Fondazione Puccini a Torre del Lago (viareggio): cronaca di una esternalizzazione annunciata?

 a seguire il comunicato della Cub



Cronaca di una esternalizzazione annunciata



Sul finire della primavera scorsa era già palese la volontà dei vertici della Fondazione Puccini di indirizzarsi verso un obiettivo: ridurre il costo del lavoro e optare per la esternalizzazione di parte dei servizi. A non capirlo purtroppo buona parte dei sindacati che optarono per la riduzione del danno (il premio aziendale) dimenticando che certe scelte sarebbero state rinviate solo di pochi mesi, a dopo la stagione estiva. 

Oggi qualche sindacato parla di decisione assunta senza confronto, trasparenza o rispetto istituzionale ma qualche avvisaglia di quanto sarebbe accaduto doveva essere colta, ad esempio quando vennero respinte le richieste dei lavoratori stagionali di aumentare l’importo dei contratti stagionali chiedendo l’intervento della Fondazione e delle istituzioni locali per calmierare il caro affitti. Perché fatti due conti spiegammo che senza un adeguamento salariale e senza arrestare i continui rialzi dei canoni locativi nella stagione estiva sarebbe stato sempre più difficile reperire personale qualificato. 

La decisione della Fondazione di esternalizzare i servizi dell’orchestra, del coro e dei tecnici specializzati, la ipotesi ventilata di promuovere una sorta di accademia come avviene da tempo nel trasporto su gomma (giovani e non ai quali le aziende pagano la scuola guida in cambio di anni di contratto di apprendistato che risulta nel tempo assai vantaggioso per il datore ma non certo per il lavoratore) se è stata formalizzata in questi giorni era da tempo nell’aria.

 E la domanda sorge spontanea: perché non ci siamo mossi già in estate? L’esternalizzazione dei servizi è la classica risposta improntata al risparmio, ai bassi salari, al mancato riconoscimento della professionialità, all'avvento di tipologie contrattuali flessibili. cosa ancora più grave se avviene in una Fondazione sostenuta da finanziamenti pubblici a livello statale, regionale e comunale. 

La Cub chiede quindi una iniziativa pubblica in occasione del prossimo spettacolo, farlo è una necessità per unire i lavoratori e le lavoratrici in difesa dei posti di lavoro e ovviamente chiediamo anche un confronto aperto con i vertici della Fondazione


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