Tfr: giu' le mani dai nostri soldi!

Da anni i lavoratori e le lavoratrici della Pa pagano i costi dell'austerità, siamo stati noi a subire ben 9 anni di blocco dei contratti che hanno depauperato il potere di acquisto salariale con migliaia di euro perduti e che mai rivedremo.

Tra le misure piu' inique il differimento del Tfr, la buonauscita percepita con mesi\anni di ritardo, le mancate progressioni di carriera, il decremento dei fondi della produttività dai quali dipende il salario di secondo livello.

 L'impoverimento dei dipendenti pubblici è andato di pari passo con il disinvestimento dello Stato nella Pubblica amministrazione e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti\e: servizi inadeguati, mancata formazione, ospedali fatiscenti, la forza lavoro piu' anziana della Ue, carichi di lavoro crescenti e sempre meno tollerabili.

Il prossimo 7 Luglio sarà legge il decreto Concretezza costruito ad arte dal Governo per la nuova canea mediatica contro i lavoratori pubblici e, con la scusa dei fannulloni, si instaurerà un clima repressivo e intimidatorio tra impronte digitali e procedimenti disciplinari sempre piu' severi.
Per far digerire la ennesima operazione contro i lavoratori pubblici sta per arrivare la decisione del rapido pagamento del Tfr,  e cosi', i pensionati usciti dal pubblico impiego dovranno aspettare al massimo 75 giorni per l’anticipo della liquidazione. 
Ma l’anticipo del trattamento di fine rapporto per gli ex dipendenti pubblici riguarda le buone uscite fino a 45mila euro, lo prevede un decreto la cui approvazione sembra imminente, molte settimane dovranno invece ancora passare per la concreta applicazione. Una volta cambiata la normativa non dovremmo piu' aspettare 12\24 mesi /come avviene oggi/ per avere il Tfr.

 Trattasi di conquista o gentil concessione per occultare i contenuti reali del decreto Concretezza?

Ma quante saranno le uscite dalla Pa? I dati ministeriali parlano di 66mila dipendenti nel 2018, nel 2019 sono previstu 158mila, altri 118mila nel 2020 e 115mila nel 2021, ultimo anno di applicazione della quota 100 per poi tornare alla Fornero che a parole, solo a parole è bene ricordarlo, il Governo voleva abolire.

Un rischio si profila all'orizzonte, quello dell'indebitamento della Pa con le banche, eppure i soldi risparmiati sulla pelle dei lavoratori pubblici ammontano a miliardi di euro, cifre di gran lunga superiori alle spese per il Tfr.

 Altro scenario riguarda le pensioni di domani che, calcolate con il contributivo, ammonteranno al 60% dell'ultimo stipendio condannando migliaia di lavoratori e lavoratrici ad una pensione da fame.

Ma ovviamente il Governo è troppo impegnato a deviare l'attenzione dai problemi reali e alla precarietà del lavoro e della vita in età produttiva corrisponderà una pensione in ristrettezze economiche. Questi i risultati delle politiche di austerità!

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