Consiglio Notturno

Di Tiziano Tussi....,..........Già ce l’aveva Platone (428-347) in testa. Ne parla nel Le leggi, ultimo dialogo della sua produzione prima della morte: un consiglio notturno. Un organismo che guidi la città e che prenda decisioni di notte. Il senso della notte, del buio ci rende possibile ogni comportamento impossibile, forse, alla luce del sole. 

La solarità delle decisioni notturne evidentemente manca e tali decisioni vengono prese con l’accompagnamento della solitudine notturna, della lontananza dal sonno dei cittadini che al risveglio troveranno le decisioni già pronte ed operanti. Chi non dorme è il potere che decide e santifica con un comportamento oscuro e tetro la vita diurna dei cittadini che beatamente di notte dormono.

Questo viene anche alla mente nel continuo dispiegamento, quest’anno, delle prese d’atto delle decisioni governative. Spesso, spessissimo, licenziate con il favore delle tenebre, di notte. La notte la decisionalità nascosta è anch’essa figlia di un’epidemia che non lascia scampo a scusanti. Un Paese così bucato come una gruviera quale era ed è il nostro, messo a nudo nelle sue rappresentazioni favolistiche usuali, sullo stile andrà tutto bene, da un virus che si comporta come il rasoio di Occam (1288-1347), taglia al livello della semplicità la complessità. 

Certo, i ricchi, chi ha più possibilità può magari sperare di farla franca, ma non è un automatismo assoluto. La socialità è saltata per tutti. E quindi i difetti atavici del Paese sono emersi ancora di più. La solidità dei soldi, della religione e della democrazia vengono meno.

Lasciamo ad altra occasione le prime due questioni e vediamo quella della democrazia. Così come era ed è monca, claudicante la nostra cosiddetta democrazia ora si rivela in tuta la sua disarmonia. Tanto che un outsider della politica governa il Paese e nessun partito riesce ad uscire da questa assurdità. Tanto che lo stesso prestato al ruolo di Primo ministro oramai impazza in televisione, in Parlamento e nell’immaginario degli italiani che lo amano e lo indicano, sempre come immediatezza istintuale, domani chissà? nelle risposte che danno ad inchieste e sondaggi, come il più gradito. 

Ma fino a due anni e mezzo fa il lo stesso soggetto era uno sconosciuto nel mondo politico. Basterebbe vedere i sondaggi di pochissimi anni fa ed un nome come Renzi la faceva da padrone!

Mente in questa versione democratica attuale assistiamo allo sfarinamento di tutto quello che chiamiamo liberalismo. Non addentriamoci in ulteriori ricerche, ancora più radicali. Anche il liberalismo è scomparso. Alla luce della governabilità del virus scompare ogni altra considerazione politica. E chi l’ha fatta scomparire? Un mago della prestidigitazione, proprio una casualità fatta a persona. Quindi nel consiglio notturno si trova assolutamente a suo agio il caso. Ed il Paese si adegua a gradire o meno il caso. La casualità è il nostro stile di vita attuale.

Difficile in questa situazione fare progetti, ma pare che sia impossibile persino tentarli. Nessuno, e mi riferisco a chi determina il governo della cosa pubblica, si mette più, se mai l’aveva fatto, nella condizione di prospettare scenari di lungo periodo, in cui indirizzare studi, capacità e prassi di elaborazione di vita che possano resistere qualche anno. Un DPCM segue un altro, da troppo tempo. 

E le motivazioni sono proprio legate solo alla persistenza di un virus. Nelle difficoltà si misurano i grandi statisti, nelle difficoltà possiamo capire cosa il futuro ci potrebbe riservare, stando ai passi che stiamo percorrendo, ai modi che abbiamo messo in campo per percorrerli ora. Ma se questo non si intravvede ecco che allora facce casuali e decisamente indigeribili si ergono come totem in mezzo al nulla della nostra vita sociale, per quel poco che sia rimasta.

La notte non porta sempre consiglio.

 

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