E finalmente le divise da lavoro sono considerati alla stregua dei dispositivi di protezione individuale
Tempo tuta per anni non riconosciuto, divise da lavoro mai consegnate e men che mai lavate a carico del lavoro, sono storie ricorrenti tanto nel privato quanto nel pubblico impiego.
Una recente sentenza della Cassazione finalmente riconosce come orario di lavoro efettivo il tempo impiegato dagli infermieri per indossare e togliere gli indumenti di lavoro e inequivocabilmente scrive: « il tempo di vestizione e svestizione dà diritto alla retribuzione, essendo tale obbligo imposto dalle superiori esigenze di sicurezza ed igiene riguardanti sia la gestione del servizio pubblico sia la stessa incolumità del personale addetto»
I contenziosi tra personale sanitario e aziende asl sono innumerevoli, inalcune occasioni il sindacato ha preferito un accordo al ribasso rispetto ad una via giudiziaria che ha riconosciuto in toto il diritto al cambio divisa. Ora si tratta di mettere in pratica e di far rispettare questa Sentenza e allargare le rivendicazioni ai luoghi di lavoro, al riconoscimento di locali idonei adibiti a spogliatoi.
Ma intanto è bene sapere che uniformi e divise di lavoro, pur non facendo parte propriamente dei dispositivi di protezione individuali, sono ormai considerati essenziali e indispensabili quando contribuiscono alla salute e alla salvaguardia della stessa. Crediamo che ogni lavoro " insudiciante" possa senza dubbio rientrare tra le mansioni per le quali le divise si rendono necessarie e indispensabili nonchè il loro lavaggio a carico del datore di lavoro.
Pensiamo per esempio, per restare agli enti locali, a vigili urbani, operai, giardinieri ma anche educatrici e maestre nei nidi e nelle materne, per loro gli indumenti da lavoro potrebbero essere trattati alla stessa stregua dei dpi alla luce di una sentenza della Cassazione, la n.17354 del 27\6\19 che va ben oltre alla classica nozione di Dpi e a quanto previsto dal Contratto nazionale di lavoro o dal DVr (documento di valutazione del rischio) .
Di conseguenza è bene esigere non solo gli indumenti in dotazione ai lavoratori per lo svolgimento dell'attività lavorativa (maglie, pantaloni e giubbotti) che presentano una specifica capacità protettiva per il lavoratore e quindi devono essere sanificati a carico del datore di lavoro perchè Dpi diventa qualunque indumento che salvaguardi la salute del dipendente secondo una nuova nozione caratterizzata da una lettura assai estensiva. Di conseguenza, indumenti e accessori diventano dispositivi di protezione individuale se assolvono la funzione di salvaguardare salute e sicurezza dei dipendenti.
Di conseguenza il datore di lavoro è tenuto al lavaggio periodico delle uniformi, sia previsto o no dai documenti aziendali o dai dvr. Da qui la nostra richiesta agli Rls e ai Rspp di mettere in pratica queste nuove indicazioni a tutela della salute e dei diritti della forza lavoro
Una recente sentenza della Cassazione finalmente riconosce come orario di lavoro efettivo il tempo impiegato dagli infermieri per indossare e togliere gli indumenti di lavoro e inequivocabilmente scrive: « il tempo di vestizione e svestizione dà diritto alla retribuzione, essendo tale obbligo imposto dalle superiori esigenze di sicurezza ed igiene riguardanti sia la gestione del servizio pubblico sia la stessa incolumità del personale addetto»
I contenziosi tra personale sanitario e aziende asl sono innumerevoli, inalcune occasioni il sindacato ha preferito un accordo al ribasso rispetto ad una via giudiziaria che ha riconosciuto in toto il diritto al cambio divisa. Ora si tratta di mettere in pratica e di far rispettare questa Sentenza e allargare le rivendicazioni ai luoghi di lavoro, al riconoscimento di locali idonei adibiti a spogliatoi.
Ma intanto è bene sapere che uniformi e divise di lavoro, pur non facendo parte propriamente dei dispositivi di protezione individuali, sono ormai considerati essenziali e indispensabili quando contribuiscono alla salute e alla salvaguardia della stessa. Crediamo che ogni lavoro " insudiciante" possa senza dubbio rientrare tra le mansioni per le quali le divise si rendono necessarie e indispensabili nonchè il loro lavaggio a carico del datore di lavoro.
Pensiamo per esempio, per restare agli enti locali, a vigili urbani, operai, giardinieri ma anche educatrici e maestre nei nidi e nelle materne, per loro gli indumenti da lavoro potrebbero essere trattati alla stessa stregua dei dpi alla luce di una sentenza della Cassazione, la n.17354 del 27\6\19 che va ben oltre alla classica nozione di Dpi e a quanto previsto dal Contratto nazionale di lavoro o dal DVr (documento di valutazione del rischio) .
Di conseguenza è bene esigere non solo gli indumenti in dotazione ai lavoratori per lo svolgimento dell'attività lavorativa (maglie, pantaloni e giubbotti) che presentano una specifica capacità protettiva per il lavoratore e quindi devono essere sanificati a carico del datore di lavoro perchè Dpi diventa qualunque indumento che salvaguardi la salute del dipendente secondo una nuova nozione caratterizzata da una lettura assai estensiva. Di conseguenza, indumenti e accessori diventano dispositivi di protezione individuale se assolvono la funzione di salvaguardare salute e sicurezza dei dipendenti.
Di conseguenza il datore di lavoro è tenuto al lavaggio periodico delle uniformi, sia previsto o no dai documenti aziendali o dai dvr. Da qui la nostra richiesta agli Rls e ai Rspp di mettere in pratica queste nuove indicazioni a tutela della salute e dei diritti della forza lavoro
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