Se 500 morti vi sembran pochi....

 Manca ancora una settimana a Luglio e i morti sul lavoro sono già 506, Lombardia e Veneto le Regioni con il più elevato numero di decessi, fanalini di coda invece Basilicata e Friuli Venezia Giulia.

Gli oltre 600.000 infortuni sul lavoro, le migliaia di malattie professionali riconosciute, i 1400 morti annui sono ormai ritenuti una sorta di inevitabile  prezzo inevitabile da pagare sull'altare della ripresa economica, anche se questa ripresa a lungo decantata si traduce in pochi posti a tempo determinato e nella continua, martellante campagna, contro i diritti acquisiti dai lavoratori e delle lavoratrici.

Davanti a certi numeri è lecito parlare di un massacro, si continua ad operare senza sicurezza e perfino in alcuni Enti pubblici il rispetto degli orari di lavoro viene bypassato da pressanti ed esigibili richieste da parte dirigenziali.

Tra le cause scatenanti la ricerca di profitto a costi sempre più ridotti, i cambiamenti legislativi imposti dagli ultimi Governi, il Jobs act, la liberalizzazione del subappalto, le troppe deroghe concesse dai contratti nazionali.

Ma non ultima anche la presenza di tanti, troppi, lavoratori precari per i quali lavorare senza sicurezza è divenuta una costante. 

Queste sono le vere cause delle morti sul lavoro, un sistema produttivo a bassa innovazione ed elevato sfruttamento della manodopera, potere irrilevante dei rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza, il sistema delle deroghe che consente ai datori di allungare orari e carichi di lavoro.

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