Interviste dall'oltretomba

www.resistenze.org   di Tiziano Tussi

Si fa fatica a trovare qualcosa che stia in piedi veramente nell'intervista di Matteo Renzi al Sole 24 ore di domenica 30 giugno, sparata in prima pagina, con continuazione in quinta. La scorriamo un poco: Renzi spara a zero specialmente su Luigi Di Maio, e dice cose così evidenti che possono essere condivisibili - improvvisazione, incapacità, infantilismo -, il problema è che a dirle è l'autore di un percorso di distruzione dello stato e della decenza della politica messo in atto proprio dalla sua persona e dalle sue prese di potere.

Quando dice che Di Maio non è capace di fare alcunché, che vive di luce riflessa dopo l'introduzione della fatturazione digitale, che ha pensato il suo governo, di Renzi, intendo, e comunque i governi di fede Partito democratico; che Di Maio è contro il lavoro reale - reddito di cittadinanza - che si preoccupa delle inquadrature che gli vengono prese, secondo i 5 stelle poche, anche alla momento dell'abbattimento del ponte Morandi a Genova, e che non sa, questo accomunato a Matteo Salvini, cosa sia il lavoro, possiamo concordare, but…

Renzi ha mai lavorato? Renzi non ha forse regalato 80 € agli italiani al di sotto di un certo livello di stipendio per accaparrarsi i loro voti? Renzi non ha con la "buona scuola", opera del suo governo, distrutto quel che restava della scuola italiana? Non ha fatto il contrario di quello che diceva di voler fare nei confronti di un suo compagno, in senso di iscritto, di partito, Letta? Sfilandogli il governo da sotto il naso? Non ha forse innalzato i livelli di impunità per chi doveva pagare le tasse: "Maglie più larghe per gli evasori, sanzioni meno pesanti per chi nasconde al fisco meno del 3% del dovuto, multe ridotte per i contribuenti che non presentano la dichiarazione dei redditi ma rimediano entro un anno, spazio alla mediazione per ridurre i contenziosi con le Entrate.

Secondo il premier Matteo Renzi, i cinque decreti attuativi della delega fiscale varati venerdì in extremis dal Consiglio dei ministri sono "un passo gigantesco per la semplificazione". E per il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan fanno "chiarezza sui limiti per i reati come la frode distinguendoli dai reati minori e modulando le sanzioni in modo da rispettare il principio di proporzionalità". Ma la modulazione si traduce appunto, in molti casi, in un salvacondotto per comportamenti fraudolenti" (Il fatto quotidiano, 27 giugno 2015)

Insomma una voce quantomeno stonata per fare la lezione a chicchessia. La sua presenza sulla scena politica ci ricorda continuamente che è proprio per la presenza di personaggi politici come lui, che l'attuale governo riesce ad andare avanti. Dov'è l'alternativa possibile. Se siamo ancora a Renzi, non riusciamo a vederla. Ed è chiaro che la Confindustria usa qualsiasi voce per cercare di scontrarsi e di fare cadere un governo che non capisce bene cosa sia.

Logicamente aiutare le industrie italiane a fare profitti erano più capaci il PD ed alleati più o meo impresentabili, quali Denis Verdini, ora scomparso, anche dopo una serie di processi andati male e dopo avere raccolto un piccolo rosario di condanne, anche se non in via definitiva ed assoluzioni per prescrizione. Ma questi campioni della purezza evangelica del capitale non possono certo competere con gli attuali ignari detentori del potere che cercano di stare a galla in un mare di incompetenza ed ignoranza diffusa.

Renzi dice che questi signori sono "saldamente aggrappati alle poltrone", come se la sua strada politica fosse stata indenne da tale bostik del potere. Insomma, per la Confindustria, anche i rottami del finto democraticismo vanno bene per cercare sponde contro il governo attuale. Forse per la Confindustria sarebbe meglio perseguire una politica di entente cordiale (intesa amichevole) piuttosto che civettare con rottami, autorottamatisi, in salsa fiorentina.

Sentire critiche sul lavoro "…due vicepremier che non sanno cosa significhi lavorare…" da parte di un non lavoratore, Renzi, ad altri non lavoratori è come sentire il cieco che dice all'orbo che non vederci impedisce una serena e chiara visione del mondo. Renzi inneggia al partito della crescita? Ma con chi lo potrebbe fare questo partito? forse con quello che resta di Forza Italia? forse con quello che potrebbe recuperare dal PD? Messa da parte il rimasuglio dell'anima popolare? forse con…? Già forse con chi?

Un'intervista davvero frizzante, piena di battute, e assolutamente da oltretomba della politica. Sarebbe gradita un po' di autocritica anche da parte delle masse che hanno osannato per qualche anno l'apripista a questo sfacelo che ora abbiamo al comando di un Paese che non sa più dove andar

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