Jobs act per i lavoratori autonomi. Ma non bastava per quelli dipendenti?

Più tutele nelle transazioni commerciali e contro i ritardi nei pagamenti, lo scrive il Sole 24 ore annunciando il jobs act per i lavoratori autonomi

Che i lavoratori autonomi siano in Italia senza tutele che dovrebbero spettare loro è cosa risaputa, ma siamo certi che i provvedimenti del Governo vadano in tale direzione?

Sicuramente è importante che arrivi la indennità di maternità anche per chi decida di continuare a lavorare (a nostro avviso l'astensione obbligatoria dovrebbe valere per tutte), ancora da capire come potranno partecipare a bandi e appalti pubblici per incarichi di consulenza e ricerca ma ancora piu' enigmatico il percorso che porta gli autonomi ad accedere a fondi e piani europei.

Fatto a pezzi lo Statuto dei lavoratori, frutto delle lotte operaie degli anni settanta, è risaputo che il Governo voglia dare vita a nuovi Statuti con le tutele crescenti e tutte le diavolerie che hanno ridotto tutele collettive e individuali.

In attesa quindi della ratifica in Parlamento, il ddl presenta 22 articoli e prevede anche la piena applicazione dello smart working

Le tutele agli autonomi sono solo una scusa per completare l'applicazione del jobs act e allo stesso tempo ridotti gli ammortizzatori sociali si applicherà la Dis-coll, l’indennità di disoccupazione, anche ai collaboratori, inclusi quelli a progetto.

Di positivo che la di-scoll arrivi anche ad assegnisti e dottorandi di ricerca con borsa di studio con incremento dell’aliquota contributiva dello 0,51 per cento.

Arriverà poi una legge delega per estendere malattia e maternità ai “non ordinisti” (gli iscritti alla gestione separata Inps), e anche qui ci sarà l'incremento della aliquota aggiuntiva.

Particolare attenzione viene riservata al lavoro agile rinviando a un accordo tra azienda e lavoratore sui tempi di riposo (un accordo al ribasso sarà visto che il potere di contrattazione è ridottissimo e particolare impulso sarà accordato anche agli accordi di secondo livello a discapito del contratto nazionale. Deducibilità piena delle spese relative al vitto e all'alloggio.

In Italia sono due milioni i lavoratori con partite Iva e collaborazioni, vedremo nell'immediato futuro se qualche diritto in piu', diritto negato inspiegabilmente per anni, consentirà reali tutele e soprattutto se saranno realmente accolte le richieste costruite dal basso da tanti autonomi nei mesi scorsi.

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