La lenta ma progressiva erosione dei dipendenti comunali

Quanti posti di lavoro abbiamo perso negli enti locali?
Sono oltre 84mila in un solo decennio (2007/2017) , ad oggi i dipendenti comunali sono passati da 479.233 a 394.938 stando ai dati forniti dal Conto annuale Rgs.
In percentuale questa diminuzione è pari al 20% del totale della forza lavoro, eppure in questi anni agli enti locali hanno attribuito compiti e funzioni crescenti, sempre piu' complesse e bisognose di formazione e personale. Non siamo noi a dirlo ma la Ragioneria dello Stato, eppure neppure alle statistiche ufficiali il Ministro della Pubblica amministrazione e il suo Governo sembrano prestare ascolto.
Migliaia di dipendenti in meno determinano minori e peggiori servizi senza considerare l'innalzamento dell'età media dei dipendenti e dei dirigenti negli enti locali, le future assunzioni, quelle previste nei piano triennali, non consentono di recuperare parte della forza lavoro perduta nel corso degli anni, le regole in materia di assunzione sono tali da impedire assunzioni con numeri adeguati alle reali necessità.
Non assumere personale significa favorire processi di privatizzazione dei servizi, costi aggiuntivi per gli enti locali, servizi di peggiore qualità per i cittadini che pagano le tasse e rivendicano servizi tempestivi e adeguati alle reali necessità
Tante chiacchere ma gli obblighi di riduzione del personale, dal blocco del turn over alla imposizione dei tetti di spesa, se si aggiungono alla riduzione dei fondi dallo Stato agli enti locali hanno determinato una situazione tanto insostenibile quanto paradossale. La guerra ai dipendenti pubblici ha raggiunto il suo scopo:ridurre gli organici e favorire le privatizzazioni!  

Dopo 10 anni di erosione degli organici siamo arrivati al turn over con la copertura dei posti al 100% a cui aggiungere qualche timido recupero di unità di personale come previsto dall'art 33 del dl Crescita, misure importanti ma assolutamente inadeguate perchè gli oltre 80 mila posti non saranno piu' recuperati condannando la forza lavoro a carichi di lavoro crescenti . Stabilire poi assunzione in base alle entrate correnti al netto del fondo crediti di dubbia esigibilità del bilancio di previsione ci sembra l'ennesima beffa perchè la soluzione prospettata impone ai Comuni compiti ancora piu' onerosi e invisi alla popolazione.

Da capire meglio poi è il cosiddetto «valore soglia», nuove assunzioni di personale in base all'incremento demografico,  l'obiettivo non è quindi quello di recuperare personale perduto ma solo di incentivare l'uscita dei dipendenti vicino alla pensione da sostituire con forza lavoro nuova e inquadrata in livelli piu' bassi (e quindi riduzione dei costi del personale)

E in ogni caso a valere saranno sempre e solo i cosiddetti vincoli di equilibrio del bilancio, insomma la finanza pubblica non deve avere alcun onere aggiuntivo, il che dovrebbe indurre a riflettere non solo sulla contraddittorietà delle norme ma anche della loro effettiva finalità: ridurre le spese in materia di personale e non accrescere i servizi.

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