Ospedali senza medici e infermieri
In Italia mancano infermieri e medici, eppure l'accesso all'università è ostacolato da quiz di accesso che impediscono a tanti giovani di iniziare il percorso di studio con sbarramenti illogici vista la penuria di queste figure professionali.
E fu cosi' che le Regioni chiesero ai medici pensionati di tornare in servizio proprio per sopperire alla assenza di tante figure mediche e infermieristiche come rianimatori, ortopedici, pediatri, anesteisti, medici di pronto intervento e di primo socccorso. I numeri parlano da soli, se pensiamo alla quota 100, al pensionamento di tanti medici, tanti da cotringere a richiamare in servizio i pensionati o a rivolgersi all'estero.
Gli ospedali italiani sono in emergenza, si registrano in un anno 10 mila infezioni ospedaliere, per anni sono stati risparmiati soldi per importanti servizi come quelli di pulizia e igiene per i quali non dovremmo badare a spese, il Governo sta per rimuovere il tetto di spesa del 2004 per il personale ma si tratta di misure emergenziali che non potranno risolvere tutti i problemi. Altro problema insoluto riguarda poi l'edilizia sanitaria, tanti, anzi troppi, ospedali sono vecchi e fatiscenti.
Ad oggi restano insoluti i principali problemi legati al tetto di spesa per il personale nell'aziende ospedaliere, al numero chiuso nelle facoltà di medicina, ai tempi troppo lunghi per portare un giovane alla laurea prima e poi alla specializzazione, l'assenza odierna di medici è del resto il risultato di anni di politiche improntate al numero chiuso.
I problemi non mancano, anche i professionisti stranieri senza cittadinanza non possono accedere ai concorsi pubblici , la legge non lo ammette. E poi ci sono i salari ancora troppo bassi, la fuga di molti medici dalle strutture pubbliche verso quelle private, il ricorso alle agenzie interinali per reperire gli infermieri, molti provenienti dall'estero e con un corso di studio diverso dal nostro, anzi in molti casi decisamente piu' scadente.
E' questa la fotografia impietosa della sanità italiana, una sanità impoverita da anni di politiche all'insegna della austerità, delle privatizzazioni, del ricorso a convenzioni con il privato nonchè di accessi limitati all'università che hanno impedito a tanti giovani di seguire questo percorso di studio. La logica del numero chiuso ha prodotto solo danni, avrà forse tutelato gli interessi di ristrette lobby ma di certo non della sanità pubblica.
E fu cosi' che le Regioni chiesero ai medici pensionati di tornare in servizio proprio per sopperire alla assenza di tante figure mediche e infermieristiche come rianimatori, ortopedici, pediatri, anesteisti, medici di pronto intervento e di primo socccorso. I numeri parlano da soli, se pensiamo alla quota 100, al pensionamento di tanti medici, tanti da cotringere a richiamare in servizio i pensionati o a rivolgersi all'estero.
Gli ospedali italiani sono in emergenza, si registrano in un anno 10 mila infezioni ospedaliere, per anni sono stati risparmiati soldi per importanti servizi come quelli di pulizia e igiene per i quali non dovremmo badare a spese, il Governo sta per rimuovere il tetto di spesa del 2004 per il personale ma si tratta di misure emergenziali che non potranno risolvere tutti i problemi. Altro problema insoluto riguarda poi l'edilizia sanitaria, tanti, anzi troppi, ospedali sono vecchi e fatiscenti.
Ad oggi restano insoluti i principali problemi legati al tetto di spesa per il personale nell'aziende ospedaliere, al numero chiuso nelle facoltà di medicina, ai tempi troppo lunghi per portare un giovane alla laurea prima e poi alla specializzazione, l'assenza odierna di medici è del resto il risultato di anni di politiche improntate al numero chiuso.
I problemi non mancano, anche i professionisti stranieri senza cittadinanza non possono accedere ai concorsi pubblici , la legge non lo ammette. E poi ci sono i salari ancora troppo bassi, la fuga di molti medici dalle strutture pubbliche verso quelle private, il ricorso alle agenzie interinali per reperire gli infermieri, molti provenienti dall'estero e con un corso di studio diverso dal nostro, anzi in molti casi decisamente piu' scadente.
E' questa la fotografia impietosa della sanità italiana, una sanità impoverita da anni di politiche all'insegna della austerità, delle privatizzazioni, del ricorso a convenzioni con il privato nonchè di accessi limitati all'università che hanno impedito a tanti giovani di seguire questo percorso di studio. La logica del numero chiuso ha prodotto solo danni, avrà forse tutelato gli interessi di ristrette lobby ma di certo non della sanità pubblica.
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