancora
non compiuta (come del resto anche oggi) della Costituzione Repubblicana.
Un’Italia che aveva vissuto la
stagione delle grandi lotte sindacali, di quelle studentesche, del dissenso
cattolico, dei diritti civili, del femminismo.
Il 12 maggio di quello stesso anno
1974 il voto popolare aveva sancito il diritto al divorzio: una legge di
civiltà verso la quale si erano scatenati i corifei del clerico – fascismo poi
pesantemente sconfitti nelle urne.
Le stragi dovevano servire a fermare
quel processo di avanzamento popolare e, in verità, alcuni di quegli scopi
reconditi furono raggiunti: tanto è vero che in epigrafe di questo testo
abbiamo già scritto del presentarsi, oggi, di forme di vero e proprio
revanscismo fascista.
Torniamo però al ricordo di quella
tragica giornata:
L’orologio segnava le 10:12 del 28
maggio 1974 quando un’esplosione scuoteva Brescia.
Una bomba era esplosa in pieno centro
città, precisamente a piazza della Loggia mentre era in svolgimento una
manifestazione sindacale contro il terrorismo fascista.
Strage di piazza della Loggia, l’attentato
che ha scosso l’Italia 45 anni fa.
Il terrorismo neofascista in quel
momento colpiva ancora una volta in Italia.
Questa volta nel mirino degli
attentatori c’era la manifestazione antifascista indetta dai sindacati che era
in programma a Brescia, precisamente in piazza della Loggia.
Una bomba era stata nascosta in un cestino dei
rifiuti e fu fatta esplodere al passaggio del corteo. Otto le persone che
persero la vita: tra di loro due operai, cinque insegnati e un pensionato che
nella sua vita era stato anche partigiano.
Il processo per quanto riguardò quella
strage fu molto lungo anche a causa di alcuni depistaggi come di consueto in
casi del genere.
. Al termine delle indagini, fu
accertato che l’attentato era stato opera del gruppo neofascista dell’Ordine
Nuovo.
Come esecutori materiali furono riconosciuti
Ermanno Buzzi poi (ucciso in carcere) e Maurizio Taramonte insieme a Carlo Vigilo
e Marcello Soffiati, Il mandante dell’attentato fu riconosciuto nel dirigente
ordinovista Carlo Maria Maggi. Furono assolti Delfo Zorzi, l’ex generale Francesco
Delfino, e l’ex segretario del MSI, Pino Rauti a sua volta fondatore di Ordine
Nuovo.
Ordine Nuovo
era un gruppo politico di estrema destra extraparlamentare
nato nel dicembre 1969 a seguito del rientro di Pino Rauti
nei ranghi del Movimento Sociale Italiano
e raccogliendo l'eredità del Centro Studi Ordine Nuovo.
A novembre
1973 il gruppo entrò in clandestinità a seguito del processo in cui i suoi
dirigenti furono accusati di ricostituzione del disciolto Partito Nazionale Fascista,
subendo pesanti condanne e lo scioglimento ufficiale a opera del ministro
dell'interno Paolo Emilio Taviani (teorico degli “opposti
estremismi)
Già prima
della cessazione per decreto del movimento, comunque, i militanti erano
attrezzati per la lotta clandestina. In seguito, con i leader più noti fuggiti
all'estero per sottrarsi alla cattura per l'inchiesta su Ordine Nero, il
neofascista siciliano Pierluigi Concutelli assunse il controllo
militare del movimento.
Con
l'arresto di Pierluigi Concutelli, nel febbraio 1977, la struttura militare del
movimento fu sostanzialmente smantellata.
Per non dimenticare
mai e per combattere sempre il fascismo in qualsiasi veste esso cerchi di
mascherarsi.
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