Patto sul lavoro: il nuovo compromesso tra aziende e sindacato?

Lavoro e crescita sono parole ricorrenti ogni volta che i padroni vogliono l'assenso del sindacato. E' già accaduto in tante occasioni con intese regionali sottoscritte, basti ricordare la Lombardia con Expo o l'accordo di pochi anni fa in Emilia (ww.cgil.it/admin_nv47t8g34/wp-content/uploads/2016/12/Testo-Patto-per-il-lavoro-Luglio-2015.pdf).

In queste ore torna a parlare anche la presidenza di Confindustria che mira a un accordo con sindacato e Governo destinato al rilancio dell'economia e a nuove infrastrutture tanto è vero che si chiede un decreto di urgenza per far ripartire i cantieri e l'economia guardando non solo all'alta velocità.
Il punto di partenza sarà il Patto per la fabbrica di fine 2016 da sviluppare adeguandolo alle nuove esigenze padronali.
 
L'obiettivo padronale è ambizioso, si mira direttamente alla alta velocità ma anche agli interventi delle trivelle lungo le coste fino a nuovi incentivi a favore di Industria 4.0, un programa ambizioso che le parti sociali vorrebbero dettare direttamente al Governo a vantaggio esclusivo delle imprese. 

E' evidente l'ambizione padronale a dettare linee guida al Governo nazionale e agli enti locali, tutti insieme per la realizzazione di opere come la Tav  giudicata indispensabile per la ripresa dell'economia e della occupazione o per superare tutti i vincoli ambientali giudicati storicamente dai padroni una sorta di ostacolo alla ripresa economica.

 E la leva per realizzare questo piano strategico è quella occupazionale, in un paese dove il Pil cresce meno di altri paesi e i posti di lavoro sono creati con il contagocce.

Servono allora. concessioni, finanziamenti e una legislazione snella finalizzata solo a realizzare opere senza vincoli di sorta, una legislazione in materia di lavoro che permetta di utilizzare forza lavoro a costo ridotto. In questa ottica superare i vincoli paesaggistici e ambientale diventa prioritario e a tale scopo si invoca la necessità del paese di conquistare quella autonomia energetica che già ha prodotto la Tap  con lo scempio delle distese di olivi in Puglia.

Alle sirene padronali dovranno presto rispondere anche i sindacati che già hanno manifestato la loro disponibilità in nome dello sviluppo e  di una occupazione di qualità.

Parole tuttavia che lasciano presagire ben altri scenari,,,,,

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