Riflessioni sulle elezioni europee a poche ore dai risultati

A proposito del partito unico del capitale....Riflessioni sulle elezioni europee a poche ore dai risultati

Strano a dirsi, ma perfino il Sole 24 Ore ammette quanto ogni richiamo all'Ue finisca con il produrre l'effetto opposto a quello desiderato portando acqua al fronte degli euro scettici.
Qualunque sia il vincitore delle elezioni europee, il partito unico del Capitale (http://www.controlacrisi.org/notizia/Lavoro/2019/5/26/52758-e-il-partito-unico-del-capitale-il-vincitore-di-questa/) porterà a casa il risultato desiderato ma le differenze tra i vari schieramenti sono enormi e gli scenari futuri tutt'altro che definiti.

Proviamo a entrare nel merito di alcune questioni ad urne ancora aperte.
  • L'Unione Europea odierna è ben diversa da quella delle ultime elezioni, anno 2014 quando le politiche economiche dettate dalla Germania godevano della fiducia di molti paesi. In questi 5 anni si è sgretolata la visione falsamente federale dell’Unione, i programmi per il rilancio dell'economia e dell'occupazione non hanno sortito gli effetti sperati, oggi la zona Euro presenta contraddizioni rilevanti e disparità economiche e sociali maggiori di pochi anni or sono
  • I paesi del Sud Europa sono in crisi, la Francia è attraversata da cortei e proteste che hanno paralizzato per mesi il paese, il liberismo di Macron è stato bocciato, in Italia soffia il sovranismo di carta ha saputo deviare l'attenzione generale verso i problemi legati all'immigrazione. Eppure l'Italia ha ottenuto da tempo un margine rilevante di  flessibilità nei conti pubblici (circa 30 miliardi di euro) proprio per gestire l'ondata migratoria dal Nord Africa, sono arrivati fiumi di denaro per affrontare le emergenze anche se il Governo italiano continua a inveire contro le politiche migratorie dell'UE di cui si considera vittima.
  • In questi 5 anni ci sono state crisi che hanno messo in ginocchio alcuni paesi, in Grecia, le misure lacrime e sangue imposte dalla Germania sono state gestite da un governo di sinistra e a detta di molti una vittoria delle destre avrebbe provocato danni sociali maggiori. Poi c'è stata la Brexit in Gran Bretagna, anni di profonda avversione verso l'Ue provenienti da paesi non colpiti dalla crisi ma convinti che le politiche economiche e fiscali europee abbiano comunque danneggiato il loro paese.
  • Rispetto al 2014 sono venute meno le speranze di una ripresa dell'economia dopo la crisi del 2008 tanto è vero che  la Ue ha permesso di accrescere la spesa pubblica sforando i dogmatici parametri di Maastricht, una scelta dettata non solo dalla debole (o inesistente in certi casi) ripresa ma anche dalla necessità di recuperare consenso e credibilità nei paesi.
  • Molti fondi comunitari sono stati destinati alle innovazioni o a sostenere la sicurezza interna  incrementando la spesa per la difesa. Ma numerosi paesi continuano ad avere bisogno di investimenti reali a tutela dell'ambiente e dei territori o dell'agricoltura che in questi anni ha visto diminuire i fondi comunitari alimentando proteste e identità territoriali che si considerano danneggiate dalle politiche intraprese dall'Ue.
  • Che l'idea di Ue sia sempre piu' debole lo dimostra anche la incapacità di fissare delle regole comuni per l'elezioni, si veda ad esempio la soglia di sbarramento per entrare nel Parlamento Europeo che varia da paese a paese
  • In questi ultimi mesi il debito di alcuni paesi è tornato a crescere, il sistema bancario europeo è in crisi, l'Europa a due velocità oggi, rispetto a 5 anni fa, è una ipotesi tutt'altro che remota. A seconda allora di chi vincerà le elezioni europee (fermo restando che i risultati saranno differenti da paese a paese) sono in gioco interessi colossali e lo vedremo subito a partire della manovre economiche da costruire in estate per ogni nazione della Ue, manovre economiche e finanziarie chiamate a decidere come spendere i soldi e dove operare dei tagli per far quadrare i conti
  • Soffermiamoci un attimo su pensioni e lavoro, due argomenti dirimenti ma spesso oscurati dalle nuove prorità dettate dal vento xenofobo e razzista che imperversa in molti paesi. In numerose nazioni il ricorso al welfare aziendale, alla sanità e alle pensioni integrative è sempre piu' diffuso, anzi è possibile in virtu' del patto sociale con i sindacati che rinunciano al conflitto sperando di potere cogestire alcune politiche. Un bilancio di queste scelte non è mai stato fatto, giusto per capire come le classi lavoratrici siano uscite da anni di austerità e di compromesso tra capitale e lavoro, argomenti per altro esclusi dalla campagna elettorale (la piu' sotto tono dalla nascita dell'Ue) appena conclusa.L'invecchiamento della popolazione europea, i salari e le pensioni stagnanti in molti paesi, la debolezza del welfare nazionale, l'utilizzo dei fondi europei sono argomenti dirimenti che non hano trovato spazio e legittimità, esclusi dall'agenda politica giusto per costruire nell'immaginario collettivo narrazioni tossiche. Ecco spiegata la ragione per la quale chiunque vinca queste elezioni gli interessi delle classi subalterne non avranno diritto di cittadinanza nell'agenda politica comunitaria

Commenti