Elezioni 2022: tutti vincono a parole ma nei fatti a vincere è l'astensione

Primo turno: astensione al 45, secondo turno si passa al 60 per cento degli aventi diritto ossia la maggioranza assoluta degli elettori. Stando ai numeri, un Sindaco è stato eletto alla fine dal 40% degli aventi diritto riscuotendo magari poco più della metà dei consensi. Se riportiamo al pulito le percentuali, il Sindaco viene eletto con il 22% dei voti, praticamente senza il consenso di quasi i 4\5 degli elettori. Possiamo dire allora che i Sindaci rappresentano la maggioranza dei cittadini? O il sistema attuale è il classico specchietto per le allodole?

Il modello elettorale vigente doveva rappresentare il trionfo del rapporto diretto tra cittadini e politica in nome della pragmatica governabilità e di una massiccia dose di populismo presidenzialista (perchè i presunti nemici del populismi sono stati i primi a farne un sapiente uso nel passaggio da Prima a Seconda Repubblica), è invece vero l'esatto contrario con la crescita degli astenuti e l'acuirsi della distanza tra amministratori ed elettorato. Se poi guardiamo ai Sindaci eletti ci si accorge che la annunciata debacle del centro destra non è avvenuta, 13 sono i sindaci al centro destra e 10 quelli al centro sinistra per i comuni capoluogo. 

 Il centro sinistra tiene soprattutto grazie al sostegno di quanto resta del Mov 5 Stelle che invece subisce a livello di consensi di lista una autentica debacle perdendo i 3\4 dei consensi guadagnati meno di 5 anni fa (galeotto fu il Governo?).

Il centrosinistra alla fine di questa tornata elettorale si porta a casa 4 sindaci in più, strappa 6 città al centrodestra (a Parma governava invece il Movimento 5 stelle),  tuttavia sempre il centro sinistra perde 3 Sindaci a favore del centrodestra che a sua volta cede  2 comuni a liste civiche (Como e Viterbo) guadagnandone invece 3 ai danni del centrosinistra.

Su 26 città sono 14 quelle dove ha vinto il centro destra, in  5 casi il centro sinistra ha vinto  solo con il sostegno del Mov 5 Stelle.

Prima di cantare vittoria il Pd dovrebbe guardare impietosamente i numeri e  ancor prima di pensare ai successi del sistema elettorale vigente (ormai da 30 anni) dovrebbe guardare al numero degli astenuti, giusto a ricordare che le statistiche servono anche a fotografare la crisi di rappresentanza e del sistema politico.

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